Vaccino Johnson & Johnson, sospensione in Europa

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Vaccino – La Food and Drug Administration e i Centers for Disease Control smetteranno infatti di usare il vaccino nei siti federali e solleciteranno gli Stati a fare lo stesso in attesa delle indagini sui problemi di sicurezza. La sospensione è legata a sei casi negli Stati Uniti che hanno sviluppato una malattia rara che coinvolge coaguli di sangue nelle due settimane successive alla vaccinazione.
Johnson&Johnson ha infatti annunciato che ritarderà le consegne dei suoi vaccini in Europa. “Siamo a conoscenza degli estremamente rari” problemi avuti da “un piccolo numero di persone che hanno ricevuto il nostro vaccino.
Il Cdc e la Fda stanno rivedendo i dati relativi a sei casi negli Stati Uniti su oltre 6,8 milioni di dosi somministrate. Per precauzione, il Cdc e la Fda hanno raccomandato una pausa nell’uso del nostro vaccino”, afferma Johnson&Johnson in una nota. “Stiamo rivedendo questi casi con le autorità europee e abbiamo deciso in via proattiva di ritardare le consegne all’Europa”, osserva Johnson&Johnson.
In Usa, tutti e sei i casi di malattia rara hanno riguardato donne di età compresa tra i 18 e i 48 anni. Una di queste è morta mentre una seconda, in Nebraska, è stata ricoverata in condizioni critiche. Finora negli Stati Uniti circa sette milioni di persone hanno ricevuto il vaccino Johnson & Johnson. “Raccomandiamo una pausa nell’uso di questo vaccino per cautela”, ha annunciato la Food and Drug Administration su Twitter.
Un morto e una persona in condizioni critiche in Usa dopo aver ricevuto il vaccino Johnson&Johnson, hanno affermato le autorità sanitarie americane illustrando il perché hanno consigliato una pausa nella somministrazione dopo aver riscontrato sei casi di problemi. I casi osservati sono “estremamente rari” ma “la sicurezza del vaccino per il Covid è una priorità per il governo federale”, spiegano il Cdc e la Fda, sottolineando che la raccomandazione di una pausa nella somministrazione è stata decisa in via precauzionale. Dopo l’indicazione delle autorità federali statunitensi, molti stati Usa si stanno adeguando. A New York tutti gli appuntamenti già programmati per il vaccino monodose sono stati confermati ma ad essere somministrato sarà il vaccino Pfizer. Mentre nel District of Columbia, dove si trova la capitale federale Washington, gli appuntamenti per il vaccino Johnson&Johnson sono stati tutti cancellati in attesa di essere riprogrammati. “La pausa al vaccino Johnson&Johnson non avrà un impatto significativo sul nostro piano di vaccinazioni”: gli Stati Uniti hanno sufficienti disponibilità per mantenere l’attuale velocità di vaccinazioni, ha affermato la Casa Bianca, assicurando che agli americani che si erano prenotati per il vaccino Johnson&Johnson sarà offerta un’alternativa. Gli accordi siglati con Pfizer e Moderna sui vaccini coprono, aggiunge la Casa Bianca, 300 milioni di americani.
L’Italia proprio in queste ore avrebbe dovuto ricevere le dosi Johnson & Johnson all’hub della Difesa di Pratica di Mare: si sarebbe trattato di 184mila dosi, il primo lotto del vaccino statunitense che era atteso nel nostro Paese. Queste dosi, insieme ai circa 175mila vaccini Vaxzevria (AstraZeneca,) fanno parte dei 4,2 mln di dosi che giungeranno in Italia nel periodo 15-22 aprile per entrare nella disponibilità delle Regioni.
“Un film già visto, anche Astrazeneca ha avuto questo percorso, ma i vaccini sono sicuri. Non allarmiamoci, il numero dei casi sospetti di Johnson&Johnson è inferiore a quelli di Astrazeneca, ma non vuol dire che non sono sicuri, è più pericoloso non fare il vaccino”, ha detto il ministro Mariastella Gelmini a Tgcom 24 sul caso esploso negli Usa. “Ci sarà un incontro dei ministri europei della salute, ma sono sicura che sarà riconosciuto come sicuro come già successo per Astrazeneca”, ha aggiunto.
Alessio D’amato, assessore alla Sanità del Lazio, invoca che sul vaccino di Johnson&Johnson “ci sia una decisione rapida, chiara, definitiva, senza tentennamenti e incertezze. Bisogna evitare di fare ciò che è stato fatto con il vaccino AstraZeneca” come riportato da Repubblica.
“Le autorità si pronuncino con una voce sola anche perché negli Usa si trovano in una situazione totalmente diversa avendo già somministrato alla popolazione milioni di dosi. Mi auguro che si mantenga un livello di razionalità e di pragmatismo, il rischio di una tempesta perfetta è molto alto” aggiunge.
Su ‘Twitter’, Roberto Burioni ha commentato così la notizia: “Il vaccino Johnson & Johnson è simile a quello AstraZeneca e simili purtroppo potrebbero essere anche gli effetti collaterali. Indispensabile una sorveglianza accurata e un’attenzione particolare alla comunicazione”.
Sempre sul medesimo social network, Antonella Viola, immunologa dell’università di Padova, ha scritto: “La Fda sospende in via precauzionale il vaccino J&J a causa di 6 eventi di trombosi in donne giovani. Anche Ema sta rivalutando i dati a disposizione per il vaccino J&J. Speriamo davvero che, almeno in questo caso, ci si muova tutti in maniera coordinata”.
L’Agenzia Europea dei medicinali (Ema), nei giorni scorsi, ha avviato una revisione dei dati sul vaccino J & J dopo 4 eventi tromboembolici. A stretto giro era arrivato il parere della Food and Drug Administration (Fda), che ne ha approvato l’uso di emergenza il 27 febbraio 2021. La Fda aveva comunicato via mail che, pur essendo a conoscenza dei casi sospetti, non era stata trovata “una relazione causale con la vaccinazione”.
Nel frattempo Il vaccino anti Covid di Pfizer/BioNTech, di cui la Gran Bretagna ha avviato ieri – Primo Paese al mondo – la somministrazione su alcune migliaia di persone, è stato “ben tollerato” durante la sperimentazione e non è al centro di alcuna “preoccupazione seria di sicurezza”. Lo ha detto un portavoce della stessa Pfizer citato dai media dopo le notizie sulla reazione allergica non grave manifestata da 2 delle prime persone vaccinate, due operatori sanitari 40enni, e la raccomandazione dell’autorità britannica sui farmaci (Mhra) di non sottoporre a vaccinazione chi abbia “una significativa storia clinica” di allergie alle spalle. L’autorità nazionale di controllo sui farmaci (Mhra) ha raccomandato – infatti – oggi di non sottoporre a vaccinazione anti Covid chi abbia alle spalle una storia di “significative” reazioni allergiche.




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