Cinema – Film – I moschettieri del re, la penultima missione

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I moschettieri del tre – E’ uscito nelle sale da una decina di giorni e sta riscuotendo un discreto successo di pubblico e di critica “ I moschettieri del re – La penultima missione.

La storia è ambientata nel 1650. Dopo trent’anni di onorata attività al servizio della casa reale i quattro moschettieri hanno abbandonato il moschetto e sono invecchiati: D’Artagnan fa il maialaro e ha il gomito dello spadaccino, più un ginocchio fesso; Athos si diletta con incontri erotici bisex ma ha un braccio arrugginito e un alluce valgo; Aramis fa l’abate in un monastero e non tocca più le armi; e Porthos, dimagrito e depresso (ma lui precisa: “Triste e infelice”), è schiavo dell’oppio e del vino. Ciò nonostante quando la regina Anna d’Austria, che governa una Francia devastata dalle guerre di religione al posto del dissennato figlio Luigi XIV, li convoca per affidare loro un’ultima missione, i moschettieri risalgono a cavallo, di nuovo tutti per uno, e uno per tutti.
Una curiosità: nel film compare anche Checco Zalone. Il comico pugliese, record di incassi con le sue ultime pellicole, in attesa di un nuovo lavoro come protagonista ha infatti accettato la proposta di Veronesi di firmare le musiche del film.
La colonna sonora originale di Moschettieri del Re è stata dunque composta dai Gratis Dinner, gruppo di Checco Zalone dall’emblematico nome: “Si chiamano così – ha dichiarato Veronesi – perché invitano sempre Luca (Zalone) a cena e lui non paga mai”.
La collaborazione tra Veronesi e Zalone è nata grazie a una cena organizzata a casa del produttore Pietro Valsecchi: “Mentre raccontavo la storia – ha raccontato Veronesi – Luca era sempre più interessato. Vuoi fare le musiche? ho chiesto. E lui: Scherzi? Non so se sono in grado. Due giorni dopo mi ha mandato un tema bello, fatto al pianoforte, firmato Checco Morrichino. In qualche modo Luca si sente il nipote di Ennio Morricone, ha scelto questo nome ridicolo in omaggio a lui”.
“Avevo in testa questo film dagli anni Ottanta – racconta Veronesi – avrei voluto Benigni, Nuti, Troisi e Verdone ma poi tutto si arenò. In realtà il fatto di non avere dei comici puri ma dei bravi attori con dei buoni tempi comici è stato un grande aiuto al film. Ho messo come sottotitolo La penultima missione non per strizzare l’occhio a un possibile sequel ma perché mi piace l’idea di un gruppo di lavoro e che le cose non si fermeranno. D’altronde questo è un film che più di ogni altro che ho fatto è frutto del lavoro collettivo: la nostra equipe ha avuto una sintonia fortissima su un set che vedeva più di cento persone tra attori, stunt, maestri d’armi, cavalli, carrozze. Mi sono circondato dei miglior capireparto che hanno padroneggiato senza problemi questa macchina infernale”.
“Il film è d’avventura ma la metafora c’è – dice il regista – un’Europa afflitta dalle guerre di religione, con il popolo ugonotto che fugge dalla persecuzione sopra delle barche invece che su dei gommoni, poi chi la vuole vedere la vede chi non la vuole vedere si gode la commedia. Noi parliamo sempre credendoci nel giusto ma occorre ricordare che cinquecento anni fa le torture avvenivano nel cuore dell’Europa”.

“Un bel film ricco, per famiglie – dice Rubini, che nel film rispolvera il suo dialetto pugliese molto efficace -: io ho fatto quasi tutti i film di Veronesi e so che crea un bell’ambiente sul set. Così è stato. E Mastandrea, poi, una scoperta per me”. Papaleo è un Athos bisex. “L’accento hot del film me lo prendo io: mica sono bacchettone come gli altri”, scherza. Mastandrea è un moschettiere tossico: “La comicità totale del ruolo mi ha convinto a farlo: far ridere con cavallo e spada. E quando mi ricapita?” Nel cast la Buy Regina di Francia, una divertente Matilde Gioli, fantesca molto contemporanea, Valeria Solarino e una escort dark, Giulia Bevilacqua che tanta strada ha fatto da ‘distretto di polizia’.
Rocco Papaleo parlando del film: “Ho pensato che si trattava di un’idea geniale. E mi sono domandato come mai nessuno ci avesse pensato prima. Per realizzare il film Veronesi ha radunato una task force di altissimo livello e sono stato onorato di aver partecipato a questa pellicola. E’ stata un’esperienza emozionante, ma faticosa. Ho frequentato per un paio di mesi un centro ippico perché non ero mai stato su cavallo in vita mia e al contempo ho prese lezioni di scherma. Alla fine sono orgoglioso di avercela fatta.”




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