Sport e cronaca – Kobe Bryant: il mondo dello sport ricorda il grande cestista

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Kobe Bryant – Tragedia nel mondo dell’NBA: Kobe Bryant è morto in un incidente di elicottero in California, nella contea di Los Angeles. Il 41enne, leggendaria guardia dei Lakers, era a bordo del suo elicottero privato con almeno altre otto persone, tutte morte. Tra le vittime anche una delle quattro figlie, la 13enne Gianna Maria detta GiGi. Gianna Maria, era la primogenita di Kobe e la moglie Vanessa, ed era un astro nascente del basket femminile. Il gruppo era diretto verso la Mamba Academy di Thousand Oaks per un allenamento di basket.

 

L’elicottero con a bordo Kobe Bryant era un Sikorsky S-7 bi-turbina prodotto nel 1991. Si tratta di un modello utilizzato anche in ambito governativo e militare. Ha volato per lo Stato dell’Illinois fino al 2015 poi è stato venduto all’ex campione del basket che lo utilizzava personalmente per spostarsi con familiari, colleghi e amici.

 

Il Los Angeles Times ha parlato direttamente con Kurt Deetz, pilota che ha affermato di aver volato spesso con Bryant sullo stesso elicottero, velivolo privato del giocatore di basket, che si è schiantato domenica. Ha detto che l’S-76B, il modello di elicottero usato da Bryant, era considerato più che sicuro, paragonandolo a “una Cadillac, una limousine del cielo”. Deetz ha sostenuto che, dunque, l’elicottero non presentava alcun problema, in perfette condizioni. Più che il veivolo potrebbero essere state le condizioni nebbiose nell’area dello schianto di domenica la probabile la causa della tragedia: “La probabilità di un guasto totale del motore gemello su quell’aeromobile – ha confermato Deetz – semplicemente non può succedere”

 

Tuttavia, un testimone dell’incidente, Jerry Kocaharian, ha dichiarato sempre al Los Angeles Times che l’elicottero sembrava presentare problemi di volo prima di cadere a terra con il pilota che sembrava essere in difficoltà: “Non aveva un buon rumore e stava volando davvero basso forse troppo”, ha detto Kocharian. “L’ho visto cadere ed esplodere. Ma è stato difficile capire cosa stesse accadendo perché c’era una fitta nebbia”

Kobe Bryant è sempre stato famoso per i suoi spostamenti in elicottero e quando giocava per i Lakers usava il suo Sikorsky S-76 per trasferirsi dalla sua villa di Newport Beach fino allo Staples Center di Los Angeles.  Proprio questo lussuoso mezzo è stato però la causa della sua prematura  fine.

Considerato uno dei migliori giocatori della storia del basket, Kobe Bryant è uno dei sette giocatori ad aver segnato oltre 30.000 punti carriera. Bryan aveva fatto la sua intera carriera con i Lakers, vincendo cinque campionati Nba e 18 titoli All-Star prima di ritirarsi nel 2016.

 

Kobe Bean Bryant nasce il 23 agosto del 1978 a Filadelfia, negli Stati Uniti, figlio di Joe Bryant, giocatore di basket che militò in squadre italiane: per questo Kobe Bryant da piccolo cresce nel nostro Paese, seguendo la carriera di papà, prima a Rieti, poi a Reggio Calabria, quindi a Pistoia e infine a Reggio Emilia.

Tornato in America, frequenta la high school e diventa famoso conquistando, con la Lower Merion High School (istituto di un sobborgo di Fildalfia), il titolo nazionale e battendo il record di punti di Wilt Chamberlain nel quadriennio del liceo. Non ancora diciottenne, nel 1996 si dichiara eleggibile per il Draft Nba desideroso di passare tra i professionisti senza frequentare il college: a sceglierlo, come numero 13, sono gli Charlotte Hornets, che però lo cedono ai Los Angeles Lakers in cambio del centro Vlade Divac.

Nel corso della prima stagione con i giallo-viola, Kobe Bryant totalizza più di sette punti di media a partita, essendo riserva di Nick Van Exel e di Eddie Jones, e vince lo Slam Dunk Contest, cioè la sfida delle schiacciate, in occasione dell’All Star Game, davanti a Chris Carr e a Michael Finley. La stagione successiva Bryant raddoppia il proprio bottino, con una media punti di oltre 15 a partita: i tifosi, intanto, inseriscono il suo nome nel quintetto base per l’All Star Game, e Bryant diventa il più giovane titolare di sempre.

Alla fine dell’anno, con i Lakers che giungono in finale di Conference, la guardia di Filadelfia viene eletta secondo miglior sesto uomo dell’anno, per poi diventare, dopo l’estate, titolare nel quintetto dei Lakers.

Nell’estate del 1999 a Los Angeles accolgono come allenatore Phil Jackson, che porta Bryant e compagni a vincere tre titoli Nba di seguito, dal 2000 al 2002. Nel 2003, invece, arriva la sconfitta nei playoff contro San Antonio, prima delle finali del 2004 in cui, però, a vincere a sorpresa sono i Detroit Pistons.

 

Nel frattempo, però, Bryant deve fare i conti con alcuni inaspettati guai giudiziari: il 4 luglio del 2003, infatti, viene arrestato con l’accusa di aver tentato di compiere violenza nei confronti di una cameriera di un hotel del Colorado. Il giocatore ammette di avere avuto un rapporto con la ragazza, sostenendo – però – che si trattava di un rapporto consensuale e che, quindi, non c’era stata alcuna violenza. Dopo il pagamento di 25mila dollari di cauzione, Kobe viene rilasciato: le udienze in tribunale iniziano ad agosto, e nell’agosto del 2004 i legali della ragazza decidono di ritirare le accuse, anche se proseguono con una causa civile.  L’episodio, in ogni caso, ha pesanti conseguenze per il cestista: molti sponsor, tra i quali Nutella, rompono il contratto con lui, e anche Adidas, sponsor tecnico personale, decide di non rinnovare l’accordo. Nel giro di breve tempo, comunque, Kobe Bryant si rifà sottoscrivendo un contratto con Nike per otto milioni di dollari.

 

Tornato a concentrarsi sulle vicende del campo, Kobe – complici i rapporti non idilliaci con il suo compagno di squadra Shaquille O’Neal – prova a testare il mercato dei free agent, tornando ben presto sui propri passi e rinnovando il contratto con Los Angeles per altri sette anni per una cifra complessiva di poco meno di 140 milioni di dollari.

Nel frattempo la panchina dei Lakers vede diversi cambiamenti: Jackson se ne va, e al suo posto arriva Rudy Tomjanovich. Dopo l’esperienza di Frank Hamblen, tuttavia, si rende necessario il ritorno di Jackson.

Intanto Bryant continua a entusiasmare: il 22 gennaio del 2006 segna, contro i Toronto Raptors, ben ottantuno punti, in una vittoria stratosferica di 122 a 104, con il secondo miglior punteggio di sempre in un match Nba; merito di diciotto punti su venti dai tiri liberi, sette tiri da tre andati a segno su tredici tentati e ventuno tiri da due, con in più due assist, una stoppata, tre recuperate e sei rimbalzi.

Nell’estate dello stesso anno Bryant si sottopone un’operazione al ginocchio, ma il rientro in campo non lascia traccia del passaggio sotto i ferri: a marzo del 2007 Kobe Bryant diventa il quarto giocatore della storia della pallacanestro, dopo Wilt Chamberlain, Michael Jordan ed Elgin Baylor, a segnare in tre partite di seguito almeno cinquanta punti.

Il 5 dicembre del 2012, in occasione del match vinto contro i New Orleans Hornets, tocca i 30mila punti in Nba, il più giovane di sempre a raggiungere questo traguardo; pochi mesi più tardi, però, è vittima di un infortunio al tendine d’Achille piuttosto grave, che per qualche tempo fa pensare anche a una conclusione anticipata della sua carriera.

Ritrovatosi dopo la pausa forzata, torna sul parquet nella stagione 2014/2015, durante la quale supera Michael Jordan nella graduatoria dei realizzatori di tutti i tempi arrivando in terza posizione dopo Kareem Abdul-Jabbar e Karl Malone.

Il 29 novembre del 2015 annuncia la propria decisione di ritirarsi, con una lettera dedicata al basket inviata a “The Player’s Tribune”: gioca il suo ultimo match il 13 aprile 2016, siglando sessanta punti contro gli Utah Jazz.

Era stato anche due volte oro olimpico, aiutando l’equipe statunitense delle star Nba a ottenere il titolo nel 2008 a Pechino e nel 2012 a Londra. Nel 2018 aveva anche vinto un Oscar per il film breve, ‘Dear Basketball’. Dopo il suo ritiro, nel 2016, i Lakers avevano ritirato entrambe le maglie usate da Kobe Bryant, la 8 e ala 24, un onore mai riservato ad altri giocatori della franchigia californiana. –




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