Cinema – Film: Un amore sopra le righe

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Un amore sopra le righe di Nicolas Bedos è una lunga, toccante avventura amorosa: carica di emozioni e contrasti. Racconta una lunga storia d’amore, quella con protagonisti lo scrittore Victor Adelman (interpretato dallo stesso regista) e la bella longilinea Sarah (Doria Tiller), tra l’altro compagni anche nella vita Una storia durata 45 anni piena di incomprensioni, rotture, ritorni, plagi, gelosie e tradimenti.

Quando Sarah incontra Victor nel 1971, non immagina che diventerà uno dei più importanti scrittori francesi e che passeranno insieme 45 anni pieni di passioni, tradimenti, delusioni e successi. Ma chi è veramente la donna che vive all’ombra del celebre marito? Il film narra le vicende amorose e i segreti inconfessabili di una coppia molto fuori dal comune, sullo sfondo della storia dell’ultimo mezzo secolo.

Il regista Nicolas Bedos racconta: “E’ da quando avevo 13 anni che sogno di fare questo film. Non è stato un percorso lineare, ma ci sono arrivato indirettamente dopo varie fasi della mia vita – passando dal teatro, alla televisione, alla sceneggiatura e a molti ruoli al cinema – e non me ne pento, questo processo mi ha permesso di avere tutto il tempo necessario per capire che tipo di film volevo realizzare.

Poi è arrivata Doria, grazie a lei ho trovato il coraggio di affrontare la realizzazione del film. Abbiamo un background cinematografico in comune, gli stessi punti di riferimento, abbiamo creato insieme i personaggi protagonisti e il film che abbiamo sempre sognato”.

Da dove viene l’idea del film?
“Tutto ha avuto inizio da alcune improvvisazioni su cui scherzavamo spesso io e Doria per esorcizzare le nostre paure e le nostre ansie – il futuro, la famiglia, diventare adulti, i tradimenti. A un certo punto ci siamo resi conto di aver creato una vera e propria galleria di personaggi terrificanti: il marito malato di Alzheimer, la cui vita è manipolata dalla moglie per vendicarsi dei tradimenti subiti negli anni passati, o la coppia che si libera di uno dei figli per cercare di rinvigorire il loro ménage sessuale… e molti altri. Un bel gruppo di canaglie insomma! Alcune di queste scenette potevano durare per ore intere. A volte usavamo alcuni di questi avatar immaginari per sottrarci a un litigio, per appianare una discussione, per risollevare l’umore dopo un fine settimana disastroso.

In Doria in particolare, la cui timidezza spesso ne inibisce la parlantina, la trasformazione era spettacolare. Non appena entrava nei panni di uno di questi personaggi – una donna libidinosa per esempio, tutto in lei cambiava radicalmente: il suo viso, la sua voce, il suo modo di muoversi.
Questi nostri momenti di delirio e farneticamenti ci permettevano di affrontare numerosi temi, anche seri, con umorismo.

Una sera Doria mi ha detto di avere riportato per iscritto alcune delle nostre improvvisazioni, e che avremmo potuto utilizzarle come base per la sceneggiatura di un film. Abbiamo cominciato così. Successivamente ci siamo concentrati su una sorta di studio sociologico della coppia, anche prendendo spunto dai nostri amici e dalle nostre famiglie. Come spesso accede in questi casi, il film disegna una linea tra vissuto personale e fantasia. Stranamente, sebbene il film ripercorra 45 anni di vita di coppia, la costruzione della struttura del film è emersa in modo abbastanza naturale e in breve tempo”.

Nel film il tuo personaggio non è il vero eroe del racconto: è una scelta voluta?

Il film vuole essere un omaggio alle donne, in particolare a quelle innamorate. Sono cresciuto circondato dalle donne, con una madre e tre sorelle. Sono state loro a insegnarmi tutto e loro mi capiscono davvero. Mi interessano le donne come loro, è a loro che mi sono ispirato per il personaggio del mio primo film, Sarah. E’ lei a dare supporto a Victor fin dall’inizio della storia fino alla fine. Dal primo giorno in cui Sarah ha incontrato Victor, si è trovata a fantasticare su di lui e ha continuato a credere che fosse come lo aveva sempre sognato. Purtroppo la realtà è molto meno lusinghiera. Più Sarah sbocciava – sia a livello intellettivo che fisico – più Victor restava indietro, non teneva il passo, perdeva perfino i capelli.

I sentimenti che provano l’uno verso l’altra sono instabili, continuano a oscillare e a cambiare di intensità, incrociandosi di continuo ma senza mai andare in sincrono. Volevo affrontare questa disparità che genera alti e bassi e inquina le relazioni. Nello stesso tempo Victor non può fare a meno di continuare a testare i sentimenti che la moglie prova per lui, probabilmente a causa della mancanza di fiducia in se stesso e per altre ragioni che lo spettatore scoprirà solo alla fine del film. E’ questo il fulcro del film. Senza gli eccessi e gli sbagli di Victor il film non esisterebbe, perché è la storia di un uomo fragile che, senza l’intelligenza e l’incoraggiamento da parte della compagna, non sarebbe andato da nessuna parte”.

Possiamo definire “Un amore sopra le righe” un film romantico?
L’aspetto più romantico consiste nel fatto che Sarah decide, per ragioni quasi metafisiche, di legare il suo destino a quest’uomo. Credo sia bello vedere nel film tutta la creatività e l’inventiva che i due protagonisti impiegano per superare le prove più difficili e uscirne vittoriosi.

E’ come se la loro storia si trasformasse in un oggetto estetico. Va oltre i sentimentalismi. Nel film si alternano in continuazione aspetti positivi e negativi, dall’inizio fino alla fine della pellicola.
L’attrice Doria Tillier aggiunge: “ L’idea del film viene prima di tutto, dal fatto che abbiamo gli stessi gusti. Artisticamente parlando, siamo sempre sulla stessa lunghezza d’onda. Da quando ho incontrato Nicolas, uno dei miei passatempi preferiti è l’improvvisazione. Creiamo personaggi, inventiamo storie, cerchiamo di dare un guizzo di colore alla nostra vita sempre.

Una volta, ho immaginato di essere una vecchia signora avvizzita alla quale il figlio voleva cambiare a suo favore il testamento; un’altra volta invece Nicolas era uno sciocco blogger che mi denigrava sul suo sito web. Dopo di che, senza volerlo, abbiamo finito per inventare una serie di personaggi incredibili e ben definiti, protagonisti di sketch divertentissimi e di situazioni esilaranti.

Entrambi amavano l’idea di fare un film. Sebbene alla fine, non sia rimasto molto delle nostre improvvisazioni all’interno del film”.

Alcune sequenze, come quella in cui Victor esprime la sua esasperazione nei confronti del figlio o ancora quando Victor infila nel letto di Sarah un gigolò, non sono politicamente corrette. Si tratta di pura provocazione? Non avevate paura delle reazioni che il pubblico avrebbe potuto avere?

Concordo sul fatto che non si tratta di un film che cerca il consenso del pubblico, ma rispetto ad altri film il nostro mostra scene che potremmo vedere anche nella realtà.

“Le scene che hai menzionato per esempio, possono sembrare controverse perché non le hai viste spesso nei film, ma ti assicuro che nella vita reale esistono. Credo che siano momenti autentici che mostrano cosa accade quando una coppia va fuori dai binari. Trovo molto più fastidioso chi si mette in posa e si atteggia dandosi arie in modo ingiustificato. A parte questo non mi sorprendo di niente, non credo quindi di essere la persona giusta per poter giudicare cosa è politicamente corretto e cosa non lo è”.

Qual è secondo te il vero messaggio che vorresti diffondere attraverso questo film?

“A un primo sguardo, può sembrare il classico film d’amore che mostra come il vero amore possa durare per sempre, superando traumi, ferite e periodi in cui smettiamo di amare. Ma guardando più in profondità, credo di poter affermare che abbiamo voluto fare un film che parla di fantasia e realtà.

Un altro tema importante è il “vivere per la propria biografia”. A volte facciamo o diciamo cose perché desideriamo essere ricordati. Sarah e Victor sono scrittori, siamo portati a chiederci se la loro vita non assomiglia a uno dei loro romanzi. Secondo il mio punto di vista, “Un amore sopra le righe” è un film che parla di storie, nel senso più ampio del termine”.

Come ti senti ora che quest’avventura è finita?

“Molto felice. Immaginavo di essere esausta, perché le riprese sono state molto faticose, soprattutto quelle in cui Sarah è più anziana. Ogni mattina mi sottoponevo a sette ore di trucco. Alcune mattine mi è capitato di arrivare sul set alle 3 di mattina, quando invece le riprese iniziavano alle 10.
Ci è capitato di stare sul set per 19 ore. Eravamo quasi intossicati dal lavoro. Non pensavo che mi sarei appassionata così tanto a questo progetto. La fatica che ho provato è evaporata velocemente, ora non vedo l’ora di iniziare un nuovo progetto e di ricominciare da capo”.




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