Libri e quotidiani ancora in flessione

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Quotidiani e libri ancora in flessione. Lo rivela il 14° Rapporto Censis-Ucsi sulla comunicazione presentato questa mattina a Roma, secondo il quale i quotidiani continuano a soffrire per la mancata integrazione nel mondo della comunicazione digitale. Ma è soltanto questo il problema? Per noi la risposta è negativa.
Oggi solo il 35,8% degli italiani legge i giornali. Negli ultimi dieci anni, mentre i quotidiani a stampa perdevano il 25,6% di utenza, i quotidiani online ne acquistavano solo il 4,1% (oggi l’utenza complessiva è al 25,2%). Nel campo dei periodici, però, nell’ultimo anno si è registrata una ripresa. Solo il 42,9% degli italiani legge i libri a stampa e il 9,6% gli e-book, complessivamente, i lettori di libri si attestano al 45,7% della popolazione. Cresce tra giovani e anziani il digital divide.

Nella fascia anagrafica 14-29, la quota di utenti della rete arriva infatti al 90,5%, mentre è ferma al 38,3% tra gli anziani (65-80 anni). L’89,3% dei primi usa lo smartphone, ma lo fa solo il 27,6% dei secondi.

Il 79,9% degli under 30 è iscritto a Facebook, contro appena il 19,2% degli over 65.

Il 75,9% dei giovani usa YouTube, come fa solo il 16,5% degli ultrasessantacinquenni.

Quasi la metà dei giovani (il 47,7%) consulta i siti web di informazione, contro appena il 17,6% degli anziani.

Nel caso dei quotidiani, invece, la situazione è opposta: l’utenza giovanile (23,6%) è ampiamente inferiore rispetto a quella degli ultrasessantacinquenni (50,8%).

Dunque tutti sui siti dove spesso la lettura è gratuita e soprattutto si può interagire e dire la propria.

Già perchè oggi a molti non basta leggere si vuole dire la propria ed allora spazio ai social dove le regole sono poche e carenti.

Sui social puoi arrivare ad offendere e minacciare persino i bambini, ma certamente non puoi permetterti di scrivere male di lobby ricche e sparute mentre puoi tranquillamente bestemmiare o far girare notizie false e tendenziose….

Ma torniamo alla crisi: libri e quotidiani ancora in flessione si tratta di un problema di cultura oppure si è stanchi di leggere notizie troppo spesso faziose o di parte?

Quante volte capita di trovare la stessa notizia scritta in modo diverso, quante volte vengono estrapolate parole da un lungo discorso creando confusione, quante volte si celano pubblicità o non si toccano argomenti per i più disparati interessi?

Ormai anche sui libri è necessario distinguere tra realtà e faziosità, cultura oppure indottrinamento.

E poi diciamocelo chiaramente oggi bisogna saper scegliere perché oggi per diventare scrittore basta pagare….




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