Cinema – Il ritorno di Woody Allen con La Ruota delle Meraviglie

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Con il Natale alle porte ecco in uscita nelle sale cinematografiche il film diretto dal grande Woody Allen e impreziosito dalla cinematografia del Premio Oscar Vittorio Storaro, “La ruota delle meraviglie” un racconto fatto di passione e tradimenti che ha per sfondo la pittoresca Coney Island degli anni ’50.

Un film con un grande regista ma anche un numero di attori di livello internazionale.

La storia è presto raccontata: tra fragili speranze e nuovi sogni, le vite di quattro personaggi si intrecciano nel frenetico mondo del parco divertimenti: Ginny (Kate Winslet), ex attrice malinconica ed emotivamente instabile che lavora come cameriera; Humpty (Jim Belushi), il rozzo marito di Ginny, manovratore di giostre; Mickey (Justin Timberlake), un bagnino di bell’aspetto che sogna di diventare scrittore; Carolina (Juno Temple), la figlia che Humpty non ha visto per molto tempo e che ora è costretta a nascondersi nell’appartamento del padre per sfuggire ad alcuni gangster.

Woody Allen ha sempre avuto una particolare passione per Coney Island, tanto da inserire proprio nel suo parco dei divertimenti, sotto le sferraglianti montagne russe conosciute come ‘Cyclone’, la memorabile casa dell’infanzia di Alvy Singer in Io e Annie. Allen ha molti ricordi felici legati ai momenti trascorsi in quel luogo da bambino. “I suoi giorni di gloria appartengono ad un’epoca molto precedente alla mia nascita, ma quando ci andavo era ancora molto emozionante”, racconta. “Mi ha sempre colpito molto. Lì c’era tanta gente pittoresca, e così tante attività complicate e contrastanti che l’atmosfera era particolarmente vitale. Ho pensato che sarebbe stato uno scenario molto stimolante in cui ambientare una storia drammatica”. Come molti dei film di Allen, La Ruota delle Meraviglie è una storia che parla di amore e di tradimenti. “Che tu legga una tragedia greca, Stendhal, Tolstoj o Dickens, i rapporti d’amore sono sempre presenti, perché per molti sono fonte di angoscia e conflitti. Comportano l’emergere di situazioni e di sentimenti complessi, profondi, intensi e che ci confondono. In particolare sono sempre stato incuriosito dai problemi delle donne. Nel corso dei secoli gli uomini si sono sempre dimostrati poco capaci di mostrare la propria sofferenza. Il codice maschile impone di non lasciar trapelare il dolore. Come quando un battitore viene colpito dal lanciatore: ci si aspetta che non mostri la propria sofferenza. Mentre le donne sono sempre state più aperte rispetto alle loro emozioni. Ho realizzato soprattutto commedie, ma ogni volta che ho cercato di fare un film drammatico quasi sempre – non sempre, ma quasi – ho parlato di donne in momenti difficili”. Woody Allen scrive di proposito ruoli femminili un po’ eccessivi, come quello di Ginny ne La Ruota delle Meraviglie, lanciando una sfida che solo le attrici più brave possono affrontare. “Provo a scegliere attrici estremamente versatili e intense, e cerco di offrire loro un’occasione per dimostrare tutta la loro bravura”, afferma. “Quando scrivo una storia ho la tendenza ad evitare le scene sfumate in cui l’emozione si coglie dal sollevarsi di un sopracciglio e, al contrario, cerco di infondere alla situazione il dramma in tutta la sua potenza, dando alle attrici la possibilità di emozionare il pubblico sul serio”. Senza dubbio Ginny ne La Ruota delle Meraviglie è l’ultima in ordine di tempo di una lunga serie di eroine complesse, difficili e attentamente tratteggiate da Allen. “Sapevo di aver bisogno di un’attrice straordinaria per interpretarla” dice Woody Allen. “Ci sono solo poche attrici di lingua inglese così profonde e brave. Kate Winslet è una di quelle e, quando abbiamo iniziato a comporre il cast, il suo nome è saltato subito fuori”. Sebbene la Winslet si sia resa immediatamente conto della straordinaria opportunità rappresentata da quel ruolo, era anche preoccupata di non esserne all’altezza. “Ero terrorizzata perché non sapevo da dove cominciare.” racconta, “Se avessi fallito, non me lo sarei mai perdonata. Sentivo la responsabilità di dover interpretare una donna così complessa e di non doverla ridurre in nessun caso ad un cliché; di non dover eccedere mai per mantenerla reale, per non renderla una caricatura, mantenendola ancorata alla sua orribile realtà. Woody voleva me per la parte, così mi sono rimboccata le maniche per essere quello che lui esigeva da me, per dare il massimo”. Quando Ginny appare per la prima volta sullo schermo lavora in una crostaceria di Coney Island, è intrappolata in un matrimonio di convenienza e si porta dentro le cicatrici di un passato doloroso. “Da ragazza Ginny ha avuto una vita difficile”, spiega Woody Allen. “Ha sempre lottato per emergere, sognava di diventare un’attrice e ha finito con lo sposare un bravo ragazzo che amava davvero e dal quale era amata, e con il quale ha avuto un bambino. Ma non è riuscita a resistere alla tentazione di avere una relazione con un attore che recitava con lei in uno spettacolo, e questo ha distrutto il suo matrimonio. Si è resa conto solo troppo tardi delle conseguenze della sua infedeltà e delle sue azioni. Poi è andata in pezzi, ha cominciato a bere e la sua carriera è finita”. Racconta la Winslet: “Penso che Ginny sia convinta di essere una brava attrice e che avrebbe potuto diventare famosa se non avesse mandato all’aria il suo matrimonio, ma in fondo credo anche che non abbia mai avuto un vero talento. Fortunatamente per lei, non avrà mai la consapevolezza di essere una pessima attrice ma questo rende tutto ancora più tragico”. Nel momento più difficile della sua vita, Ginny ha incontrato Humpty (Jim Belushi), un uomo addolorato dalla morte della moglie e dalla fuga di sua figlia Carolina, che è scappata per sposare un malvivente locale. Sebbene Ginny e Humpty si aiutino reciprocamente a rimettersi in piedi sostenendosi l’un l’altro, Ginny sente che, sposando Humpty, si è adattata ad un genere di vita che non la soddisferà mai pienamente. “Così è in crisi, comincia a capire che non ama davvero il marito” dice Allen. “È stato una roccia quando lei ne ha avuto bisogno e lei a sua volta lo ha aiutato a smettere di bere, ma questo non è amore—l’amore è quello che lei provava per il suo primo marito. E così smania per qualcosa di più emozionante del sostegno pratico che lei e Humpty si sono dati reciprocamente. Sente di aver fallito e di aver sciupato la sua vita”. Afferma Kate Winslet: “Penso che Ginny sia un po’ un’anima in pena. È come se avesse trascorso gran parte della vita camminando su una corda tesa dalla quale è caduta una volta di troppo. Adesso avanza strisciando su quella stessa corda, senza riuscire a rimettersi in piedi ma anche senza più cadere”. Jim Belushi interpreta il marito di Ginny, dall’appropriato nome di ‘Humpty’ (che in inglese vuol dire ‘tappetto, ometto piccolo e tozzo’ NdT), e che, come Ginny, ha fatto fatica a rimettersi in sesto dopo un brutto colpo. “Humpty è debole rispetto alle donne, e non riesce a stare solo”, racconta Belushi. “Ha perso nello stesso momento entrambe le donne della sua vita. Per questo era distrutto ed era finito nella spirale dell’alcool. Ginny riesce a stargli vicino, aiutandolo a tirarsi fuori dall’abisso in cui era finito. E adesso, anche se è lui ad imprecare tutto il tempo, è Ginny ad avere il controllo, perché lui sa di non poterla perdere. Se perdesse Ginny morirebbe”.

La Winslet ritiene però che anche Ginny è fragile ma continua ad affrontare qualsiasi ostacolo—evitandolo, superandolo con un balzo o scagliandocisi contro, ma senza mai ignorarlo”. Ginny non è in grado di aiutare Richie (Jack Gore), il figlio avuto dal primo marito, che ha cominciato a fare cose terribili appiccando incendi in tutta Coney Island. “È triste perché per certi versi Ginny non pensa di aver rovinato la vita di Richie e non ritiene sia colpa sua se lui è diventato un ragazzo depresso che appicca incendi. Credo che lei voglia fare di più per lui, ma non sa bene come. È talmente consumata dal senso di colpa per essersi rovinata la vita tradendo il padre del ragazzo, da sembrare incapace ormai di fargli da madre”. La routine della coppia viene interrotta dall’arrivo inatteso della figlia di Humpty, Carolina (Juno Temple), che Humpty non vede e non sente da cinque anni. “Carolina è una ragazza bellissima per gli standard di quel posto”, afferma Allen. “Ad un certo punto, un criminale locale aveva cominciato a corteggiarla e a portarla in posti dove gli altri ragazzi non avrebbero mai potuto permettersi di portarla, e a regalarle pellicce e gioielli. Lei viene sedotta da questa vita di lussi e finisce per sposarlo. Per un po’ stanno bene insieme, ma poi le cose cominciano ad andare male, i litigi si moltiplicano e finiscono col lasciarsi. Poco dopo l’FBI la contatta e la minaccia, costringendola a confessare alcune cose sugli affari del marito. A quel punto lei diventa un bersaglio per il suo ex e per i suoi killer, che devono farla fuori perché sa troppe cose”. Racconta la Temple: “Credo che Carolina sia una giovane e ambiziosa creatura che viene trascinata in un mondo vivace, meraviglioso ed eccitante, che la fa sentire affascinante—quasi come una gazza ladra che ha visto qualcosa che brilla. Credo che nella sua fragilità vi sia una certa magia; ma la sua ingenuità è pericolosa, perché non le permette di vedere il lato oscuro che si nasconde dietro tutto quello scintillio”. Credo che, con un certo candore, lei guardi al lato positivo della vita e abbia lo sguardo rivolto al futuro e non al passato”. Quindi si presenta Mickey (Justin Timberlake). Mickey è un giovane ex marinaio di bell’aspetto che durante l’estate lavora come bagnino sulla spiaggia di Coney Island mentre prepara l’esame di diploma in drammaturgia alla New York University. “Il più grande desiderio di Mickey è quello di diventare un drammaturgo” racconta Timberlake. “Ha una profonda ammirazione per tutti i classici che è riuscito a vedere in teatro. Spinto dalla sua aspirazione, gli piace osservare e analizzare gli esseri umani che lo circondano. “Mickey è un inguaribile romantico e, da aspirante drammaturgo qual è, scorge la bellezza nelle imperfezioni” racconta Timberlake. “Quella notte dice a Ginny che in lei c’è qualcosa di tragico, e credo che lo consideri una specie di complimento. Ma penso che si innamori più della situazione drammatica in cui si trova Ginny, che di Ginny stessa. A lui piace l’idea che lei sia emotivamente in pericolo”. Dice Allen: “Mickey è innamorato del fascino della scrittura, del vivere in paese, dell’avere una relazione o addirittura di sposare una donna più matura di lui. Tutto l’immaginario legato ad uno scrittore tormentato lo affascina, perché tende ad avere una visione romanzata di ogni cosa. Non lo chiamerei un difetto grave; anzi forse si tratta di un difetto che provoca simpatia. “Quando Mickey entra nella vita di Ginny, quel grande vulcano dormiente che si cela in lei torna ad esplodere” racconta la Winslet. “Mickey rappresenta il mondo ideale dei suoi sogni. Lui è reale, non è stata lei ad inventarselo: fanno l’amore; lui le sussurra sciocchezze all’orecchio; si incontrano sotto il molo mentre scroscia la pioggia; e lui le recita brani meravigliosi. Così lei comincia davvero a credere di poter avere un’altra vita, la vita che Mickey sembra prometterle. Ma tutto cambia nuovamente quando Ginny candidamente gli presenta Carolina e lui ne resta immediatamente conquistato. “Mickey crede nell’amore a prima vista, e si innamora perdutamente di Carolina” racconta Timberlake. “Nel breve tempo che trascorrono insieme più lei si apre e gli racconta la sua vita, più lui resta colpito dai rischi che Carolina, così giovane, è stata in grado di affrontare solo perché pensava di essersi innamorata”. “Mickey vive di passioni e credo che lo stesso valga per Carolina”, afferma la Temple. “Lui è un artista e agli occhi di lei rappresenta un altro genere di glamour, qualcosa che deriva dai libri, dal teatro e da discorsi su luoghi lontani. Ricevere un libro da lui le provoca una nuova forma di eccitazione, e le piace come la corteggia. Mickey è bravo nel corteggiare—l’ha fatto con Ginny e adesso lo fa con Carolina”. La consapevolezza di Ginny della crescente infatuazione di Mickey per Carolina le provoca un’intensa reazione. “Non ha mai provato forti gelosie, perciò credo che venga colta di sorpresa” dice la Winslet. “Credo che sia davvero consumata dalla gelosia e anche dalla consapevolezza che questo la rende instabile. Poi la gelosia prevale in modo assoluto e lei impazzisce. Non ci sono altri modi per dirlo: impazzisce letteralmente”. ………… ed i colpi di scena proseguono sino ad un finale tutto da vedere al cinema. Un film intenso pieno di persone caotiche che nella loro vita molto hanno sbagliato e che vorrebbero tornare indietro e rivivere in modo diverso qualcosa che ha loro provocato cicatrici che non appaiono in gradi di cicatrizzare.




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