Salute – La Settimana della salute mentale

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Salute – In Europa, il malessere psicologico interessa il 46% dei cittadini. In un momento in cui, come accertato anche dalla Commissione europea, la salute mentale è alla base del benessere generale delle società e della persona, mai si sono registrate così tante richieste di aiuto e di intervento, segno evidente di una maggiore attenzione e consapevolezza, il che ha condotto ad una serie di iniziative, proposte, investimenti e progetti a livello europeo per la prevenzione e per una corretta informazione.  A questo è dedicata la European Mental Health Week, la Settimana europea della salute mentale, dal 19 al 25 maggio nel corso della quale, incontri e dibattiti mirano a sensibilizzare e a incentivare attività di tutela. In Italia, la malattia mentale è considerato il secondo problema di salute più grave dopo le malattie oncologiche. “Oggi c’è maggiore attenzione e ci sono investimenti – spiega Felicia Giagnotti, presidente della Fondazione Progetto Itaca –  ma non si è colta l’importanza di potenziare le strutture territoriali, di aumentare il personale sanitario e di dare una formazione aggiornata, con maggiore attenzione sia ai familiari che ai pazienti.” La Fondazione propone una serie di iniziative per diffondere la conoscenza del complesso mondo della salute mentale, come spiega Giagnotti: “Il nostro primo obiettivo è diffondere informazioni anche attraverso la comunicazione mediatica. Vogliamo raccontare cosa sia la malattia mentale e con quali progetti sosteniamo le persone che ne soffrono”.

Tra questi progetti, particolarmente significativo è il Club Itaca, un centro di inclusione sociale e di lavoro attivo che quest’anno compie vent’anni. “Il progetto – indica la Presidente – accoglie persone che si sono stabilizzate dopo una malattia mentale, ma che si sono ritrovate emarginate, perché non hanno potuto completare gli studi o riprendere a lavorare. In Club Itaca cerchiamo di ricostruire la loro fiducia per il futuro, anche attraverso testimonianze di chi ha avuto esperienza diretta di sofferenze psichiche. Ad esempio, durante la Settimana per la salute mentale è presente, presso la nostra sede di Milano, lo scrittore Daniele Mencarelli che ha raccontato spesso la sua storia personale di disagio psichico. È così che si cerca di entrare in contatto non solo con chi ha vissuto o vive ancora questa stessa esperienza, ma anche con i loro familiari.”

L’importanza delle famiglie

Itaca ha infatti un’attenzione particolare verso le famiglie. La Fondazione nasce a Milano nel 1999 per iniziativa di volontari non specializzati, di familiari soprattutto, ma anche di persone che avevano un vissuto di malattia mentale sulla propria pelle. “In quegli anni – ricorda Giagnotti – era ancora più difficile, perché stigma e pregiudizio erano molto più marcati. Abbiamo deciso di mettere la nostra esperienza a servizio degli altri, così da diffondere una conoscenza corretta e scientifica di cosa sia la malattia mentale, combattendo il pregiudizio, la vergogna, il senso di colpa che colpiscono sia le persone che hanno una malattia mentale, sia i loro familiari.” Grazie all’attivazione di una linea d’ascolto gratuita nazionale, Itaca ha cominciato, fin dai primi anni, ad operare in tutta Italia con progetti di supporto e di formazione. “Dal 2010 abbiamo iniziato a costituire sedi a Roma, Firenze, Palermo, Napoli. Oggi la Fondazione raccoglie 17 sedi in tutto il Paese. Il nostro scopo è far sì che in ogni regione Itaca possa riproporre i progetti che sono stati già attuati in altre sedi.” Progetti che prevedono una formazione strutturata e organizzata, nonché la collaborazione di professionisti della salute. “Intervengono – precisa la presidente – tecnici della riabilitazione, assistenti sociali e psichiatri. Questi corsi sia per i familiari che per i pazienti hanno avuto un successo enorme in tutta Italia. Ancora oggi, quando arriviamo in una sede nuova, la prima cosa che ci viene richiesta sono i corsi per i familiari perché spesso si ritrovano abbandonati a se stessi.”

La lezione del Covid

È l’Unicef a sottolineare come “nel 2022, in 43 paesi dell’Ocse e dell’Ue, un individuo su sei di età compresa tra i 10 e i 19 anni soffriva di un disturbo mentale diagnosticabile”. Il Fondo Onu per l’infanzia lancia quindi una serie di iniziative “sull’importanza della salute mentale per bambini, bambine e giovani”. Drammatiche le rivelazioni, laddove si sottolinea che il suicidio “è la quarta causa di morte più comune tra gli adolescenti di età compresa tra i 15 e i 19 anni; i tassi di suicidio in questa fascia di età sono sostanzialmente più alti tra i ragazzi rispetto alle ragazze”. La prevenzione si lega a doppio filo con la formazione, che Itaca porta avanti con una serie di percorsi nelle scuole superiori, dove i volontari organizzano incontri mirati con i giovani, categoria particolarmente soggetta ai rischi della salute mentale. “Soprattutto con il Covid ci si è resi conto della fragilità degli adolescenti e dei bambini: c’è stata un’esplosione di patologie, con l’aumento dei suicidi, dell’autolesionismo, delle dipendenze patologiche da social”. Paradossalmente proprio il periodo della pandemia ha fatto emergere una maggiore consapevolezza sulla salute mentale.




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