Ambiente: allarme rifiuti nel mondo

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Entro il 2025, 4,3 miliardi di residenti urbani produrranno circa 1,42 kg di rifiuti per persona, per un totale di 2,2 miliardi di tonnellate all’anno. Lagestione dei rifiuti urbani si configura quindi come una vera e propriaemergenza planetaria da affrontare anche grazie alla ricerca scientifica etecnologica, chiamata a contribuire al circuito virtuoso basato sulle ‘3R’,Reduce, Re-use, Recycle.Circa 300 esperti, provenienti da Paesi industrializzati e in via di sviluppo, prendono parte fino all’8 aprile alla XXI Conferenza internazionale sullagestione dei rifiuti solidi urbani Solid Urban Waste Management, organizzata aRoma dal Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr) e dallo Iupac  hemrawn Committee (Chemical Research Applied to World Needs). Tre giorni di dibattiti eincontri in tema di waste management, conobiettivo di trasformare i rifiutiin una risorsa utilizzabile dalla collettività, con il coinvolgimento diistituzioni, organizzazioni, policy maker, aziende ed esperti.L’urbanizzazione crescente rende sempre più urgente il problema della gestionedei rifiuti nelle città. Dal 2010, per la prima volta, la maggior parte dellapopolazione mondiale vive in una città e questa percentuale continua acrescere. Cento anni fa vivevano in un’area urbana 2 persone su 10, nel 1990meno di 4, entro il 2050 si stima che saranno 7 su 10. La quantità diRsu-Rifiuti solidi urbani sta crescendo anche più velocemente: i circa 3miliardi di abitanti delle città dieci anni fa generavano circa 0,64 kg di Rsupro capite al giorno (0,68 miliardi di tonnellate all’anno); ad oggi 1,2 kg procapite al giorno (1,3 miliardi di tonnellate annue). Entro il 2025, 4,3miliardi di residenti urbani produrranno circa 1,42 kg di rifiuti per persona,per un totale di 2,2 miliardi di tonnellate all’anno.”La gestione dei rifiuti solidi urbani, del riciclo, del riutilizzo deimateriali e della produzione di energia dagli scarti, costituiscono alcune trale sfide più importanti e globali perumanità, perché generano ricadutedirette nell ambito della salute e del benessere pubblico, della sicurezza deilavoratori, oltre che dell economia verde”, “Unodei tratti fondamentali della Conferenza èattenzione ai Paesi svantaggiati: la questione della gestione dei rifiuti, per la quale si sta cercandofaticosamente una soluzione nelle metropoli occidentali, si ripropone inmaniera ancora più urgente e drammatica in quelle asiatiche, africane esudamericane, creando spesso delle emergenze sanitarie”, aggiunge.I flussi di materia ed energia variano notevolmente tra le diverse megalopoli.”New York ha una produzione di rifiuti solidi 19 volte maggiore di Dacca,capitale del Bangladesh, così come un consumo pro capite di energia 28 voltepiù elevato di quello della città indiana di Kolkata e un consumo acqua 23volte più elevato di Giakarta, capitale dell Indonesia. Ovviamente New York o Los Angeles sono anche città con alti indici diproduttività, sviluppo economico e sociale e in questi contesti il problema principale è rendere più sostenibileimpiego delle risorse per mitigare glieffetti ambientali – spiega l’esperto – Nei Paesi in via di sviluppo, inparticolare nel Sud Est Asiatico, invece, una larga fascia della popolazionenon ha un accesso al livello minimo di risorse e la priorità è arrivare a unostandard di vivibilità in tutti i quartieri, ma non mancano anche qui problemidi sostenibilità: in città come Buenos Aires o San Paolo circa il 70%dell’acqua potabile va sprecato e Hong Kong produce quasi 14mila tonnellate dirifiuti solidi al giorno

 




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