Accademia di Romania – Divina Commedia. L’Inferno nella visione di Marcel Chirnoagă

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Accademia di Romania – Nell’ambito della serie di manifestazioni culturali intitolate “Dante in Romania e nel mondo” organizzate dall’Accademia di Romania in Roma in occasione del 7˚ Centenario della morte di Dante, nelperiodo 11 – 31 ottobre 2021, l’Accademia di Romania in Roma e il Museo Nazionale della Letteratura Romena di Bucarest, con il patrocinio del Comitato Dante 700 e dell’Ambasciata di Romania in Italia, presentano la mostra d’arte „La Divina Commedia. L’Inferno nella visione di Marcel Chirnoagă”, mostra che riunisce una selezione di 21 opere grafiche realizzate da Marcel Chirnoagă nel 1980: DanteLe tre fiereCaronteFrancesca da RiminiCerberoLe ErinniGli eretici, Il MinotauroI violentiI suicidiGerione, I DiavoliGli ipocritiI ladriGli adulatori, UlisseBertran de BornI traditoriLuciferoI falsari e Virgilio.

L’inaugurazione della mostra avrà luogo lunedì, 11 ottobre 2021, ore 18:00, presso la Galleria d’Arte dell’Accademia di Romani in Roma (Viale delle Belle Arti 110), nel primo giorno del convegno internazionaleDante in România e nel mondo: ricezione, traduzioni, fortuna e vita nuova (11-12 ottobre 2021). Ai lavori del convegno organizzato dall’Accademia di Romania in Roma a dall’Università Roma Tre – Dipartimento di Lingue, Letterature e Culture Straniere, con il patrocinio del Comitato Dante 700 e dell’Ambasciata di Romania in Italia, parteciperanno: Roberto Antonelli (keynote speaker, presidente dell’Accademia Nazionale dei Lincei e professore presso l’Università „La Sapienza” – Roma), Corrado Bologna (keynote speaker, professore presso la Scuola Normale di Pisa), Lucia Battaglia-Ricci (Università di Pisa, Università Roma Tre), Corin Braga e Monica Fekete (Università Babeș-Bolyai di Cluj-Napoca), Smaranda Elian e Corina Anton (Università di Bucarest), Dinu Flămând (scrittore), Bruno Mazzoni (Università di Pisa), Luisa Valmarin, (Università „La Sapienza” – Roma), Mira Mocan și Anna Pegoretti (Università Roma Tre), Luca Lombardo (Università Ca’ Foscari di Venezia).

Capolavoro della letteratura mondiale, la Divina Commedia ha influenzato molti scrittori e artisti visivi, tra cui Gustave Doré, Sandro Botticelli, mentre in Romania, uno dei grandi grafici che si sono inspirati all’opera dell’artista fiorentino è stato l’artista Marcel Chirnoagă, le cui opere possono essere ammirate nella Galleria d’Arte dell’Accademia di Romania in Roma fino alla fine di ottobre.

L’accesso del pubblico al vernissage, in ottemperanza alle norme sanitarie vigenti, sarà contingentato e si farà soltanto previa prenotazione via e-mail all’indirizzo accadromania@accadromania.it,indicando nome e cognome e numero di telefono. La prenotazione sarà valida solo con l’e-mail di conferma. Per accedere alla mostra, sia all’apertura della mostra, sia per tutta la sua durata, rispettivamente dal 11 al 31 ottobre, è necessario esibire la Certificazione digitale europea COVID (Green Pass), in formato digitale o cartaceo o presentare il referto negativo di un tampone antigienico o molecolare effettuato nelle 48 ore precedenti, insieme a un documento di riconoscimento valido. Le disposizioni non si applicano ai bambini di età inferiore ai 12 anni. All’interno permane l’obbligo di indossare la mascherina e di mantenere il distanziamento interpersonale di almeno 1 metro.

Marcel Chirnoagăè nato il 17 agosto 1930 a Bușteni – Romania. Suo nonno materno era alsaziano, laureato all’Università di Sorbona. Parlando della propria infanzia, l’artista affermava che “da quando sono nato, per così dire, parlo francese e romeno”. Dal nonno materno, insegnante di tedesco, impara la lingua di Goethe, ed anche il latino. I suoi genitori erano laureati in chimica, suo padre fu il primo romeno a ricevere una borsa di studio Rochefeller, studiando a Upsalla e avendo come docente Swedberg, il fisico Premio Nobel. Chirnoagă raccontava che della sua cultura si era occupato uno dei fratelli di suo padre, scrittore e addetto culturale in Italia, colui che lo spinse a conoscere la letteratura moderna. Frequentò il liceo per sette anni, secondo il modello russo. Inizialmente si preparò per la facoltà di architettura, ma scelse invece quella di matematica-fisica, avendo come maestro Dan Barbilian (matematico di notorietà, conosciuto anche come poeta, sotto lo pseudonimo di Ion Barbu), dal quale ricevette in dono l’edizione princeps del Surrealismo di André Breton. Imparò l’italiano da solo, viaggiando nel paese di Dante. Alcuni grandi maestri influirono sulla sua formazione artistica:Albrecht Dürer, Urs Graf, Jacques Callot, Rembradt, Daumier, Gustave Doré, Goya, i pittori messicani David Siquieros, Diego Rivera, José Clemente Orozco. Ricordava con gratitudine il professore Ion State, dal quale aveva appreso la teoria dell’immagine, così come Vasile Kazar, che lo aveva introdotto ai segreti dell’incisione. Si esercitava a disegnare dall’immaginazione e non dalla natura, confessando di aver realizzato opere d’arte “che possono essere lette in molte culture”. Alla ricerca dell’espressività e della sezione aurea, dipinse grandi opere, alcune delle quali con circa 300 personaggi come la “Fiera di Sorocinsc”. Aveva un debole per i cavalli, che, a suo avviso, erano “un simbolo di libertà e violenza”. Eseguì numerosi cicli, tra cui “Un altro volto della Vittoria”, partendo da una rappresentazione che si opponeva all’immagine di Nike di Samotracia, cercando di offrire una Vittoria dei vinti, dei tormentati, una testa di cavallo infuriata, con veli e ali”, ciclo creato in Italia. Il ciclo “Maschere” fu realizzato su richiesta dei rappresentanti delle gallerie padovane e comprendeva maschere teatrali, maschere per i riti funebri, maschere del bene, maschere antigas. Le 13 opere del ciclo “Mostri inevitabili”, dove i concetti umani sono rappresentati attraverso animali fantastici, vennero concepite sempre in Italia. Per le sue sculture usò come materiali il legno, il marmo, la pietra e il granito. Realizzò una serie di francobolli con cavalli, monotipi, litografie, pittura murale, illustrò numerosi libri tra cui l’Inferno dantesco, che riteneva la cantica più affascinante della Divina Commedia. Le 21 opere furono apprezzate in Italia,Marcel Chirnoagă ricevendo la Medaglia d’Oro “Dante” a Ravenna, nel 1999, durante una biennale di scultura su temi danteschi, nella quale aveva esposto le sue opere. Numerose lastre d’incisione sono rimaste al Museo d’Arte Contemporanea di Firenze, altre si trovano al Museo Pushkin, a Belgrado, a Parigi, a New York. Critici d’arte italiani come Sergio Segato o Giuseppe Marchiori hanno scritto cronache elogiative sull’artista grafico romeno. Ha esposto in molte città in Italia (Roma, Milano, Firenze, Padova, Ravenna e in altri luoghi della Lombardia, del Veneto e della Sicilia), in Grecia, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Finlandia, Stati Uniti (Boston, New York), Argentina, Uruguay, Mongolia, Cina, Giappone.

(brani tratti da: Vasile Petrovici, Parlando con Marcel Chirnoagă, Casa Editrice Corint, Bucarest, 2012)




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