GLI 80 ANNI “IN CIELO” DI GIGI PROIETTI

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Proietti – Neppure il tempo di riprendersi dalla morte di Sean Connery che il mondo dello spetatcolo deve affrontare un’altra grande perdita! Se ne va, nel giorno del suo compleanno, Gigi Proietti, attore poliedrico che ha fatto emozionare il mondo e tutte le generazioni.

Gigi Proietti, era ricoverato in gravi condizioni nel reparto di terapia intensiva di una clinica di Roma. L’attore romano, uno dei più grandi del teatro, della tv e del cinema italiano, si trovava nella clinica già da una quindicina di giorni, ma la famiglia aveva voluto mantenere il massimo riserbo. Proietti aveva avuto un attacco cardiaco: soffriva già di problemi al cuore. Nella clinica le due figlie, entrambi attrici, Susanna e Carlotta, e la moglie Sagitta Alter.

Proietti negli ultimi mesi era rimasto molto colpito dalla vicenda drammatica del coronavirus, aveva anche ironizzato sulla “nuova normalità” a cui siamo costretti. A marzo, aveva dichiarato: “Quando sento dire ‘non bisogna allarmarsi’, è il momento in cui mi preoccupo”. E aveva aggiunto: “E poi insistono, si lamentano: ‘Vi rendete conto? i cinema e i teatri chiusi!’. Ma di cosa si scandalizzano? La gente dell’establishment è difficile vederla seduta in platea. E per quanto riguarda i cinema, a Roma, negli ultimi anni ne hanno serrati 46 e nessuno di loro si è scandalizzato”. Aveva prestato la sua voce anche a uno spot Rai dedicato agli anziani, nonni come lui: “Restiamo a casa. Prima finisce tutto, prima andremo ‘ndo ce pare”. A luglio aveva presentato la stagione del Globe Theatre, il suo teatro shakespeariano-elisabettiano nel cuore di Villa Borghese.
Ecco una parte del suo immenso lavoro.

Luigi Proietti nasce a Roma il 2 Novembre 1940, in via Giulia nel cuore della città. Una città della quale vive nel corso degli anni le trasformazioni, i drammi, nonché la straordinaria capacità di rinnovamento, di recupero. Una città che gli somiglia come una madre somiglia al proprio figlio. Una città mai rinnegata, di cui continua a rappresentare gli umori e la memoria. Se la teatralità è anche espressione di un territorio, Gigi Proietti è una delle incarnazioni più compiute della teatralità.
Nei primissimi anni, nell’immediato dopoguerra con la famiglia si trasferisce in diversi quartieri. Dapprima vicino al Colosseo, poi al Tufello, poi all’Alberone. Il suo apprendistato umano avviene tra la scuola, la famiglia, la parrocchia. All’epoca l’oratorio è luogo di aggregazione per eccellenza. Proprio qui rivela un istinto verso il gioco della rappresentazione. Insieme ad una non comune predisposizione alla musica. L’incontro col teatro avviene in ambito universitario. Dopo li liceo classico si iscrive alla facoltà di Giurisprudenza, dove sostiene circa sedici esami… Non vi preoccupate, dice lui non mi sono laureato. Partecipa come comparsa nel film IL NOSTRO CAMPIONE è un film di genere drammatico del 1955, diretto da Vittorio Duse, con Aldo Bufi Landi e Alessandro D’Ottavio. All’inizio degli anni sessanta l’Università La Sapienza promuove delle attività parallele al normale corso di studi. Tra queste si cerca di recuperare il glorioso CUT (Centro Teatrale Universitario). Una scuola di teatro alternativa all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico nella quale si formano diversi futuri attori e registi. Al CUT non c’è un solo metodo d’insegnamento. I docenti sono dei teatranti che trasmettono la propria disciplina e la propria esperienza. Tra questi, Giancarlo Cobelli, che insegna mimica all’Atenco e con lui ebbe il vero e proprio debutto nel novembre del 1963 nel teatro-cabaret, all’Arlecchino di Roma ora Teatro Flaiano, con IL CAN-CAN DEGLI ITALIANI per i quali compose le musiche, diretto da Giancarlo Corbelli. Sono diventati una piccola leggenda quei dieci minuti, non undici, nei quali musicò dei versi di Ennio Flaiano. Nel frattempo coltiva una passione musicale fondamentale e mai smessa, determinante per la sua carriera. Canta, suona la chitarra, compone. Una passione che diviene sempre più anche un lavoro. È l’epoca d’oro dei night club e delle sale da ballo. Qui si cimenta con un repertorio musicale eterogeneo, che spazia dal genere popolare italiano alla grande musica d’importazione, passando per la moderna canzone d’autore. Tra tanti musicisti, alcuni diverranno famosissimi, conosce Lello Arzilli, un amico insostituibile, un riferimento di sempre. Si cimenta con successo anche nel campo del doppiaggio, dove inizia nel 1964 dando la voce al GATTO SILVESTRO dei cartoon della Warner Bros.
Nel 1965 lo Stabile di Roma costituisce la Compagnia Sperimentale. Proietti ne fa parte lavorando nel MERCANTE DI VENEZIA di Shakespeare con Paolo Stoppa e la regia di Ettore Giannini, nella commedia L’ARBITRO di G. Pistilli diretta da G. Magliulo e nel RE CERVO di Gozzi con A. Foà diretto da A. Camilleri.
Il 1966 costituisce una prima importante svolta. Rinuncia a un ruolo nella CALANDRIA allestita dalla gloriosa compagnia dei Giovani per entrare nel gruppo del “TEATRO DEL 101” ,al “teatro-cantina”, costituito da Antonio Calenda col quale aveva frequentato il CUT. Nella “cantina”, (non ancora “underground”), di Via Euclide Turba in Prati, si concretizza uno degli esperimenti più vivi e convincenti del cosiddetto teatro d’avanguardia. Il “CENTOUNO” diventa un luogo dove Proietti, Calenda insieme a teatranti come Ginny Gazzolo, Piera Degli Esposti, Paila Pavese, “agiscono” verificando i propri mezzi, interrogandosi sul proprio linguaggio, seguendo l’esempio delle grandi avanguardie storiche europee. Al CENTOUNO si affronta un repertorio che va dal teatro Dada a Genet, da Vian a Brecht. Si propone altresì una nuova drammaturgia italiana. Per Proietti sono anni d’oro, nei quali affina la propria cultura e i propri mezzi tecnici con una attenzione quasi maniacale. Frutto di quest’esperienza sono spettacoli come DIREZIONE MEMORIE di C. Augias del quale nel ’68 interpreterà anche RIFLESSI DI CONOSCENZA, con la regia di Calenda, LE MAMMELLE DI TIRESIA di Apollinaire. Grande successo fu il DESIDERIO PRESO PER LA CODA unico capolavoro teatrale di Picasso, diretto sempre da Calenda. Sempre al “CENTOUNO” si proposero testi di Pinter, di Beckett, di Grass. Proietti perfeziona sempre più la sua personale disciplina vocale e fisica confrontandosi con la musica jazz, contaminando la tecnica dell’attore con quella dei jazzisti. Tra il ’67 e il ’68 prende parte anche a IL TUBO E IL CUBO di A. Frassineti con la regia di M. Prosperi e alla LA CELESTINA di F. De Rojas diretta da Calenda. Da una collaborazione col Teatro di Roma diretto allora da Pandolfi nasce uno spettacolo memorabile: NELLA GIUNGLA DELLA CITTÀ di B. Brecht rappresentato al Teatro Centrale, con la regia di Calenda, dove insieme a Proietti nel ruolo di George Garga ci sono tra gli altri F. De Ceresa, I. Ghione, A. Maestri.
In questo periodo, mentre si configura come uno dei giovani attori di teatro più promettenti, si dedica al doppiaggio. Effettua importanti doppiaggi in CAMELOT (R. Harris). CHI HA PAURA DI VIRGINIA WOLF? (R.Burton). Il doppiaggio diventa per Proietti una attività quasi parallela al teatro, sempre praticata con una certa continuità e sempre con risultati di qualità eccelsa. Si pensi a LENNY (D. Hoffmann), il primo ROCKY (S. Stallone), CASANOVA di Fellini (D. Shuterland), fino ad arrivare ai più recenti ALADIN della Walt Disney, CASINÒ di Scorsese (R. De Niro) o HAMLET di K.Branagh (C. Heston). Dal 1967 inizia anche a lavorare al cinema, partecipando a L’APPUNTAMENTO di S. Lumet, LA MATRIARCA film di genere commedia, diretto da Pasquale Festa Campanile, con Fabienne Dali e Mario Erpichini.
Nella stagione 68’ 69’ Antonio Calenda diventa direttore del Teatro Stabile dell’Aquila gli propone il ruolo del protagonista ne IL DIO KURT di Alberto Moravia. Un testo di grande spessore dialettico in cui Moravia collaborando strettamente col regista e gli attori, tende alla creazione di un linguaggio teatrale puro. La scena si svolge nel teatro di un campo di concentramento. Con lo Stabile dell’Aquila nel 1969 è protagonista di CORIOLANO di Shakespeare, sempre diretto da Calenda. Lo spettacolo viene presentato all’estate teatrale di Verona e al Teatro Romano di Ostia Antica. Dal 1968 comincia a lavorare in televisione in una serie di commedie e sceneggiati. Si ricordano in particolare: I GRANDI CAMALEONTI di Federico Zardi… CONOSCETE DON CHISCIOTTE di C. Quartucci dove conosce Roberto Lerici, al quale dovrà una preziosa e irrinunciabile collaborazione, Il MATRIMONIO DI FIGARO di Sandro Sequi, IL VIAGGIO DI ASTOLFO di Vito Molinari e COME RIDEVANO GLI ITALIANI di G. Angelucci, dove si confronta per la prima volta con Ettore Petrolini, del cui repertorio sarà, anni dopo, l’interprete per eccellenza.
Nel 1970 accetta la proposta improvvisa di Garinei e Giovannini, di sostituire Modugno e interpretare accanto a Renato Rascel la commedia musicale ALLELUJA BRAVA GENTE al teatro Sistina. La storia è ambientata alle soglie dell’anno Mille. Rascel e Proietti sono rispettivamente Ezzelino e Ademar, due voltagabbana che con reliquie e rimedi gabellano la vita eterna. Il successo di questa interpretazione è straordinario. Proietti recita, canta e balla con esiti travolgenti. Il grande pubblico lo acclama, la critica lo ricopre di elogi. Si lega a questo spettacolo per due stagioni ottenendo dappertutto riscontri da capogiro. Vince la “Maschera d’Argento”. Questo musical, di cui si realizza anche un disco, costituisce per Proietti una svolta fondamentale. In un teatro indubbiamente più popolare, in un circuito più ufficiale, scopre l’importanza di quell’elemento fondamentale che è il pubblico. Da allora il pubblico lo riconosce come uno dei migliori attori italiani, il più completo. Alcuni lo paragonano a Gassman, di cui sembra incarnare la forza scenica, l’essere proteiforme, la naturalezza espressiva unità a un virtuosismo senza pari. Luigi Proietti a trent’anni, dopo esperienze molteplici che vanno dal teatro cabaret alla prosa classica, dall’avanguardia al musical, sembra essere il continuatore diretto della tradizione del grande attore del Novecento. Contemporaneamente lavora al cinema in diversi film di successo. Nel 1970 si distingue per tre incisive caratterizzazioni nel BRANCALEONE ALLE CROCIATE di M. Monicelli con V. Gassmann. Recita in BUBÙ DI MONTPARNASSE di M. Bolognini.
Nel 1974 col Teatro Stabile dell’Aquila è co-protagonista insieme a Carmelo Bene de LA CENA DELLE BEFFE diretta da Carmelo Bene stesso. Lo spettacolo approda al Teatro Sistina di Roma. Fu un’edizione storica della commedia di Sam Benelli nella quale Proietti sosteneva il ruolo di Neri e Carmelo quello di Giannetto.
Sempre nel ’74 torna in televisione con un personale show in quattro puntate: SABATO SERA DALLE NOVE ALLE DIECI. Qui riesce a proporre al pubblico televisivo le sue doti di artista esplodente eppure tanto misurato. Per questo spettacolo si avvale della regia di Ugo Gregoretti. Lo stesso Gregoretti gli propone subito dopo LE TIGRI DI MOMPRACEM dove interpreta un personalissimo Sandokan che gli vale dalla critica una nota per la sua “straordinaria versatilità e il suo talento”. Ancora nel ’74 è protagonista di un film molto importante di Alberto Lattuada: LE FARÒ DA PADRE. Vi interpreta il ruolo di un uomo che rapisce una bambina down e finisce per innamorarsene. Per la televisione realizza FATTI E FATTACCI uno show in quattro puntate scritto con Roberto Lerici e diretto da Antonello Falqui. Nel ’76 vince nuovamente il Premio Anna Magnani per le sue interpretazioni cinematografiche.
Il 1976 è un anno determinante per la sua carriera e in qualche modo per la storia dello spettacolo italiano. Insieme a Roberto Lerici aveva concepito e sperimentato uno spettacolo dal titolo provvisorio SERATA in cui era in scena insieme a una piccola orchestra. Vi era inserito un pezzo, scritto da Lerici, in cui un mago illusionista citava una formula che sarebbe diventata un titolo. A ME GLI OCCHI debutta ufficialmente a Sulmona su invito dello Stabile dell’Aquila nel maggio del ’76. Qualche tempo dopo approda al Teatro Tenda di piazza Mancini gestito da Carlo Molfese in sostituzione di un altro lavoro. Sarebbe dovuto restare pochi giorni…vi restò per tre anni consecutivi. A ME GLI OCCHI a cui si sarebbe aggiunto poco dopo il conciliante PLEASE, ottiene un successo di pubblico unico nella storia dello spettacolo del Novecento. Il Teatro Tenda nasce con l’intenzione di sdoganare il teatro dalle pastoie borghesi e dalla supponente intellighenzia, restituendo il teatro alla gente e la gente al teatro. Ci riesce in pieno proponendo una grande varietà di spettacoli, di artisti più o meno conosciuti nazionali e internazionali. Ma in Proietti e nel suo spettacolo il Teatro Tenda trova l’identificazione e il riferimento più completi. Il grande Eduardo disse… ”finalmente qualcuno continua”.
A ME GLI OCCHI oltre ad ottenere un successo popolare enorme, in un periodo, gli anni di piombo, in cui la gente è tutt’altro che invogliata a uscire di casa, si configura come una proposta fortemente innovativa che prende le mosse da una coraggiosa riflessione sul ruolo dell’attore. Proietti recupera e rivoluziona la tradizione eroica dell’attore mattatore, tentando la coabitazione di segni teatrali diversi, all’apparenza inconciliabili.
Nel 1976 è protagonista di una pellicola destinata ad avere un inaspettato successo postumo: FEBBRE DA CAVALLO con la regia di Steno. Il film diventa un cult-movie e la sua interpretazione di Mandrake, uno sfrenato scommettitore di corse di cavalli, è una delle più azzeccate. Accanto a lui, tra gli altri, anche Montesano e Carotenuto.


Nel 1978 assume la direzione artistica del Teatro Brancaccio di Roma. Inaugura la stagione con la COMMEDIA DI GAETANACCIO, scritto da Gigi Magni, con musiche di P. Pintucci e dello stesso Proietti. Questo è un vero e proprio musical incentrato sulla figura di Gaetano Santangelo, burattinaio creatore di Rugantino.
Nella stagione teatrale ’84 -’85 produce e interpreta CYRANO DE BERGERAC di E. Rostand. La regia è firmata da Proietti e da Ennio Coltorti. Della prestigiosa compagnia fanno parte tutti gli allievi del secondo corso del Laboratorio. Lo spettacolo è magnificente e l’interpretazione di Proietti è particolarmente intensa.
Nel febbraio del 1989 debutta al Teatro Sistina di Roma con I SETTE RE DI ROMA, una leggenda musicale di Luigi Magni, con musiche di Nicola Piovani, diretta da Pietro Garinei. Lo spettacolo racconta la storia e la leggenda di Roma dalle origini, di cui si presentano diverse ipotesi, alla fine della monarchia. Proietti vi interpreta dodici diversi personaggi con un’abilità sorprendente, si trasforma nel costume e nelle caratterizzazioni con una velocità ed una esattezza senza precedenti. Per ogni personaggio trova una verità, un tratto, una voce, una postura precisi. Lo spettacolo, che riscuote un successo uniforme e assoluto, determina mesi di tutto esaurito a Roma e nelle altre città dove viene proposto nella stagione successiva. Ne vengono realizzati un disco e una ripresa televisiva per la RAI Per la stagione teatrale ’93 ’94 mette in scena A ME GLI OCCHI BIS che celebra i suoi trenta anni di palcoscenico. La cassa delle “memorie del mio futuro”, come la definisce, diventa il contenuto e il contenitore reale e immaginario dello spettacolo, che inizia e finisce esattamente come il vecchio A ME GLI OCCHI ma che contiene un tempo e una memoria più vasti. Va in scena all’Olimpico di Roma per quasi sei mesi e in tournèe con un successo sempre più strabiliante. Sempre nel ’94 interpreta il Cardinale Mazzarino nel film LA FIGLIA DI D’ARTAGNAN. La produzione è francese e la regia è di Bertrand Tavernier. Nello stesso anno effettua le riprese di una nuova fiction tv: IL MARESCIALLO ROCCA con la regia di G. Capitani. Lo sceneggiato ottiene livelli d’ascolto da capogiro. Proietti ottiene un successo personale enorme e una popolarità unica. Ne verranno realizzate altre tre serie che avranno un riscontro sempre più ampio.
Nel marzo del 2002 produce, scrive dirige e interpreta IO TOTO E GLI ALTRI. Alle soglie dei quarant’anni di teatro Proietti perfeziona sempre di più il suo stile e le sue capacità straordinarie di attore, di affabulatore, di cantante raffinatissimo.
Nel 2008 gira l’ultimo capitolo della fortunata serie del Maresciallo Rocca intitolato IL MARESCIALLO ROCCA E L’AMICO D’INFANZIA con Giancarlo Giannini sceneggiatura di Franco Marotta e Laura Toscano,per Rai Uno. Riscuotendo l’ennesimo successo di pubblico e critica.
Nel 2009 torna nuovamente sul grande schermo interpretando un episodio del film UN’ESTATE AI CARAIBI regia di Carlo Vanzina. Nello stesso anno firma la regia lirica del NABUCCO di Giuseppe Verdi, al Teatro Verdi di Salerno, con la direzione musicale del maestro Daniel Oren. Nello stesso anno torna protagonista al teatro Sistina con DI NUOVO BUONASERA, spettacolo che riprenderà anche l’anno seguente per il grande successo.
Nel 2010 interpreta la vita di San Filippo Neri nella fiction PREFERISCO IL PARADISO per la regia di Giacomo Campiotti Rai Uno. Firma la regia lirica della CARMEN di Bizet, al teatro Verdi di Salerno con la direzione musicale di Daniel Oren.
Nell’estate del 2012 presenta nella spettacolare cornice delle Terme di Caracalla UNA SERATA CON GIGI PROIETTI con un’orchestra di 24 elementi diretta dal Maestro Mario Vicari, 10 coriste, le figlie Carlotta e Susanna e gli attori Claudio Pallottini, Loredana Piedimonte, Marco Simeoli e Virgilio Zernitz, che replicherà nell’estate del 2013.
Nel 2013 è il protagonista della fiction L’ULTIMO PAPA RE per Rai Uno, sempre con ottimi risultati. In occasione del decennale del Silvano Toti Globe Theatre 2003/2013 riprenderà lo spettacolo ROMEO E GIULIETTA di W. Shakespeare con una nuova idea registica. Una grandissima partecipazione da parte del pubblico composto soprattutto da ragazzi molto giovani. Avrà anche un grosso riscontro dai tutti gli organi di informazione e consensi da parte della critica.
Il 2013 lo vede anche impegnato nel doppiaggio di Anthony Hopkins in HITCHOCK, di Gandalf in LO HOBBIT – LA DESOLAZIONE DI SMAUG.
Nel Dicembre del 2013 esce la sua prima autobiografia TUTTO SOMMATO… QUALCOSA MI RICORDO edito da Rizzoli con più di 70.000 copie vendute.
Nel Marzo del 2014 cura la regia dello spettacolo REMEMBER ME? di Sam Bobrick con Sandra Collodel e Sebastiano Somma in scena al Teatro Golden di Roma. Tra Marzo e Aprile 2014 partecipa come giudice al programma televisivo LA PISTA in onda in prima serata su RaiUno.
Nell’Ottobre del 2014 è sempre protagonista di una collection di quattro film per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE regia di Luca Manfredi con ottimi ascolti e vincitrice di tutte e quattro le puntate. Nel Novembre del 2014 doppia il personaggio di Gandalf in LO HOBBIT – LA BATTAGLIA DELLE 5 ARMATE. L’anno 2015 lo vede nuovamente impegnato in teatro, l’ultimo suo spettacolo dal titolo CAVALLI DI BATTAGLIA UNA SERATA CON GIGI PROIETTI per festeggiare i suoi 50 anni di carriera, iniziato con una piccola tournée per poi approdare all’Auditorium Parco della Musica di Roma. Da Settembre a Dicembre registra il proseguimento della fortunata fiction per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE 2 regia di Luca Manfredi.
Nell’anno 2015 scrive il suo secondo libro DECAMERINO – NOVELLE DIETRO LE QUINTE edito da Rizzoli. Anno 2016: firma la regia dello spettacolo PAROLE PAROLE PAROLE di Adriano Bennicelli, con Carlotta Proietti e Matteo Vacca, in scena, dopo una piccola tournée, alla Sala Umberto di Roma… .mentre continua ad andare in scena, sempre applauditissimo, con CAVALLI DI BATTAGLIA all’Auditorium Parco della Musica, nella Sala Santa Cecilia al chiuso e alla Cavea in estate. L’anno 2017, segna il ritorno in televisione di Gigi Proietti con il programma CAVALLI DI BATTAGLIA, uno show tutto suo.
Nel 2018 arriva in tv la terza stagione della fiction per Rai Uno UNA PALLOTTOLA NEL CUORE 3 regia di Luca Manfredi, dove nuovamente lo vede come protagonista nei panni del giornalista investigativo Bruno Palmieri, un’edizione composta da 6 episodi. Ritorna l’appuntamento con il pubblico romano con il suo ultimo spettacolo CAVALLI DI BATTAGLIA, in estate all’aperto alla Cavea, e nella stagione invernale, alla Sala Santa Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica.
Nello stesso anno inizia una collaborazione con Alberto Angela come voce recitante nella suggestiva serie ULISSE: IL PIACERE DELLA SCOPERTA, 4 puntate, in onda ogni sabato sera su Rai Uno, il programma di divulgazione dedicato alla storia, all’arte e alla cultura.




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