Alberto Angela, racconta l’Antica Roma

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Angela – “Al tempo di Nerone le fake news funzionavano meglio: c’è ancora chi crede che sia lui il responsabile del grande incendio che distrusse Roma il 18 luglio del 64 d.C. Nerone era ad Anzio, le fiamme scoppiarono in una delle arcate, io ho immaginato a causa della caduta di una lucerna ma non sappiamo cosa sia accaduto davvero”. Nel suo libro Alberto Angela affronta il terribile incendio che in 9 giorni distrusse irrimediabilmente Roma.

In una conferenza stampa in streeming Alberto Angela ha presentato il suo nuovo libro sull’Antica Roma ma ha anche approfittato dell’occasione per smentire lo stop ad “Ulisse” che era ventilato in alcuni ambienti mediatici. “La cancellazione di Ulisse è una fake news, che alimenta polemiche inesistenti. Rai1 non ha mai pensato di abbandonare la cultura in prima serata” ha chiarito Alberto Angela. “E’ uno slittamento non una cancellazione, a causa dei rallentamenti dovuti all’emergenza covid: non è facile lavorare tra casi di contagio e zone rosse”, afferma Angela, “dal 27 maggio Ulisse tornerà con le ultime due nuove puntate, la prima dedicata a San Francesco e Santa Chiara visti in un modo particolare, come santi ma anche come ragazzi ribelli. Nella seconda invece affronteremo la crisi ambientale e l’emergenza climatica: e con me ci sarà anche Piero (Angela, ndr), entrato 70 anni fa alla Rai e ancora capace di occupare la prima serata”.
Chiarito questo torniamo alla presentazione in streaming del suo ultimo libro “L’inferno su Roma”, secondo volume della ‘trilogia di Nerone’ pubblicato da HarperCollins e in libreria dallo scorso 13 maggio. Nato a Parigi nel 1962 – dopo il successo ottenuto con il primo volume, “L’ultimo giorno di Roma. Viaggio nella città di Nerone poco prima del grande incendio” e la versione podcast del romanzo storico “Cleopatra. La regina che sfidò Roma e conquistò l’eternità”, Alberto Angela rilancia la posta, deciso a far piazza pulita delle menzogne storiche che ruotano attorno al Grande Incendio scoppiato il 18 luglio 64 d.C. che rase al suolo l’Urbe. «Colpa di Nerone? “Al tempo di Nerone le fake news funzionavano meglio: c’è ancora chi crede che sia lui il responsabile del grande incendio che distrusse Roma il 18 luglio del 64 d.C.”, prosegue con una battuta, raccontando l’evento storico al centro di questa sua ultima fatica letteraria, “Nerone era ad Anzio, le fiamme scoppiarono in una delle arcate, io ho immaginato a causa della caduta di una lucerna ma non sappiamo cosa sia accaduto davvero”. Questo libro – prosegue Angela – è come un viaggio su un pianeta lontano, la mia missione su Marte». Ma cosa accadde davvero il 18 luglio d.C.? Oggi sappiamo che l’incendio nacque in una delle arcate del Circo Massimo – «immagino una lucerna che cade per terra e la prima fiamma che, proprio come una belva, divora papiri, alimentandosi in una serata caldissima» – e per ricostruirlo ha studiato le dinamiche degli incendi che distrussero Londra e Dresda. Ma un ruolo fondamentale è stato giocato dal meteo: “Grazie agli studi di un team di meteorologi, sappiamo che è stato il vento di Libeccio a nutrire le fiamme. Roma era spesso soggetto a incendi ma per nove giorni, dal 18 luglio, soffiò questo vento killer”. E quando le fiamme vennero estinte, rimasero migliaia di vittime e una montagna di polemiche.
“Per contrastare le fake news sul proprio conto che presero piede rapidamente – prosegue l’autore – Nerone puntò il dito contro la giovane comunità cristiana, il capro espiatorio perfetto su cui indirizzare l’odio della gente”. Ma l’incendio è così importante proprio perché si rivela uno spartiacque per la storia dell’Urbe: “dopo la distruzione, Nerone ordinò la costruzione dell’imponente Domus Aurea, un’area gigante con un lago artificiale per celebrare la propria grandezza”. Successivamente, sarà Vespasiano ad aprirla alla gente e lì dove c’era lo specchio d’acqua, nascerà il Colosseo: “Senza l’incendio, avremmo avuto il Colosseo? E dove sarebbe stato collocato?”. Allo stesso modo, le feroci persecuzioni contro i cristiani, portarono all’uccisione di Pietro e successivamente, alla costruzione della Basilica, lì dove sarebbe stata dipinta la Cappella Sistina: “Questo incendio è così importante perché ha stravolto l’aspetto della capitale del mondo, ma nessun turista lo sa. Ecco perché ho scritto questo libro – rivela l’autore – perché avrei sempre voluto leggere un testo che raccontasse davvero come sono andate le cose, senza menzogne”.
Dopo aver narrato nel primo volume (“L’ultimo giorno di Roma”) ciò che avvenne poche ore prima del propagarsi delle fiamme, in questo libro infatti Angela affronta direttamente quello che chiama “la belva”, ossia il terribile incendio che in 9 giorni distrusse irrimediabilmente la città. Un evento poco trattato, eppure cruciale per la storia di Roma, anche per capire il successivo sviluppo della città, che in seguito all’incendio, venne ricostruita in modo completamente diverso. Stile coinvolgente, da romanzo, contenuto da libro di storia, un accurato e scrupoloso studio delle fonti: replicando il modello vincente su cui basa la sua efficacissima divulgazione di temi culturali in tv, anche nel libro l’autore costruisce su questi elementi una narrazione che definisce “basata sui 5 sensi”. Nelle pagine infatti il lettore si troverà coinvolto direttamente nel dramma dell’incendio, sentendone il calore sulla pelle e l’odore acre nelle narici, e immaginando la furia di fiamme alte decine di metri: “ma questo non è un romanzo – precisa – è un libro storico e tecnico, per il quale ho chiesto la consulenza di archeologi, storici antichi, vigili del fuoco, meteorologi. Ho cercato di entrare nella mente dei romani attraverso i personaggi che appaiono nel libro”. “Quando leggo un libro di storia sento la necessità che ci sia la verità, ho bisogno di conoscenza, altrimenti mi sento tradito”, afferma, “per questo, nei libri ma anche nei programmi televisivi, lo stile coinvolgente è sempre nutrito dai fatti storici. Del resto studiando il passato si può scoprire se stessi e capire come interpretare la nostra epoca per indirizzarci verso il futuro”. Quello che è indubbio è quanto questo incendio abbia costituito una sorta di spartiacque, creando un prima e un dopo, con inevitabili ripercussioni anche sul presente: “quello che i turisti vedono oggi a Roma è frutto diretto e indiretto dell’incendio”, aggiunge Angela, “dopo la distruzione Nerone fece un nuovo piano regolatore e nacque una città diversa: al centro l’imperatore costruì la sua imponente Domus Aurea addirittura con un grande lago. Quando dopo Nerone arrivò Vespasiano, quest’ultimo restituì l’area alla collettività, prosciugò il lago e fece costruire il Colosseo: senza l’incendio, chissà dove sarebbe nato e quale struttura avrebbe avuto questo monumento”.
Da sottolineare che grazie alla sua attività di paleontologo e divulgatore scientifico, ha vinto premi prestigiosi e ha ricevuto importanti riconoscimenti. Come conduttore di “Ulisse – Il piacere della scoperta” è stato premiato con il “Premio Flaiano” e “Guidarello d’oro”.
Gli è stato anche dedicato un asteroide  80652 Albertoangela




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