Papa Francesco e la pedofilia

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La pedofilia “una tragedia. Non dobbiamo tollerarla, i colpevoli vanno puniti severamente”. Queste le parole pronunciate con fermezza dal Pontefice in una piazza San Pietro gremita di fedeli.

Nonostante difficoltà e sofferenze “non siamo soli! E il segno della presenza dello Spirito Santo è anche la pace che Gesù dona ai suoi discepoli: «Vi do la mia pace» (v. 27). Essa è diversa da quella che gli uomini si augurano e tentano di realizzare. La pace di Gesù sgorga dalla vittoria sul peccato, sull’egoismo che ci impedisce di amarci come fratelli”. Lo ha detto papa Francesco questa mattina, prima di recitare il Regina Caeli. Il pontefice ricorda la Pasqua degli ortodossi, la tragedia umanitaria provocata dalla guerra in Siria e auspica maggior rispetto della dignità umana nel mondo del lavoro.

Commentando il Vangelo odierno, il papa ha sottolineato come prima di affrontare la Passione, “Gesù promette agli Apostoli il dono dello Spirito Santo, che avrà il compito di insegnare e di ricordare le sue parole alla comunità dei discepoli. Lo dice Gesù stesso: «Il Paraclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto» (Gv 14,26). Insegnare e ricordare: “Questo è quello che fa lo Spirito Santo nei nostri cuori”.

Come non ricordare il costante impegno di Bergoglio contro la pedofilia: Il 5 aprile 2013 Papa Francesco, ricevendo in udienza l’arcivescovo Gerhard Ludwig Müller, prefetto della Congregazione per la dottrina della fede, gli “ha raccomandato che la Congregazione, continuando nella linea voluta da Benedetto XVI, agisca con decisione per quanto riguarda i casi di abusi sessuali, promuovendo anzitutto le misure di protezione dei minori, l’aiuto di quanti in passato abbiano sofferto tali violenze, i procedimenti dovuti nei confronti dei colpevoli, l’impegno delle Conferenze episcopali nella formulazione e attuazione delle direttive necessarie in questo campo tanto importante per la testimonianza della Chiesa e la sua credibilità”.

Il 15 maggio 2013, dopo l’appello dell’arcivescovo di Glasgow Philip Tartaglia, papa Francesco ha allontanato il cardinale scozzese Keith O’Brien. Per l’arcivescovo emerito di Saint Andrews ed Edimburgo è stato previsto l’abbandono della Scozia e il ritiro per un percorso di penitenza e preghiera.Il cardinale O’Brien si era dimesso in febbraio dopo che alcuni quotidiani britannici avevano pubblicato denunce di comportamenti sessuali inappropriati nei confronti di tre sacerdoti. Il 20 marzo 2015 la Sala Stampa della Santa Sede ha annunciato che papa Francesco ha accettato la sua rinuncia ai diritti e alle prerogative del cardinalato previsti dai canoni 349, 353 e 356 del Codice di diritto canonico. O’Brien ha perso così il diritto di partecipare a un eventuale conclave, ai concistori e ad ogni riunione riservata al Sacro Collegio.

Il 5 dicembre 2013, il cardinale Sean Patrick O’Malley ha annunciato che su proposta del Consiglio dei Cardinali, il papa ha approvato l’istituzione di una Commissione per la protezione dei fanciulli; l’istituzione ufficiale è avvenuta il 22 marzo 2014.

Nonostante questo, il 5 febbraio 2014, le Nazioni Unite hanno chiesto che il Vaticano “rimuova immediatamente” tutti i sacerdoti riconosciuti colpevoli o sospettati di abusi su minori e li denunci alle autorità.

L’11 aprile 2014, nel corso dell’udienza all’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia, papa Francesco ha confermato l’impegno nella lotta contro la pedofilia ed ha chiesto perdono per gli abusi commessi sui minori da parte dei sacerdoti: “ Mi sento chiamato a farmi carico di tutto il male che alcuni sacerdoti – abbastanza, abbastanza in numero, ma non in proporzione alla totalità – a farmene carico e a chiedere perdono per il danno che hanno compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini. La Chiesa è cosciente di questo danno. È un danno personale e morale loro, ma di uomini di Chiesa. E noi non vogliamo compiere un passo indietro in quello che si riferisce al trattamento di questo problema e alle sanzioni che devono essere comminate. Al contrario, credo che dobbiamo essere molto forti”.

Da rammentare anche altre chiare parole del Vescovo di Roma: “ La corruzione di un fanciullo è quanto di più terribile e immondo si possa immaginare”, “la Chiesa lotta perché il vizio sia debellato e l’educazione recuperata. Ma anche noi abbiamo questa lebbra in casa”. Lo ha sottolineato Papa Francesco in un colloquio che ebbe con il giornalista Eugenio Scalfari che aprì la prima pagina del quotidiano La   Repubblica.

Il ragionamento del Papa è sempre partito nel suo ragionamento dall’educazione, che “sembra quasi aver disertato le famiglie”, e questo fenomeno “è una gravissima omissione ma non siamo ancora nel male assoluto”, come sono invece “la corruzione, il vizio, le pratiche turpi imposte al bambino e poi praticate”.

“Molti miei collaboratori che lottano con me mi rassicurano con dati attendibili che valutano la pedofilia dentro la Chiesa al livello del due per cento”, ha spiega Francesco che lo reputa “gravissimo”: vuol dire che “il due per cento di pedofili sono sacerdoti e perfino vescovi e cardinali. E altri, ancor più numerosi, sanno ma tacciono, puniscono ma senza dirne il motivo”.

Il Papa ha sottolineato che quello della pedofilia, assieme alla mafia sono “due principalissime questioni”. “La nostra denuncia della mafia – aggiunge al proposito – non sarà fatta una volta tanto ma sarà costante”. Poi avverte quelle donne “legate alla mafia da vincoli di parentela” con i mafiosi e che “frequentano assiduamente le chiese dei loro paesi”, “pensano che Dio perdoni le orribili malefatte dei loro congiunti?”. E sa, che oltre ai mafiosi che fanno la comunione e partecipano ai sacramenti, ci sono “alcuni sacerdoti” che “tendono a sorvolare sul fenomeno mafioso”. Sul pentimento nell’ultimo momento dell’esistenza: “Noi non giudichiamo ma il Signore sa e giudica. La sua misericordia è infinita ma non cadrà mai in trappola. Se il pentimento non è autentico la misericordia non può esercitare il suo ruolo di redenzione”.

Anche le sacre scritture sono chiare sull’argomento: Matteo 18:2-6 dice “E Gesù, chiamato a sé un piccolo fanciullo, lo pose in mezzo a loro 3 e disse: «In verità vi dico: se non vi convertite e non diventate come piccoli fanciulli, voi non entrerete affatto nel regno dei cieli. 4 Chi dunque si umilierà come questo piccolo fanciullo, sarà il più grande nel regno dei cieli. 5 E chiunque riceve un piccolo fanciullo come questo in nome mio, riceve me. 6 Ma chi avrà scandalizzato uno di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse legata una macina d’asino al collo e che fosse sommerso nel fondo del mare”.




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