Il diritto alla vita di ogni essere umano, dal concepimento alla morte naturale, basato sull’assunzione della medesima dignità di ciascun essere umano. Il diritto, per ogni bambino, ad essere cresciuto ed educato, ove possibile, dai propri genitori, dalla propria madre e dal proprio padre, e il dovere per i genitori di essere responsabili dei propri figli. Il diritto di professare liberamente, in pubblico e in privato, la propria fede religiosa.
Si tratta di diritti umani fondamentali, probabilmente dei diritti senza i quali nessuno degli altri sarebbe concepibile. Diritti umani dal destino paradossale: riconosciuti formalmente e ufficialmente nelle maggiori Carte dei Diritti a livelli internazionale (Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, Carta Sociale Europea e così via), ma quasi sempre disattesi nelle concrete prassi politiche dei vari organismi nazionali e internazionali.
Non solo disattesi, ma traditi: sempre più spesso, si assiste alla promozione di “nuovi diritti umani” che nulla hanno a che fare con la concezione dei diritti umani secondo il diritto naturale, e che anzi diventano paradossalmente i maggiori ostacoli alla promozione e al rispetto dei diritti umani veri e propri.
“Nuovi diritti umani” come il cosiddetto “diritto all’aborto” o “alla dolce morte”, il presunto “diritto al matrimonio” per coppie composte da persone dello stesso sesso o il valore della “laicità” dello Stato, che si trasforma in vero e proprio “laicismo” intollerante nei confronti di chi esprime pubblicamente la propria fede religiosa. Diritti presunti, che non trovano spazio in nessuna carta dei diritti o dichiarazione internazionale, ma che si fanno sempre strada con la prassi politica e giudiziaria.
La Fondazione “Novae Terrae” vuole difendere i diritti umani concepiti nella prospettiva del diritto naturale, e operare per arginare il dilagare di “diritti insaziabili” essenzialmente inumani e distopici.