Frontex e migranti: Guardia costiera libica e partenze fuori controllo

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Frontex-  In Libia ci sono molti migranti potenziali e la pandemia di Covid-19 ha aumentato le difficoltà, in quanto c’è minore capacità da parte della guardia costiera libica di individuare le partenze per via della situazione dovuta al Coronavirus e scontri bellici. Lo ha dichiarato, in audizione in commissione Libertà civili affari interni e giustizia del Parlamento europeo, il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri, secondo il quale, tra marzo e aprile, nel Mediterraneo centrale vi è stata una riduzione degli arrivi, ad eccezione del periodo pasquale. “Vorrei porre in risalto che abbiamo dispiegato i mezzi aerei di Frontex e abbiamo individuato quatto casi di ricerca e soccorso per natanti per un totale di 250 persone a bordo. Abbiamo individuato queste imbarcazioni partite dalle coste libiche e mentre erano nella zona di ricerca e soccorso libica, noi abbiamo informato tutti i centri di coordinamento marittimi di entrambe le sponde del Mediterraneo. L’approccio di Frontex è stato quello di riferire ai centri marittimi di ricerca per poter inviare squadre di soccorso in mare”, ha dichiarato Leggeri.

“La situazione nel Mediterraneo centrale e in Libia, secondo la prospettiva di Frontex, è che ci sono molti migranti potenziali in Libia. Il Covid-19 ha aumentato le difficoltà. Quello che possiamo osservare è che vi è minore capacità da parte della guardia costiera libica di individuare le partenze per via del Covid-19 e degli scontri”, ha aggiunto. Per quanto riguarda la parte europea, Leggeri ha evidenziato che la missione Themis è in corso, ma con dei limiti per via della pandemia. “In cooperazione con le autorità italiane abbiamo mantenuto una presenza operativa in Italia con equipaggiamento di protezione specifico per il nostro personale per proteggersi dal Covid 19. Abbiamo deciso di lasciare il personale in quella zona per un dispiegamento più lungo rispetto al periodo normale. Noi manteniamo in Italia la nostra capacità di intervento, ma ci sono state limitazioni anche per via della quarantena. Non appena ci sono sbarchi o arrivi in Italia, le persone soccorse devono seguire una quarantena”, ha spiegato.

Leggeri ha poi parlato della missione Irini, appena nata e succeduta a Sophia. “Ho avuto una videoconferenza con il comandante di questa nuova operazione. Noi vogliamo continuare questa cooperazione, come in precedenza”, ha detto e ha sottolineato che “adesso il mandato di Irini è un po’ diverso dai mandati precedenti e in particolare da Sophia”. Leggeri ha evidenziato che per questo si sta cercando “di approntare il sistema giuridico necessario per poter continuare la nostra cooperazione operativa in tempo reale nella misura del possibile”. Inoltre, ha accennato al fatto che “c’era l’intenzione di dispiegare cellule di informazione penale, cosa che rientra nel mandato di Irini, ma per via del Covid-19 sarà estremamente difficile farlo”. Infine, “sarà difficile usare i nostri ufficiali Frontex a bordo delle navi” di Irini, ma “la cooperazione con Irini verà esaminata” e “se sarà necessario elaborare delle informazioni raccolte, sarà fatto”, ha concluso.

 




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