Il mondo della musica saluta Chick Corea, maestro del jazz

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Addio a Chick Corea. La leggenda del jazz è morto all’età di 79 anni a causa di una rara forma di cancro che era stata solo di recente scoperta.

“Era un marito, un padre e un nonno amato, ed era un mentore e un amico per molti”, si legge nella nota che annuncia la sua morte. Tramite il suo lavoro e i decenni trascorsi in tour per il mondo, ha toccato e ispirato la vita di milioni di persone”, prosegue la nota, che contiene anche un messaggio dello stesso Corea per i suoi fan e per i suoi amici musicisti.
” Desidero ringraziare tutti coloro che durante il mio viaggio mi hanno aiutato. Mi auguro che coloro che hanno sentore di poter scrivere, suonare e fare performance lo facciano. Se non lo fate per voi stessi almeno fatelo per noi. Il mondo non solo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente esserlo”, ha lasciato detto ai suoi appassionati.
Corea è stata una delle figure centrali nello sviluppo del jazz nel dopoguerra. Ha suonato nella band di Miles Davis alla fine degli anni 1960, collaborando in alcuni dei suoi album più famosi.

LE ORIGINI ITALIANE

Di origini italiane (il suo vero nome era Armando Anthony Corea), è considerato uno dei principali pianisti del mondo jazz dopo l’era di John Coltrane. Le sue composizioni “Spain”, “500 Miles High” e “La Fiesta” sono dei classici del jazz. Ha partecipato alla nascita del jazz fusion verso la fine degli anni 60, come membro della band di Miles Davis. Con lui ha inciso dodici album, tra cui il capolavoro “Bitches Brew“. In alcuni di questi lavori ha iniziato a sperimentare l’uso di strumenti alternativi al pianoforte classico, come il Fender Rhodes e le tastiere, di cui diviene uno dei principali protagonisti.

Allievo prediletto di Miles Davis

Calabrese del Massachusets, allievo prediletto di Miles Davis quando lo guardavi non capivi mai bene dove finiva lui e dove cominciava il suo pianoforte. Personalità musicale smisurata, quella di Corea, uomo di talento rarissimo che se ne va a causa di una rara forma di cancro. “Era un marito, un padre e un nonno amato, ed era un mentore e un amico per molti”, si legge nella nota che ne annuncia la scomparsa. “Tramite il suo lavoro e i decenni trascorsi in tour per il mondo, ha toccato e ispirato la vita di milioni di persone”, prosegue il comunicato che contiene anche un messaggio dello stesso Corea per i suoi fan e per i suoi amici musicisti.

IL SUO MESSAGGIO

“Voglio ringraziare tutti coloro che durante il mio viaggio mi hanno aiutato. Mi auguro che quelli che hanno sentore di poter scrivere, suonare e fare performance lo facciano. Se non lo fate per voi stessi almeno fatelo per noi. Il mondo non solo ha bisogno di più artisti, è anche molto divertente”, ha lasciato detto ai suoi appassionati. Dagli amici musicisti si è invece congedato dicendo: “È stata una benedizione e un onore imparare e suonare con tutti voi. La mia missione è sempre stata quella di portare la gioia del creare ovunque ho potuto, e averlo potuto fare con tutti gli artisti che ammiro è stata la ricchezza della mia vita”.

Corea è stato un pilastro del cosiddetto «Quintetto perduto» di Miles Davis, gruppo messo in piedi alla fine degli anni Sessanta dal genio di In a silent way per esplorare i nuovi territori della controcultura: un’avventura militante in cui, oltre alla tromba del band leader e al Rhodes di Chick, c’erano Wayne Shorter al sax, Dave Holland al basso e Jack DeJohnette alla batteria. Senza contare che ogni tanto, ai ragazzi, si univa come organista un pezzo da 90 come Keith Jarrett.

Negli anni Settanta, da band leader, Corea s’inventa il progetto Return to Forever che è l’architrave della fusion: Stanley Clarke al basso, Airto Moreira alla batteria, Joe Farrell al sax, Flora Purim alla voce, nella prima composizione del gruppo. Corea è senza dubbio tra i maggiori pianisti jazz del secondo Novecento. Molto prolifico ha continuato a comporre e suonare anche dopo lo scioglimento dei Return to Forever.

Album Plays

L’anno scorso Corea ha pubblicato il doppio album «Plays»,alla cui uscita sono seguiti vari concerti “armato” magnificamente del suo pianoforte. «Come un corridore che ama correre perché è semplicemente bello — aveva dichiarato — mi piace suonare il piano solo perché è bello. Posso semplicemente cambiare marcia e andare in un’altra direzione — aveva aggiunto —, o virare su un’altra canzone o qualunque altra cosa voglia fare. È un esperimento costante». Il doppio album è un excursus nel cuore musicale di Corea: contiene canzoni che il grande musicista ha scritto decenni fa, nonché brani di Mozart, Thelonious Monk e Stevie Wonder, tra gli altri.

Nominato 67 volte ai Grammy

Nominato 67 volte ai Grammy ha vinto il prestigioso riconoscimento in ben 23 occasioni, la prima nel 1976 con No Mistery , assieme ai Return to Forever. Durante la sua carriera ha pubblicato più di Ottanta album.

In un’intervista del 2018 a Jazz Night in America Corea disse: “Abbiamo il compito di essere un antidoto alla guerra e a tutti i lati oscuri di quello che accade sulla Terra. Siamo coloro che devono ricordare alla gente della loro creatività”.




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