Cinema – Film: Liguabue torna nelle sale cinematografiche con Made in Italy

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Luciano Ligabue non è soltanto un cantante di successo ma anche un bravo regista. “Made in Italy” di Domenico Procacci, con Stefano Accorsi e Katia Smutniak è stato presentato ai giornalisti nella capitale.
Non si tratta di una pellicola semplice o scanzonata, ma di un apprezzabile inno alla vita, al non arrendersi, al difendere la propria famiglia, il proprio lavoro, la propria vita.

“Made in Italy” è una tormentata dichiarazione di amore verso il nostro Paese, raccontata con le parole e la musica di Luciano Ligabue, attraverso lo sguardo di Riko, un uomo onesto alle prese con una vita in cui tutto sembra essere diventato improvvisamente precario: il lavoro, il futuro, i sentimenti. Ma se a volte rialzarsi non è facile, Riko ha scelto di non darla vinta al tempo che corre: c’è un matrimonio da difendere e riconquistare, ci sono amici su cui contare e una casa da non vendere. Riko decide di mettersi in gioco e prendere finalmente in mano il suo destino. E scusate se è poco!

Luciano Ligabue parlando del film ci racconta: “”Fare film è un mestiere faticosissimo. Vuol dire ‘progettare’ le emozioni, fare in modo che una serie di pezzettini di pochi secondi riesca a produrre qualcosa. Mi sono riavvicinato alla regia perché stavolta avevo una storia da raccontare”.

Riko, interpretato da Stefano Accorsi, ha un matrimonio da ricostruire (quello con Sara, interpretata da Kasia Smutniak), un posto di lavoro da difendere (quello in una ditta che produce insaccati), amici da aiutare e dai quali essere aiutato e una casa da non vendere, nonostante le difficoltà economiche. È un uomo frustrato: “Ogni giorno mandi giù. Finché o scoppi o ti incazzi con qualcuno. E poi torni a insaccare mortadella”, dice Accorsi in una scena del film. Ma non ha voglia di ascoltare cattive notizie. Quando al tg passano notizie sull’economia, lui spegne la tv: “Oggi tutti sanno tutto. Oggi è salito a 215…”, dice. “Ma cosa?”, gli domanda l’amico, perplesso: “Lo spread! Sono riusciti a farmi stare in pensiero per lo spread”. Le crisi che Riko-Accorsi vive nel corso del film sono due: la prima è rappresentata dalla crisi del matrimonio con Sara-Smutniak, la seconda dal licenziamento. “‘Made in Italy’ nasce da una mia canzone, ‘Non ho che te'” spiega Ligabue, “racconta la storia di una persona di mezza età che perde il posto di lavoro. È proprio quella storia che poi ha generato ‘Made in Italy'”.

Ligabue ha aggiunto: “È un film sentimentale, perché mi interessava raccontare soprattutto gli stati d’animo di un gruppo di persone per bene, persone che di solito non hanno alcuna voce in capitolo. Ho un sacco di amici che dicono che spesso essere brave persone in questo Paese non aiuta. L’Italia la vedo in una fase di incertezza importante. Ho cominciato a raccontare questo paese dieci anni fa con ‘Buonanotte all’Italia’, poi ho fatto canzoni come ‘Il sale della terra’ e ‘Il muro del suono’, che avevano l’intenzione di raccontare il mio amore per questo paese. Stavolta, però, volevo raccontare questo sentimento con gli occhi di uno che ha meno privilegi di me. Riko vive una vita normale e ha un rapporto molto forte con le radici e con l’Italia. Fa le vacanze a Roma, fa la luna di miele in Italia. Ecco, mi piaceva dare voce a questa categoria non sempre rappresentata”.

“Abbiamo paura del cambiamento perché pensiamo che non porti cose buone. Ma il cambiamento è il movimento naturale della vita”, osserva Ligabue, “cambiamo noi, cambia il nostro modo di cambiare le cose. Riko e Sara sono due persone che vivono in una realtà consolidata, almeno per loro: questo fa sì che ad un certo punto arrivi un periodo di crisi in cui le inquietudini di Rilo gli fa vedere che le cose gli stanno strette. Ha bisogno, semplicemente, di cambiare il suo punto di vista”. Alla fine, Riko ascolta il consiglio dell’amico e se ne va a Francoforte: “Siamo fatti di colpi di coda, una lunga seri di colpi di coda”. Una vittoria o una sconfitta? “Non è un finale netto, ognuno lo può vivere a seconda di come si pone sentimentalmente”, risponde il cantautore. Certo è che il pancione di Sara è un segno di speranza”.

Stefano Accorsi parlando del suo ruolo: “Riko è un personaggio molto comune, autentico, vero, un po’ rock in fondo”. Quanto al rapporto con Luciano: “L’ho (ri)trovato in forma”. “Riko si trova per caso davanti a un corteo e viente picchiato. Il tutto è ripreso dalle telecamere, e a quel punto diviene un eroe. O almeno, è la tv che lo vuole eroe. E allora cerca di strapparsi di dosso tutte quelle etichette che pretendono di cucirgli addosso”.
Di Riko mi piace molto – forse è un termine forse desueto – la sua rettitudine. È un uomo che degli errori li ha fatti, ha anche tradito sua moglie, però alla base è un uomo retto, è un uomo che ha dei valori ai quali crede, ai quali dà importanza e ai quali è fedele”. Nelle sue parole, anche un pensiero sulla nuova avventura al fianco di Ligabue: “Ho grande stima di Luciano. Quando abbiamo fatto il primo film ero anche un po’ intimidito. Rimane sempre, allora come ora, una grande sintonia secondo me non verbale (…) nelle parole che scrive Luciano io capisco tantissimo del personaggio”

Divertente siparietto tra Domenico Procacci e Kasia Smutniak moglie e marito nella vita ed entrambi parte di “Made in Italy, lui come produttore e lei come attrice femminile protagonista.
Nel corso della presentazione un collega ha chiesto alla Smutniak e a Procacci come sono si sono trovati a lavorare insieme. Grande imbarazzo per la coppia: “Noi lavoriamo male insieme perché Domenico mi ha sempre messo in soggezione e questa cosa negli anni non si è mai risolta”, ha detto lei sorridendo.
La frase simbolo del film è quella che l’amico Carnevale dice a un frustrato Riko: «Cambia te, invece di aspettare i cambiamenti». Il film, sarà nei cinema dal 25 gennaio in poco più di 400 copie.




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