“Constato che il M5S entra in modo serio nella discussione. Credo sia comune la preoccupazione che almeno un giorno della settimana sia dedicato a relazioni che siano altro da quelle lavorative. Non è un tema solo religioso”. A pronunciare queste frasi di apprezzamento nei confronti dei pentastellati in un’intervista al Corriere della Sera è niente meno che il direttore di Avvenire Marco Tarquinio, il quotidiano dei vescovi che, come se non bastasse, ha pubblicato nello stesso giorno un’intervista a Beppe Grillo. Tarquinio ha aggiunto ancora: “La sintonia è forte sulla lotta alle povertà e sul valore della partecipazione. Sono tanti i cattolici che partecipano alle iniziative del Movimento. Se guardiamo ai grandi temi (dal lavoro alla lotta alle povertà), nei tre quarti dei casi abbiamo la stessa sensibilità”. Che succede dunque? Considerando che Tarquinio è il direttore di Avvenire che è l’organo ufficiale della Conferenza Episcopale italiana, fare due più due diventa estremamente semplice. La Cei sposa Grillo e company? Oppure è un messaggio “in codice” al Pd e ai cattolici della maggioranza? Sta di fatto che sono partiti i distinguo ad iniziare da Famiglia Cristiana, il settimanale della famiglia paolina.
Intelligonews lo ha chiesto a Mario Adinolfi leader del Popolo della Famiglia
I vescovi italiani hanno rotto gli indugi? La Cei da oggi può essere chiaramente etichettata come grillina?
“Sono state fatte due mosse nello stesso giorno per mandare un segnale estremamente forte di sostegno ai 5Stelle. Da una parte l’intervista di Tarquinio al Corriere della Sera che sembra un endorsement per Luigi di Maio, e dall’altra l’intervista a Beppe Grillo pubblicata a tutta pagina sul giornale dei vescovi. In questo caso due indizi fanno una prova. Mi viene da avanzare un paragone storico. I vescovi appoggiarono il Fascismo, ma attesero almeno che Mussolini andasse al potere: ora mi sembra invece che l’ansia di salire sul carro del vincitore porti addirittura ad anticipare i tempi. Questo si chiama opportunismo”.
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Secondo Tarquinio vi sarebbe forte intesa fra cattolici e 5Stelle. E’ così?
“Non mi sembra proprio. Sui principi non negoziabili, aborto, matrimonio, eutanasia, il M5s si è mostrato completamente alternativo alla Chiesa Cattolica. Mi spiace che un segmento della Conferenza episcopale, e sottolineo segmento, abbia commesso un errore così marchiano”.
Il direttore di Avvenire parla di forte vicinanza sui temi economici e sociali.
“Mi verrebbe da chiedere: sui problemi economici e sociali qual è la proposta del Movimento 5Stelle che piace a Tarquinio? Se il punto di incontro è la difesa della chiusura domenicale nei centri commerciali, mi sembra una questione del tutto marginale per dire che ci si trova d’accordo sul 75% delle proposte grilline. Non credo che l’intera Cei possa ritrovarsi su questa linea. Sono certo che il cardinale Angelo Bagnasco, che ha sempre chiesto una netta distinzione fra la Cei, Avvenire e la politica, non possa essere felice di questa commistione per altro giustificata da ragioni risibili”.
E se fosse invece un messaggio ad altri? Il Pd per esempio, Alfano o i cattolici del centrodestra?
“Tutto ci può stare, quando si fanno riposizionamenti tecnici e tattici sullo scacchiere politico può succededere anche questo. Complessivamente è triste vedere Avvenire e la Cei muoversi sullo scenario politico con questa disinvoltura avaloriale e fare un’apertura di credito a chi faceva la finta eucaristia con i grilli essiccati. Non si può dare sponda a chi propone il matrimonio multiplo, triplo e così via, a chi si batte per le adozioni gay, per la legalizzazione della cannabis, per l’eutanasia. E’ chiaro che chi sostiene questo bagaglio di posizioni fa qualcosa di disinvolto e pericoloso. Credo che questa sia una mossa dei vertici Cei che non avrà un seguito dalla base. Anche perché credo che il M5S abbia già fatto il pieno dei voti cattolici e che quindi non serva l’endorsement dei vescovi per convincere quanti non lo hanno fatto fino ad oggi a votare Grillo e compagni”.
Ma chi nella Cei può avere interesse a far vincere il M5S?
“I nomi non vengono fatti ma non dimentichiamo che anche dopo il primo turno delle elezioni comunali a Roma ci furono indicazioni da parte di alcuni vescovi della Capitale in favore di Virginia Raggi. Indicazioni non ufficiali ma che non sono state mai smentite. Poi però ci si è ritrovati con il sindaco Appendino che a Torino, come primo atto, ha istituito l’Assessorato alle Famiglie, vi ha nominato a capo il presidente dell’Arcigay e ha tagliato del 25% i contributi alle scuole materne cattoliche. A quel punto ci si è resi conto di cosa significhi appoggiare un sindaco a 5Stelle. Dimostrare asservimento non è mai una mossa intelligente”.