Libano: i Caschi Blu italiani assicurano il controllo della linea di demarcazione tra Libano e Israele

225

Libano –  A pochi giorni dal rinnovo della risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che ne legittima la presenza in Libano, i Caschi Blu italiani della missione UNIFIL (United Nation Interim Force in Lebanon), continuano senza sosta, ad assicurare il controllo della propria area di responsabilità. In particolare i militari della Joint Task Force Lebanon, su base Brigata Aosta, hanno assunto il comando del Settore Ovest della missione da circa un mese e ad oggi hanno già effettuato oltre 7.000 attività di monitoraggio della linea di demarcazione (Blue Line) e del settore assegnato dalla missione, di cui oltre 1.500 condotte dalla componente di manovra italiana, contribuendo non solo alla stabilità dell’area, ma soprattutto a dare impulso all’incremento della percezione di sicurezza da parte della popolazione locale che, grazie alle oltre 750 pattuglie effettuate in concorso con le LAF (Lebanese Armed Forces), ripone piena fiducia nelle proprie istituzioni e nella missione UNIFIL.
A queste attività, si aggiungono quelle di cooperazione civile e militare (CIMIC) per la pianificazione e realizzazione di progetti di aiuto alla popolazione, le cui esigenze emergono grazie ai quotidiani incontri che i comandanti ai vari livelli svolgono con i rappresentanti delle autorità civili e religiose del Libano del Sud (Key Leader Engagement).
La Blue Line rappresenta quella linea pratica di demarcazione, lunga 120 chilometri di cui 60 nell’area della Joint Task Force Lebanon (JTF-L) – Sector West, che separa il Libano da Israele e che, convenzionalmente, permette l’identificazione di violazioni accidentali tra le parti.
La Task Force di manovra a guida italiana (Italbatt), su base reggimento 5° reggimento fanteria Aosta di Messina con il gruppo squadroni del reggimento Lancieri d’Aosta (6°) di Palermo, il battaglione logistico del reggimento logistico Aosta, una compagnia del 4° reggimento genio guastatori di anch’essi di Palermo, unitamente a personale specialistico del 28° reggimento Pavia di Pesaro, del Multinational Cimic Group di Motta di Livenza (PN) e delle Forze Armate della Repubblica di Serbia, assicura, quotidianamente, sulla base della risoluzione n. 1701 del 2006 delle Nazioni Unite, il monitoraggio della cessazione delle ostilità, favorendo il mantenimento della stabilità nell’area di interesse, in un contesto in cui l’equilibrio si coniuga con l’operato imparziale e trasparente dei peacekeeper del contingente italiano.
La missione italiana in Libano a guida Brigata Meccanizzata Aosta, al suo terzo mandato nella Terra dei Cedri con i colori delle Nazioni Unite, ha la responsabilità del Settore Ovest di UNIFIL in cui operano 3.800 Caschi Blu di 16 dei 48 paesi contributori alla missione ONU e di cui fanno parte oltre 1.000 Caschi Blu italiani. Negli ultimi giorni la Moldavia si è aggiunta tra i paesi che contribuiscono allo staff del comando.
Il pattugliamento del tratto della Blue Line che insiste nell’area di Italbatt, insieme al contributo ghanese (Ghanbatt), irlandese e polacco (Irishpolbatt) nelle rispettive zone di pertinenza sotto il comando italiano, costituisce l’asse portante della stabilità del settore.
Le attività svolte in Teatro Operativo sono condotte sotto il coordinamento e secondo le direttive impartite dal Comando Operativo di Vertice Interforze (COVI), guidato dal Generale di Corpo d’Armata Francesco Paolo Figliuolo.
Il COVI è l’organo di staff del Capo di Stato Maggiore della Difesa, deputato alla pianificazione, coordinazione e direzione delle operazioni militari, delle esercitazioni interforze nazionali e multinazionali e delle attività a loro connesse.