La storia del Donbass come nessuno la racconta

1320
Donbass – Storia e dolore del Donbass, silenziato, taciuto, ignorato per 8 lunghi anni e raccontato in un articolo da Larissa Conti, originaria di Donetsk, rappresentante e portavoce della Repubblica Popolare di Donetsk in Svizzera.
1. Vorrei rammentarvi alcuni cenni storici che hanno portato alla formazione delle due repubbliche in Donbass.
La Russia e l’Ucraina hanno le origini e la storia comune indissolubili. La città di Donetsk (Yusovka) fu fondata nel 1869 dallo zar Alessandro II e la città Lugansk fu fondata 1795 dalla zarina Ekaterina II. Molte altre città ucraine furono fondate in vari periodi dalla dinastia di Romanov.
La rivoluzione bolshevica del 1917-1922 porta alla formazione della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina che fu membro fondatore dell’URSS.
Solo nel 1991, in seguito al golpe di stato e la successiva dissoluzione dell’URSS, l’Ucraina dichiara l’indipendenza.
L’8 dicembre 1991 la Russia, la Bielorussia e l’Ucraina fondano una Comunità degli Stati Indipendenti (CIS). Allo stesso tempo, gli Stati membri della CSI convengono sulla necessità di preservare sotto comando unificato lo spazio strategico-militare comune, compreso il controllo unificato sulle armi nucleari.
In trent’anni di esistenza, l’Ucraina diventa bersaglio degli interessi diretti degli USA, di varie ONG e del Fondo Monetario Internazionale, i quali influenzano in maniera sostanziale la politica e l’ideologia del paese, facendola allontanare sempre di più dai paesi della Comunità degli Stati Indipendenti.
Il golpe di stato del 18 febbraio 2014, fomentato e supportato pesantemente dai paesi membri della NATO, la destituzione del legittimo governo ucraino, nonché la successiva ideologia apertamente nazista russofoba causano le proteste in varie regioni dell’Ucraina e le insurrezioni contro l’ideologia nazista.
La popolazione di etnia russa viene sistematicamente discriminata e penalizzata dal potere centrale di Kiev, permettendo persino a frange neonaziste di perpetrare atti terroristici contro la parte russofona della popolazione.
La Crimea, che a quel tempo era una repubblica autonoma all’interno dell’Ucraina, decide di congiungersi con la Russia.
Nel mese di maggio del 2014, attraverso un referendum popolare, vengono proclamate due repubbliche indipendenti: la Repubblica Popolare di Donetsk e la Repubblica Popolare di Lugansk.
Per contrastare il separatismo, il governo di Kiev lancia un’azione militare (ATO) contro le due regioni separatiste che sfocia in una guerra fratricida durata 8 anni, causando oltre 14’000 morti in Donbass.
Il 21 febbraio 2022 la Russia ha riconosciuto le due repubbliche. L’atto di riconoscimento prevedeva anche la difesa militare.
2. La guerra in Donbass è stata dimenticata e oscurata dai media occidentali. Oltre due milioni e mezzo di profughi del Donbass sono fuggiti prevalentemente in Russia o in altre parti dell’Ucraina oppure all’estero. Non per giustificare, ma per cercare di capire il conflitto in corso, bisogna tenere presente gli eventi drammatici che ha fatto scattare l’azione militare nel prendere le difese delle due repubbliche.
Negli ultimi mesi Zelensky ha dichiarato di volersi riprendere il Donbass a qualsiasi costo. A gennaio di quest’anno è partita un’offensiva ucraina su tutti i fronti lungo la linea di contatto con le repubbliche, quelli che Enrico Mentana, dopo 8 anni di indipendenza, chiama ancora “le zone occupate dai ribelli filorussi”.
Il capo della Repubblica Popolare di Donetsk è stato barbaramente ucciso il 31 agosto 2018 in un attentato organizzato dai servizi segreti ucraini con un congegno a rilevamento facciale, esploso al suo passaggio in pieno centro di Donetsk.
Il 19 febbraio 2022 è stato compiuto un attentato contro il Ministro della difesa della Repubblica Popolare di Lugansk, al passaggio della sua auto è scattata una mina in strada. La centrale elettrica di Lugansk e il gasdotto pricipale dalla Russia sono stati fatti esplodere dai combattenti del battaglione Aidar, lasciando la città al buio e al freddo.
Le repubbliche si sono rivolte alla Duma russa con la richiesta di riconoscimento e di soccorso immediato, altrimenti nel giro di una settimana sarebbero stati annientati dagli ucraini e una volta conquistato il Donbass, il presidente Zelensky avrebbe avuto la strada spianata per riprendersi la Crimea via terra.
Non dimenticate che attualmente in Donbass vivono circa 800’000 persone con il doppio passaporto, quello della RP di Donetsk e di Lugansk e uno della Federazione Russa.
La Russia ha tentato tutte le vie diplomatiche percorribili per risolvere pacificamente la questione ucraina. Infatti abbiamo visto a gennaio e a febbraio andar vieni a Mosca dei Primi Ministri e dei ministri degli esteri per convincere Putin di lasciar perdere il riconoscimento.
Inoltre la portavoce del Ministero degli Esteri russo Maria Zakharova ha annunciato dopo l’incontro di Putin con Macron le condizioni necessarie per una de-escalation della crisi ucraina che sono: il ritorno dell’Ucraina allo stato neutrale, l’interruzione delle forniture di armi a Kiev, l’interruzione delle esercitazioni congiunte delle Forze armate ucraine e della NATO, il richiamo immediato di tutti gli istruttori e consulenti stranieri dal territorio ucraino.
Prima di riconoscere le repubbliche, Putin ha fatto le ultime due telefonate a Macron e a Schulz, avvisando loro che stava per proclamare il riconoscimento, i quali si sono limitati ad esprimere il loro disappunto ed evacuare tutte le sedi diplomatiche nonché la rappresentaza della NATO da Kiev.
Lo scopo dell’operazione militare in corso è quello di smilitarizzare l’esercito ucraino che incessantemente per 8 anni ha violato i confini delle due repubbliche, nonché la denazificazione dell’Ucraina, invasa dai militanti di estrema destra che hanno come scopo quello di sterminare i russi in Ucraina orientale.
3. L’importo totale dell’assistenza militare da Washington all’Ucraina negli ultimi 7 anni ammonta ad oltre 2,5 miliardi di dollari.
Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato americano, solo nel 2022 un lotto di armi letali per un valore di circa 200 milioni di dollari è stato inviato in Ucraina, la seconda spedizione di questo tipo negli ultimi tempi.
All’ultima conferenza di Monaco, tenutasi il 19 febbraio 2022, Zelensky ha annunciato la sua intenzione di porre fine al Memorandum di Budapest (non proliferazione nucleare). L’essenza di questo documento internazionale è il divieto di sviluppo, distribuzione e uso di armi nucleari da parte dell’Ucraina.
Nel 2015, Oleksandr Turchynov, che a quel tempo era il segretario del Consiglio nazionale per la sicurezza e la difesa dell’Ucraina, rispondendo ad una domanda sulla possibilità di creare una bomba atomica “sporca”, ha detto: “Utilizzeremo tutte le risorse che abbiamo, anche per creare armi efficaci”.
Secondo la valutazione dei russi, l’Ucraina sarebbe in grado di creare una bomba atomica “sporca” utilizzando le strutture esistenti per la produzione dei missili, per il quale può essere utilizzato il combustibile nucleare esaurito delle centrali nucleari operanti in Ucraina.
Inoltre la Russia era a conoscenza di 26 laboratori americani a doppio scopo sul suolo ucraino per le ricerche batteriologiche. Il fatto è stato denunciato dalla Russia al Consiglio di Scurezza dell’ONU in questi giorni. La maggior parte di questi laboratori sono già stati messi al sicuro dai russi.
I paesi occidentali finanziano organizzazioni non governative in Ucraina che hanno come obiettivo principale l’incitamento all’odio nei confronti dei russi.
Nel dicembre 2019, una rete di centri operativi psicologici e informativi (CIPSO) è stata dispiegata sul territorio dell’Ucraina. Questi centri sono altrimenti chiamati “truppe dell’informazione”, le cui attività mirano a incitare all’odio per tutto ciò che è russo. La loro rete comprende sia tutti i media ufficiali ucraini che diverse migliaia di risorse su Internet: siti di informazione e notizie, canali, “pubblici” nei social network, gruppi coordinati di utenti dei social network (“bot farm”).
Un altro capitolo vergognoso sono persecuzioni dei russi e di lingua russa in Ucraina. Poroscenko ha definito nel 2014 gli abitanti russi nel Donbass dei “subumani” che dovevano essere sterminati.
Persone di lingua russa sono state deliberatamente bruciate nella “Casa dei sindacati” di Odessa il 2 maggio 2014. Gli autori non sono stati puniti fino ad oggi, la mostruosa tragedia non è neppure oggetto di indagine in Ucraina.
Nel giugno 2018, Irina Farion, ex deputata della Rada e attiva oppositore della lingua russa, ha esortato a “prendere a calci nella mascella chi parla russo”.
Nel marzo 2020 Zelenskyy ha firmato una legge che proibiva l’insegnamento della lingua russa in Ucraina a partire da settembre 2020.
Il 1 ° luglio 2021, la Verkhovna Rada ha adottato la legge “Sui popoli indigeni dell’Ucraina”. Hanno sottolineato che i russi non appartengono ai popoli indigeni dell’Ucraina.
Questo fatto è un falso, una contraffazione storica.
4. La Svizzera ha perso l’occasione di rimanere neutrale per fungere da mediatore nel conflitto dei paesi NATO con la Russia.
Da dicembre la Russia riceve informazioni sui piani della NATO di schierare 4 brigate militari (2 terrestri, 1 marittima, 1 aerea) sul territorio dell’Ucraina e una brigata aerea con la capacità di trasportare testate nucleari. La NATO ha concordato questo dispiegamento di truppe nell’estate del 2022 in una riunione del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.
Quindi, molto probabilmente entro la fine dell’anno, avrebbero provocato un conflitto e lanciato contro la Russia operazioni militari su vasta scala con l’uso di armi nucleari.
Al fine di prevenire la terza guerra mondiale e un attacco alla Russia con armi nucleari, il governo ha deciso di fermare questa situazione e ristabilire l’ordine direttamente in Ucraina.
L’esercito ucraino (AFU), sotto la guida dei battaglioni nazionali, si stava preparando per iniziare un’operazione militare nel Donbass il 25.02.22.
Putin era letteralmente un giorno avanti rispetto ai piani di Kiev e dell’Occidente, che hanno permesso di prendere l’iniziativa strategica.
Circa una settimana prima dell’inizio dell’operazione speciale russa, Eduard Basurin, Ministro della Difese della RPD riferì di una mappa dell’attacco al Donbass che fu intercettata dalle forze armate ucraine.
Era chiaramente stabilito lì quando sarebbero stati sferrati attacchi di artiglieria a lungo raggio, quando l’MLRS, se con l’aviazione, quindi attacchi del gruppo tattico operativo (OTG), rispettivamente “Nord”, “Sud” ed “Est”.
Il battaglione “Vostok (Est)” avrebbe dovuto agire in direzione di Donetsk e Lugansk.
Sono stati concessi tre giorni per raggiungere il confine e unirsi con il battaglione “YUG”, che avrebbero poi agito insieme al battaglione “Aidar”, che, secondo il piano, avrebbe dovuto svolgere il ruolo di un distaccamento.
Nel nord, zona Luhansk, le forze armate ucraine avrebbero dovuto operare sotto la copertura del “settore destro”, avrebbero dovuto incontrarsi nella regione di Komsomolsk a sud di Donetsk e tagliare le repubbliche dal confine con la Russia.
Entro due giorni si prevedeva di iniziare una “pulizia completa”.
Inoltre, non avevano intenzione di catturare in questa fase Donetsk, Lugansk e molte altre città, ma semplicemente circondare e bloccare, cioè era previsto un blocco completo degli insediamenti, prima di una “pulizia completa”.
C’è la convinzione che questo piano sia stato sviluppato insieme ai curatori della NATO, perché gli americani in precedenza avevano trasferito circa 5mila dei loro soldati in Polonia, più c’era anche l’esercito polacco – secondo il piano, avrebbero dovuto bloccare il gruppo russo di Kaliningrad, in modo che in tal caso non potesse avanzare nel territorio attaccato di sud-est Ucraina.
Il secondo raggruppamento è costituito da un migliaio di soldati della brigata Stryker (veicoli corazzati) in Romania. Questo gruppo ha bloccato la Transnistria in modo che le forze di pace di stanza lì non sarebbero state in grado di avanzare attraverso il sud fino a Odessa.
Era tutto un insieme di azioni che avrebbero avuto inizio nella notte tra il 24 e il 25 febbraio.
In effetti, le azioni delle forze armate ucraine erano previste solo un giorno dopo l’attacco russo.
Perché sono così isterici? Perché tutto era pronto per impadronirsi del territorio, e poi improvvisamente, un giorno prima, le unità della LPR e della DPR hanno iniziato a operare attivamente con il supporto delle forze armate RF.
Prima di tutto, gli aeroporti e le piste sono stati attaccati in modo che fosse impossibile far atterrare aerei da trasporto con armi provenienti dagli Stati Uniti e da altri paesi, i posti di comando, i sistemi di difesa aerea, le stazioni radar, le divisioni missilistiche antiaeree, ecc. sono stati disabilitati.



Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *