INTERVISTA AL MAESTRO PIERO SIMONCELLI, COORDINATORE DEL PROGETTO ITINERANTE CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE PROMOSSO DAL MUNICIPIO ROMA I CENTRO

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Il maestro Piero Simoncelli ci ha parlato del suo lavoro Roma Violata. Nato a Roma dove si è formato artisticamente presso l’Istituto d’Arte con gli artisti Colla e Parisi. Negli anni 1967-69 ha frequentato all’Accademia di Belle Arti, i corsi di: F. Gentilini, S. Monachesi, E. Crispolti, A. Del Guercio e M. Calvesi. Principali esposizioni: 1972 – C.R.A.F. – “Cromo Spazio” Roma;1986: Palazzo Valentini – Personale opere 1981-86 ” L’Utopia a ritroso” a cura di G. dalla Chiesa; 1991: Hotel Midas – “Fragmenta” Poliedrici aspetti dell’astrazione, a cura di I. D’Agostino; 1991: Sala 1 – “Salaam Excursus d’Arte” a cura di G. Latini, Roma; 1992: Pinacoteca Comunale di Macerata “Catacombe” – Spazi di arte nascosta dal 59 al 90″, a cura di M. Apa; 1993: Galleria Immart “Viaggi nei mari del Sud”, Roma a cura di M. Apa; 1996: Galleria CAOS – Personale opere 1993- 96 “ABSTRACTA – Il Volto delle forme” a cura di A. Masi.
Attualmente insegna alla Scuola di “Arti Ornamentali” del Comune di Roma

Maestro Simoncelli, come nasce Venere Violata?
“Nasce dal cercare di interpretare attraverso la sperimentazione artistica nel corso di pittura che ho tenuto presso la Scuola Arti Ornamentali del Comune di Roma Capitale la problematica emergente, giorno per giorno, della violenza sulle donne in ogni angolo del mondo. Il lavoro è iniziato nel 2012 in un corso di pittura e tecniche varie frequentato prevalentemente da donne che volevano cimentarsi su una tematica al di fuori della didattica tradizionale. Da lì poi venne istituito un comitato promotore, costituito da attori, operatori del teatro, storici dell’arte, musicisti, poeti e scrittori, in maggioranza giovani, attraverso cui poi siamo entrati in contatto con le realtà istituzionali di Roma che, devo dire, prontamente hanno risposto in maniera positiva, sostenendoci e permettendoci di arrivare fin qui. In particolare, un ringraziamento, tra gli altri, va alla storica dell’arte Ivana della Portella che ha sposato subito la causa, proponendosi come curatrice della mostra-evento d’arte. Tra gli attori un grazie va a Gianpaolo Innocentini e Sarina Aletta i quali hanno realizzato delle bellissime performance teatrali sul tema, a Luisa e Vincenzo Sanfilippo, Emilia Di Stefano ed Emilia Giorgia Rossi. A Iolana Checco e Stefania Spera, Serena Damiani e Marco Tullio Dentali va un ringraziamento per quanto concerne i poeti che in particolare hanno interpretato il rapporto donna-uomo-amore-violenza.Tra i musicisti, invece, il cantautore romano Alessandro Cives, il gruppo “United Three” con il suo portavoce Stefano Bonifazi e il maestro Marco Brezza”. Infine, tra gli artisti vorrei ringraziare Anna Cirili, Fiorella Ivaldi e Roberto Tibaldi.

Cosa caratterizza la mostra evento di quest’anno?
“Quest’anno abbiamo cercato di adattare una parte delle opere esposte al Motor Village (circa 45) agli spazi della biblioteca, molto più contenuti, “contaminando” anche, ad esempio le scaffalature dei libri. Le opere esposte in pannellature nella parte alta della biblioteca permettono una visione quasi aerea. In totale le opere sono diciassette, realizzate con diverse tecniche pittoriche tra la figurazione e l’astrazione, e anche per la presenza plastica e materica. Gli artisti, provenienti dalla storica scuola di Arti di Via San Giacomo, sono: Paola Caso, Alessandro Cives, Stefania del Grande, Emilia di Stefano, Marta Hernandez Rajes, Flora Jorio, Marina Loreti, Davide Mancini, Isolina Mariotti, Alessandra Noce, Patrizia Ottaviani, carla Petrassi, Cristina Pignataro, Elisabetta Pertina, Stefania Spera, Bianca Trepaoli e, poi, ci sono io…”
E la sua“Venere Violata”?
“La mia opera è stata ispirata dall’emersione dalle acque del mar Adriatico di stralci di giornali che si avvicinano agli scogli raccontando dei luttuosi eventi in cui vittime sono le donne. All’orizzonte, una mano guantata stringe una rosa rossa, lasciando cadere qualche petalo verso l’osservatore. Si tratta di un’installazione realizzata con la tecnica della plotter art…”

Qual’è la mission del progetto?
“Uscire dai confini del racconto per portare all’attenzione di tutti un tema così drammaticamente attuale, attraverso un viaggio artistico che deve sensibilizzare e scuotere la coscienza degli uomini sulla tragedia che parla a tutti: la violenza sulle donne”

Secondo Lei qual è la giusta prospettiva dalla quale guardare al problema della violenza sulle donne per poterlo comprendere maggiormente e cercare di risolverlo?
“Il problema è senza dubbio in primis di natura culturale. Bisogna agire da questo fronte, dunque, cambiando la mentalità ed educando ad un diverso rapporto tra i generi, perché a mio avviso la violenza sulle donne è una violenza di genere. E’ un problema culturale nel vivere il rapporto uomo donna in un tempo velocemente cambiato. E la scuola in questo ha un ruolo fondamentale. Io partirei da qui.”

Intervista di Lucia Stefania Manco




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