Lavoro in hotel: è stagionale più della metà degli occupati

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Lavoro – Bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto riguardo l’occupazione stagionale nel turismo? Dipende dai punti di osservazione: per Federalberghi, che ha dedicato una apposita ricerca sul tema, dei 430mila lavoratori dipendenti nel settore dell’hôtellerie, circa 245milaquindi più della metà – sono lavoratori stagionali, in aumento del 2,2% rispetto al 2023.

Secondo Bernabò Bocca, presidente di Federalberghi, il bicchiere è mezzo pieno perché: «I dati presentati forniscono un quadro estremamente positivo dell’occupazione nel nostro settore, che aumenta rispetto agli anni precedenti, recupera completamente quanto perso negli anni della pandemia e si consolida».

Per la federazione che rappresenta circa 27mila alberghi sugli oltre 30mila attivi sul territorio, la stagionalità, spesso vista come una criticità strutturale, è in realtà un fenomeno complesso e ambivalente che può trasformarsi in una risorsa preziosa per uno sviluppo più sostenibile, equilibrato e integrato dei territori.

Nel commentare i dati della ricerca Federalberghi, la ministra del Turismo, Daniela Santanchè, ha sottolineato: «Il settore ricettivo si riconferma pilastro del turismo italiano, con oltre 430mila posti di lavoro, fornendo così un contributo fondamentale al mercato del lavoro e all’intera economia nazionale: un dato che descrive un balzo del 19% sui numeri pre-Covid. Il lavoro stagionale aumenta del 2,2% sullo scorso anno, configurandosi come vera e propria risorsa per uno sviluppo sostenibile e virtuoso dei territori. La componente straniera, in questo, gioca un ruolo determinate e riafferma l’utilità e l’efficacia strategiche del decreto flussi con cui il governo ha incentivato un’immigrazione legale, controllata e qualificata nel comparto».

Dall’analisi al microscopio dell’occupazione nel settore alberghiero emerge inoltre che due terzi dei lavoratori stagionali sono italiani, a riprova del grande contributo fornito da questa categoria di lavoratori a un settore strategico della nostra economia. Anche tra gli stagionali si conferma il contributo maggioritario del lavoro femminile (54,1%).

Inoltre la metà dei lavoratori stagionali del settore turistico ricettivo ha meno di 40 anni e la retribuzione media giornaliera, sempre nel 2024, dei lavoratori stagionali è stata di 85 euro (+2,4% rispetto all’anno precedente). Le giornate lavorate per i lavoratori stagionali sono state in media 149 e, rispetto al periodo pre-pandemico, le giornate lavorate sono aumentate del 4,9% e la retribuzione giornaliera del +15% sempre rispetto al 2023.

E nella mappatura geografica, tra le regioni che vantano il più alto indice di occupati nell’hotellerie, primeggiano il Trentino Alto Adige con oltre 38mila dipendenti, seguito dall’Emilia Romagnacon 31mila addetti che presentano anche la più alta percentuale di stagionali, oltre il 70%. Dietro queste due regioni figurano poi il Veneto con 23mila occupati e la Campania con 22mila dipendenti.




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