Casa: è ormai emergenza abitativa in Italia

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Sempre più famiglie in Italia soffrono il disagio abitativo, con difficoltà ad accedere al bene casa e situazioni di caro affitti sempre meno sostenibili. E’ quanto emerge dal rapporto “Un difficile abitare”, stilato da Caritas italiana, Cisl e sindacato inquilini Sicet.
I costi dell’abitare incidono sempre di più nella gerarchia delle famiglie italiane, soprattutto quelle con reddito medio-basso. Un disagio acuito dalla crisi economica. I dati relativi al campione – 1000 utenti che nel 2015 si sono rivolti a Caritas e al Sindacato inquilini Sicet della Cisl – indicano che l’11% delle famiglie che vivono in affitto sono prive di contratto, oltre il 26% non ottiene ricevuta e il 32% circa riceve dai proprietari una ricevuta inferiore alla rata d’affitto.
Numerose famiglie non riescono a pagare l’affitto, tante famiglie non riescono a pagare il mutuo. Quindi, c’è una vera emergenza, un’emergenza povertà che ormai ha davvero raggiunto i livelli di guardia nel Paese, e il tema fortissimo del lavoro.
Resta critico il livello della mancanza di alloggi o della loro inadeguatezza. Ciò che emerge maggiormente, anche nei confronti di coloro che in tutti i casi possono avere anche un’abitazione, è un problema di relazione, che è determinato naturalmente dalle fasce di povertà. Anche coloro che hanno un tetto sotto cui stare più di una volta si rivolgono ai centri Caritas per usufruire del pasto, della doccia e quant’altro. Non riescono a sostenere completamente la loro esistenza.

Sulle soluzioni, il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio, punta sul recupero entro due anni di oltre 15 mila alloggi vuoti grazie ai fondi destinati alle Regioni dalla Legge Finanziaria:

“Bisogna fare in modo di dare anche un’offerta abitativa come l’housing sociale: di diffonderla di più, perché anche questa è una risposta ai bisogni delle persone, delle giovani coppie, di tutti coloro che hanno diritto ad avere un’abitazione dignitosa. Bisogna fare una vera alleanza con i Comuni e con le Regioni perché – come sapete – la disponibilità del patrimonio pubblico è relativamente bassa rispetto agli altri Paesi europei e quindi c’è il problema anche di incrementare questa disponibilità, non solo recuperando gli alloggi sfitti, ma anche costruendone magari di nuovi con regole e caratteristiche differenti”.

Un problema, quello abitativo – ricorda il Rapporto “Un difficile abitare” – aggravato anche dalla mancanza di risorse destinate all’edilizia residenziale pubblica. L’Italia, infatti, è terzultima in Europa in termini di peso delle abitazioni sociali sul patrimonio abitativo. Il curatore dell’indagine Walter Nanni, di Caritas italiana:

“C’è un disagio abitativo molto forte sia tra gli italiani che tra gli stranieri. E questo tipo di disagio evidenzia diversi livelli: sicuramente c’è una difficoltà di accedere al bene casa e una situazione di caro-affitti quasi insostenibile, se pensiamo anche che secondo i dati Eurostat il 40% delle persone sotto la soglia di povertà ha un problema di sofferenza abitativa e di indebitamento abitativo. Quindi, in questo senso la situazione è grave: ci sono 650 mila domande di edilizia residenziale pubblica inevase in Italia e una percentuale di sfratti che sale di anno in anno. Il dato poi che colpisce è la difficoltà di accedere alle misure abitative, alle misure di protezione e di welfare: solamente il 23% delle persone che abbiamo intervistato, che sono tutte in situazione di difficoltà abitativa, è riuscito ad accedere a una misura di contrasto a questo tipo di fenomeni. Vuol dire che il welfare che abbiamo a disposizione non è sufficiente”.




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