Ambasciatore Yevhen Perelygin: “Crimea parte integrante del territorio Ucraino”

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L’inclusione della Crimea nella mappa della Federazione Russa, così come disegnata dalla rivista di geopolitica LIMES, (http://www.limesonline.com/perche-limes-rappresenta-la-crimea-sotto-la-sovranita-della-russia/88930), necessita da parte di quest’Ambasciata (Ambasciata d’Ucraina in Italia, ndr) una precisazione più che doverosa, affinché l’Ucraina, che già vede usurpato e occupato il proprio e legittimo territorio, non debba assistere ad improbabili delineazioni di confini inesistenti ed improponibili.

Poiché, come dichiarato dal Direttore Luigi Caracciolo, il disegno dell’azzardato confine da parte della testata in questione riflette una “realtà di fatto” è opportuno, invece, specificare che la “realtà di fatto” è ben altra.

La Crimea è una parte integrante del territorio dell’Ucraina, occupata e annessa alla Federazione Russa in violazione dei principi fondamentali del diritto internazionale e degli accordi bilaterali, compreso il trattato del 1997 tra l’Ucraina e la Federazione Russa, il Memorandum di Budapest del 1994, i documenti di base delle Nazioni Unite, l’OSCE e altre organizzazioni internazionali. Nel febbraio 2014 la Russia ha proceduto all’annessione della Crimea tramite un “referendum” fasullo dopo un’invasione aperta dei militari russi. La legittimità di tale referendum è stata respinta dai Paesi dell’Unione Europea, dagli Stati Uniti d’America e da altri 71 Paesi membri dell’ONU.

La risoluzione 68/262 dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite «L’integrità territoriale dell’Ucraina» del 27 Marzo 2014, co-sponsorizzata da 41 Paesi tra cui l’Italia, riconosce Crimea e Sebastopoli entro i confini internazionali di Ucraina e respinge la validità del referendum di Crimea. In tale risoluzione l’Assemblea generale aggiunge la richiesta rivolta a tutti gli Stati di desistere e di astenersi da qualsiasi azione diretta alla distruzione parziale o totale dell’unità nazionale e dell’integrità territoriale dell’Ucraina, compreso qualsiasi tentativo di modificare i confini di tale Sato mediante la minaccia o l’uso della forza o altri mezzi illegali.

Anche l’Unione Europea immediatamente ha preso posizione contro l’annessione della Crimea alla Russia adottando, il 3 marzo 2014, delle conclusioni nelle quali condanna fermamente l’evidente violazione della sovranità e dell’integrità territoriale dell’Ucraina mediante atti di aggressione da parte della Federazione Russa e l’esorta a ritirare immediatamente le sue forze armate. Mentre la Dichiarazione dei capi di Stato o di governo dell’UE adottata il 6 marzo 2014, tra l’altro, afferma che la soluzione della crisi in Ucraina deve basarsi sull’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza del Paese e sul rigoroso rispetto delle norme internazionali e ritiene che la decisione del Consiglio supremo della Crimea di tenere il referendum sia contraria alla Costituzione ucraina e dunque illegale. In termini molto severi si è espresso, in una risoluzione del 13 marzo 2014, anche il Parlamento europeo, il quale non esita a qualificare “atto di aggressione” l’invasione russa della Crimea e giunge a ritenere che “le azioni intraprese dalla Russia pongano una minaccia all’UE”.

All’indomani del referendum il Consiglio dell’UE ha approvato la decisione 2014/145/PESC del 17 marzo 2014 concernente misure restrittive relative ad azioni che compromettono o minacciano l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina.

Tra le organizzazioni che l’hanno pure dichiarato illegittimo, vi è l’OSCE, Consiglio d’Europa ecc.

L’Ambasciatore di Ucraina in Italia chiede agli organi di stampa di prendere atto della situazione reale del proprio Paese e di promuovere “la forza del diritto” invece del “diritto della forza”. Il vissuto drammatico e doloroso del nostro popolo è ancora più acuto e ingiusto se l’informazione non circostanziata pone modalità illegali al di sopra del debito diritto, in particolar maniera quando i cambiamenti delle frontiere sono un “fatto giornalistico e d’opinione” rispetto alla realtà.

Ambasciatore Yevhen Perelygin

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