Papa Benedetto ed il libro commentati da Mario Adinolfi

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Il giornalista Mario Adinolfi direttore de La Croce spiega perché è importante leggere questo libro

Adinolfi, lei acquisterà il libro del Papa emerito?

“Certo, e invito tutti a farlo perché credo che Papa Ratzinger rappresenti un punto di svolta nella Chiesa. In campo laico e laicista esiste una vulgata del tutto difforme dalla realtà di questo straordinario pontificato. Si continua a ripetere che Benedetto XVI sarebbe stato troppo debole con la pedofilia, quando invece la sua lotta, oltre che dura, è stata fra le più efficaci. Basti pensare che ha ridotto allo stato laicale più di 600 sacerdoti pedofili”.

Perché Benedetto XVI è stato un grande Papa?

“Perché è stato un Papa amatissimo dai fedeli e poco dai media. Le sue udienze erano affollatissime, i suoi documenti studiatissimi. Basti pensare che nei documenti del Sinodo sulla Famiglia si richiamano spessissimo quelli di Ratzinger primo fra tutti il documento in cui si ribadisce che il matrimonio è solo fra uomo e donna e che non vi possono essere equiparazioni fra forme di convivenza e famiglia naturale fondata sul matrimonio. Ratzinger è stato il Pontefice che ha proibito l’ordinazione di sacerdoti omosessuali, causa primaria della confusione interna alla Chiesa. C’è un passaggio nel libro in cui afferma di aver smantellato la lobby gay in Vaticano e questo è stato sicuramente un atto di grande coraggio. Un coraggio che si è distinto anche nella lotta alle pratiche finanziarie illecite, al contrasto alla pedofilia e nella definizione del rapporto con l’Islam. La migliore risposta nel contrasto al fondamentalismo islamico l’ha data proprio Benedetto XVI con il discorso di Ratisbona con il quale ha chiarito il rapporto fra Cristianesimo e Islam senza ipocrisie. Lui ha ammesso nel libro di non essere stato bravo nelle decisioni, ma questo non è vero. Il suo è stato un Papato da ricordare e studiare, omaggiando in vita questo gigante della Chiesa cattolica”.

Anche la sua rinuncia, a suo giudizio, è stato un atto di coraggio?

“Credo proprio di sì. Lui sapeva perfettamente che i problemi della Chiesa erano enormi e che tanti erano gli ostacoli, come dimostrato dai complotti, dalle trame, dai tradimenti arrivati addirittura fin dentro l’appartamento papale. Questo uomo di 86 anni aveva capito che i problemi che doveva risolvere e che si chiamavano Ior, pedofilia, lobby gay e rapporto con l’Islam, richiedevano scelte forti e risolute che lui non era in grado di assumere fino in fondo. Ricatti non ci sono stati ma certamente c’è stato un clima intimidatorio, costellato di campagne mediatiche e scandali costruiti all’interno del Vaticano frutto anche di fiducie tradite, che lo ha impaurito e condizionato . La storia prima o poi farà chiarezza su questo”.

Se dovesse muovere una critica a Ratzinger quale sarebbe?

“Quella forse di non aver costruito la sua successione. Papa Francesco è un Papa straordinario ma in questi anni tutti hanno percepito elementi di discontinuità fra i due pontificati. Non so se la cosa sia stata voluta o meno, ma mi sarei aspettato da Benedetto XVI un interventismo sul Conclave chiamato ad eleggere il suo successore. A mio giudizio un pizzico di continuità in più sarebbe stato molto utile”.




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