Michelangelo torna a Roma con Konchalovsky

371

Dopo otto settimane di lavorazione – le riprese sono iniziate Lunedì 28 agosto sulle cave del Monte Altissimo sulle Alpi Apuane (Lucca) – Michelangelo torna a Roma. Vengono infatti girate in questi giorni alcune delle scene ambientate nella capitale del film “Il Peccato”, il kolossal d’autore che il regista russo Andrei Konchalovsky dedica a Michelangelo. Prodotto dalla Fondazione Andrei Konchalovsky per il sostegno al Cinema e alle Arti Sceniche e Jean Vigo Italia con Rai Cinema, il film è una co-produzione russo-italiana che segna un passo importante nella collaborazione artistica fra i due paesi.

Molto complessa la scena girata lunedì, primo giorno delle riprese a Roma, visto che protagonista sul set, insieme a Alberto Testone / Michelangelo, è stato un elefante bianco. La scena era ambientata in un cortile all’interno del Vaticano e l’elefante, inaspettato e stravagante dono per il Papa Leone X, era circondato da un cordone di guardie svizzere che cercavano di contenere una folla curiosa e festante. Una scena di massa che oltre al pachiderma ha coinvolto centinaia di uomini, donne e bambini. L’attore a quattro zampe, un giovane esemplare di soli 48 anni, era curato da 3 assistenti che lo hanno “guidato” sul set. In questi giorni invece le riprese sono ambientate nella casa – bottega romana dell’artista a Macel de’ Corvi.

Il film si avvale di un consistente contributo del Ministero della Cultura della Federazione Russa, della Fondazione di beneficenza per l’Arte, la Scienza e lo Sport e di Alisher Usmanov – produttore generale, insignito dell’ Ordine al Merito della Repubblica Italiana – e della partecipazione di Pervyi Kanal (Primo Canale, Russia).

Per le riprese la produzione si sta spostando fra la Toscana e il Lazio, nei luoghi di Michelangelo, dal Monte Altissimo, al Castello Malaspina di Massa e poi a Firenze, Arezzo, Montepulciano, Carrara, Bagno a Ripoli, Pienza, Monte San Savino, Tarquinia, Caprarola, fra gli altri.
“Quello che vorrei trasmettere non è solo l’essenza della figura di Michelangelo, ma anche sapori e odori di quell’epoca carica di ispirazione e bellezza, ma anche di momenti sanguinosi e spietati” – ha sottolineato Konchalovsky – “E quello che mi ha spinto è stata la voglia di raccontare al mondo, e ai giovani di oggi che hanno la memoria corta, la grandezza della figura di Michelangelo”.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *