L’attesa per gli appassionati di film d’azione è terminata. “RENEGADES Commando d’assalto” è giunto nelle sale cinematografiche portando con se, azione, senso del dovere, etica, morale e tanta ma tanta adrenalina. Il film ci ricorda gli orrori della guerra in Bosnia, troppo spesso accantonata e quasi dimenticata da chi non l’ha vissuta sulla propria pelle.
Un team di Navy Seals, in missione in Bosnia durante la guerra, viene a sapere di un tesoro
d’inestimabile valore nascosto dai nazisti sul fondo di un lago locale e rimasto lì per decenni. Decisi
a recuperarlo e restituirlo alla popolazione, bisognosa e di soldi per rialzarsi dai danni delle guerra il gruppo s’imbarca in una difficile missione non autorizzata. Ma scoperti dal nemico, i Seals avranno una sola notte per cercare di portare a termine la complessa operazione. Ci mostreranno che insieme è possibile ottenere risultati inaspettati e che nel mondo non sono poi tutti cattivi……
Renegades – Commando d’assalto vi porterà in un posto dove non siete mai stati, un villaggio
subacqueo, sommerso, fermo al 1944, epoca in cui è stato completamente distrutto dall’esplosione
di una diga che ha allagato la valle. Ci troviamo a 150 metri sott’acqua in un mondo misterioso,
soprattutto di notte, in cui è sepolto un immenso tesoro un’avventura misteriosa, ricca di suspense, con personaggi molto interessanti che amano stare al centro dell’azione.
Il regista STEVEN QUALE: “L’aspetto straordinario di questi attori è stato il loro atteggiamento risolutivo, della serie “facciamolo, facciamolo bene e impariamo quanto più possibile”. Si sono allenati con sub professionisti che addestrano i veri Navy Seal americani e come loro hanno usato le stesse attrezzature e i rebreather Draeger. È stato sorprendente perché nei primi due giorni hanno cominciato a prendere dimestichezza, come i sub amatoriali alla loro prima immersione. Col passare delle settimane poi, sono diventati davvero bravi. C’era un istruttore dei Navy Seal – di cui faceva parte lui stesso – che è rimasto colpito dal talento e dalle capacità che gli attori sono riusciti a mantenere sott’acqua. Quando facevano le immersioni potevano comunicare solo attraverso un sistema di altoparlanti subacquei – e dovevamo fare le riprese come in un film normale. Invece, come dicevo, questo è un film che si svolge in gran parte sott’acqua e che comporta una complessità incredibile. E nonostante questo sono stati meravigliosi per l’energia, la resistenza e l’atteggiamento risolutivo che hanno dimostrato. I nostri attori avevano anche un grande senso dell’umorismo. Quando si lavora per tante ore in situazioni così stressanti, c’è la possibilità di cominciare a fare qualcosa di maldestro e loro ci ridevano su e facevano battute. È stato divertente, gli attori si sono legati fra loro dando vita a questo nuovo gruppo di Navy Seal in cui tutti sono diventati amici fra un addestramento con le armi e un’immersione col rebreather. Grazie a tutte queste attività sono riusciti a fare un grande lavoro sui personaggi. E i personaggi alla fine sono l’aspetto più importante. Hanno imparato sempre di più sui Navy Seal e hanno applicato questo bagaglio di conoscenze alla loro formazione. Ci siamo divertiti molto e quando questi Navy Seal si trovarono di fronte al loro capo, interpretato da J.K. Simmons, a volte era difficile non scoppiare a ridere durante le riprese”.
SULLIVAN STAPLETON (Matt Barnes): All’inizio è stato ovviamente il nome di Luc Besson ad attirare la mia attenzione. E poi, è una storia
eccezionale su un gruppo di uomini, dei professionisti di spicco in quanto Navy Sail americani. La
vicenda avviene nel 1995, durante la guerra in Bosnia. Siamo a Sarajevo per aiutare la popolazione
ad affrontare la guerra nel paese, tentare di mantenere la pace e mettere fine alla guerra civile.
Quando incontriamo Lara in un bar, però, uno di noi si innamora di lei. Grazie a questo incontro
scopriamo il vero significato di queste lotte e capiamo qual è l’aiuto di cui questa gente ha
bisogno. Veniamo così a conoscenza di una vecchia storia che il nonno di Lara le ha raccontato: in
una guerra passata i nazisti rubavano l’oro e lo nascondevano nelle banche. I locali si battevano
contro i nazisti, che così avevano allagato la città finendo per sommergere le banche. L’oro rubato
si trova in questa città e noi aiutiamo Lara a recuperarlo per poterlo restituire alla sua gente. La
cosa straordinaria è che per realizzare questa impresa dobbiamo agire fuori dagli schemi.
Cerchiamo di combattere questa battaglia. Mi hanno pagato per recitare, ma anche per guidare un carro armato, fare immersioni subacquee e imparare a utilizzare un “rebreather”! (ride). La formazione è stata molto divertente. Ci allenavamo di continuo, ogni giorno, dentro e fuori dalla piscina, in palestra. È stato straordinario, avevamo come trainer i ragazzi delle Forze Speciali e ci addestravamo con le armi come dei veri Navy Seal.
Quando poi è arrivato il carro armato ci siamo divertiti da matti. Eravamo tornati bambini, con la
sola differenza che quello era un giocattolo per adulti. Mi hanno chiesto di guidarlo per un giorno,
ma il povero pilota che mi faceva da istruttore di guida non parla molto bene l’inglese né io parlo il
tedesco… È stato uno spasso! Avevo già usato altre volte l’attrezzatura da sub, ma l’addestramento
con i ragazzi della Draeger con i rebreather a uso militare è stato incredibile”.
2Non è solo un film d’azione sui Navy Seal, non è solo una storia d’amore – ma è tutto questo insieme. Penso che con la spinta di una storia d’amore e l’emozione genuina di poter aiutare davvero quella gente, questi ragazzi rischiano la propria vita in modo sincero – e non si limitano alla semplice missione militare per fermare la guerra nel paese. Non si tratta di una missione militare ufficiale. È una missione non autorizzata che i ragazzi vogliono portare a termine con onore per aiutare la gente del posto. Spero che questo si percepisca. Credo che nel film ci sia qualcosa per tutti e spero che siamo riusciti a farlo emergere”.
CHARLIE BEWLEY (Stanton Baker): Mi è piaciuto molto questo progetto, perché c’era tutto: azione, personaggi tipicamente americani, il periodo storico in cui si svolge e tutte le scene subacquee. Penso che questo film possa avere un pubblico molto eterogeneo: i veterani militari, gli appassionati di film di guerra, gli amanti del cinema d’azione… I Navy Seal sono un’élite e sono gli unici a poter fare certe cose, come ad esempio imbucarsi in un posto come finti giornalisti, creare passaggi sotterranei…e rubare! Non capita tutti i giorni di vedere questa roba al cinema e quindi sarà di certo un’esperienza 7 coinvolgente. Tutto questo emerge dalla macchina da presa e grazie all’energia di tutti questi ragazzi sembra che facciamo questa roba da sempre. Questo film riflette la cultura dei Navy Seal. Siamo stati a stretto contatto con la comunità militare e loro volevano una rappresentazione veritiera della loro professione e del livello di rischio che comporta. Quindi sì, trattandosi di un film c’è un livello di azione impossibile da realizzare, ma abbiamo fatto il possibile per renderlo fedele alla realtà e preciso in ogni dettaglio”.
J.K. SIMMONS (Ammiraglio Jacob Levin): La sceneggiatura è quella di un grande film d’avventura che si svolge in gran parte sott’acqua – cosa che non si vede da tempo. Ci sono personaggi avvincenti, qualche intermezzo comico e una trama complessa. L’inizio del film è ambientato durante la Seconda Guerra Mondiale. Quando ho iniziato a leggere la sceneggiatura pensavo si trattasse di un film sulla Seconda Guerra Mondiale mentre poi questa finisce per essere solo uno sfondo della storia. L’epoca in cui è ambientato il film è invece il 1995, che difficilmente penso si possa definire un periodo di pace. La nostra squadra di Navy Seal porterà a termine la sua missione con successo, o almeno a seconda dei punti di vista – in questo film le cose non funzionano proprio secondo le regole…. Se un film è difficile da definire o da classificare in un genere specifico, di solito è un buon segno e significa che si tratta di un film interessante. Potrebbe essere definito un film d’azione e questo in effetti è corretto – c’è molta azione, molte scene di combattimento – ma è anche un film d’avventura, drammatico, ci sono spunti comici, è un film storico, un film di guerra. Mi piace il fatto che non si possa definirlo in modo semplice. A me personalmente piace andare al cinema senza sapere troppo sulla trama e su quello che sto andando a vedere, anche se oggi è sempre più difficile perché c’è tanta informazione”.
SYLVIA HOEKS (Lara Simic): Lara è una giovane donna che ha vissuto la guerra. È serbo-croata e per questo abbiamo lavorato con un coach, insieme a serbi e bosniaci, per trovare l’accento giusto. Sono europea e, come tutti, avevo sentito parlare di Milosevic, ma non era molto chiaro come fosse iniziata la guerra e come fosse finita. Ricordo le immagini del telegiornale, ma con questo film ho capito quanto fosse caotica quella guerra tra religioni e culture diverse. Non riesci a capire chi sia davvero il nemico, e questo ci è stato spiegato molto bene durante la preparazione. Penso che Lara, pur essendo una serbo-croata di religione cristiana, non si senta diversa dai serbi. Sa di dover combattere per il suo paese e la sua gente e crede nell’uguaglianza. Per lei questo è l’obiettivo più importante e utilizza le opportunità che si presentano per poter ricostruire il suo paese e dare un futuro alla sua gente. E’ molto intelligente e determinata. È una persona buona ed è un esempio per molti. Spero che in Bosnia possano immedesimarsi nella sua storia.
Lara racconta la storia di suo nonno sui nazisti che rubavano l’oro ai francesi e poi lo
nascondevano. Suo nonno le aveva confidato questo segreto e le aveva rivelato dove si trovava
l’oro. Lei gli aveva creduto mentre tutti gli altri dicevano che era un vecchio pazzo, solo perché in
molti nella sua famiglia avevano commesso degli errori. Quando trova l’oro, Lara non ha dubbi che
la storia di suo nonno sia vera: ha visto il villaggio subacqueo e sa come ci si arriva. Così, quando
porta Stan laggiù per la prima volta, gli mostra dove potrebbe trovarsi l’oro e si fida di lui. Non lo
conosce veramente, ma credo che Stanton le dia di nuovo la fiducia negli uomini, dopo essere
stata delusa da suo fratello e tanti altri (durante la guerra molte donne sono state stuprate). Lara
sente di potersi fidare di Stanton, con la sua passione e i suoi occhi da cucciolo, e vuole “usarlo”,
ma non in un’accezione negativa. Quando sente che stanno per andar via, si rende conto che non
le rimane molto tempo per farsi aiutare. È straordinario che una persona che abbia vissuto una
guerra non abbia perso la speranza.
Non avevo mai fatto corsi di immersione subacquea. E non sono mai stata interessata alla cosa
finché non è arrivato questo progetto e così ho imparato a respirare sott’acqua. In realtà stare in
acqua mi rilassa molto, riesco a sentire il mio respiro e il resto del mondo scompare. È vero che
non dovevo allenarmi duramente come i ragazzi: loro dovevano andare in palestra due volte al
giorno e rispettare una dieta precisa, e hanno fatto tutto al meglio.
Il rapporto tra me e il resto del gruppo è meraviglioso. Ho delle sorelle, ma mi sarebbe piaciuto
molto avere anche un fratello. Mi piace stare con i ragazzi – o litigano o ridono, sono molto definiti,
come se non avessero sfumature. Questo è un gruppo dove tutti si aiutano a vicenda; è come
avere cinque fratelli maggiori e io sono la sorellina che può uscire la sera e ubriacarsi senza che
mamma e papà lo scoprano! (ride)