Orban ed il suicidio dell’occidente

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Orban – L’Occidente si sta “suicidando” e “questo decennio sarà un’era di insicurezza e guerre”. Drastiche considerazioni e profezie nefaste, ma il discorso pronunciato  da Viktor Orban è innanzitutto un durissimo j’accuse all’Europa che avrebbe abdicato alla propria identità. Il premier ungherese, durante la cerimonia della sua investitura davanti al Parlamento, si è detto convinto che prima l’approccio generale al Covid e adesso la guerra sanzionatoria dell’Ue alla Russia – due fattori ai quali va unito l’aumento dei tassi di interesse americani – stiano provocando “una crisi energetica” e “hanno inaugurato un’era di alta inflazione” che ci sta facendo sprofondare in “un’era di recessione, recessione economica, in cui si alterneranno periodi di stagnazione, recessione e crescita modesta”.

Infatti Secondo il primo ministro ungherese è in atto una “ondata suicida” che sta agitando il “mondo occidentale”, il quale “sta sperimentando il grande programma di sostituzione”. Orban ha fatto dunque un riferimento implicito alla cosiddetta “Grande Sostituzione”, ovvero alla sostituzione deliberata dei popoli europei con popolazioni provenienti da altri continenti.

flussi migratori agevolati sono alla base di un vero e proprio piano pericolosissimo non soltanto per l’identità europea, ma anche per i popoli stessi che abitano il vecchio continente. A suo avviso questo “programma vuole sostituire i bambini cristiani in via di estinzione con migranti di altre civiltà”. E’ un piano di “un’Europa liberale che trascende gli Stati-nazione e il cristianesimo e non fa nulla per sostituire queste forze di conservazione: la migrazione verso i Paesi ricchi si sta intensificando con forza tettonica”.

Non solo, Orban ha colto l’occasione per attaccare di nuovo a gamba tese le teorie gender: “Vedo allo stesso modo la follia” delle teorie di genere, ha precisato il premier ungherese che lo scorso aprile ha stravinto le elezioni giurando per il quarto mandato consecutivo. In questo momento, secondo Orban, l’Ungheria rappresenta una “oasi del buon senso” in cui “la benedizione di Dio resta importante”. E’ “l’ultimo baluardo, con la Polonia, dell’Occidente cristiano conservatore”. Identità a cui “l’Unione europea ha rinunciato”.




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