Nel mondo del cinema vi sono talenti dal roseo futuro dei quali si sentirà parlare a lungo. Grazie al Festival dei Tulipani di Seta Nera abbiamo scoperto una giovane regista e l’abbiamo incontrata. Eccovi la sua storia.
Vittoria Citerni di Siena, classe 1992, vanta all’interno del suo curriculum, una carriera internazionale, tra Spagna, Inghilterra e Italia.
Raccontaci l’inizio della tua carriera.
E’ iniziata da giovanissima, durante i primi anni del liceo con la compagnia teatrale “Il Quadriportico”, a Roma. Pensate che ho iniziato come costumista! E da lì, sperimentando, ho scoperto piano piano che la regia sarebbe stata la mia strada. Ho avuto la
fortuna sin da subito di “fare scuola” con persone molto competenti e preparata, i primi corti seri, come assistente alla regia o di produzione, tra cui “BILE” di Giulia Giordano con Carlo Caprioli, li ho iniziati a soli sedici anni. Da lì non mi sono mai
fermata. Il mio primo corto, “5 MINUTI” l’ho girato durante l’ultimo anno di liceo classico. Mi sono poi laureata alla RUFA-Rome University of Fine Arts in CINEMA (regia), ho anche fatto l’ERASMUS in Spagna, a Madrid, dove ho sperimentato l’ambito televisivo,
ed ho vissuto a Londra, dove ho lavorato molto in teatro.
Parlaci del tuo lavoro attuale
Ho appena finito lo spettacolo “La Sorpresa”, scritto da Luigi Passarelli e diretto da me al Teatro L’Aura di Roma. Al momento sto lavorando come assistente alla regia al nuovo film dei fratelli Taviani, “Una Questione Privata”. Sono inoltre tra i capo organizzatori
del festival internazionale del cortometraggio sociale “Tulipani di Seta Nera”. Sto lavorando a quella che spero sarà la mia opera prima, scritta insieme al mio collega Mattia Bartoli dal titolo “ROMaeGIULIA” ed il 13 novembre girerò inoltre un altro cortometraggio
dal titolo “PLASMA, scritto sempre da Luigi Passarelli e già vincitore di diversi premi. A febbraio saremo in scena con “Giro di vite” di H. James al Teatro Trastevere ed Aprile torneremo al Teatro l’Aura con “Harry, Sally ed Io” di N. Mazza de’ Piccioli.
Obiettivi presenti e futuri?
Tra gli obiettivi presenti rientra sicuramente quello di portare a termine tutti i progetti di cui sopra. Per quel che concerne gli obiettivi futuri, sicuramente affermarmi come regista a livello cinematografico e teatrale. Questo è un percorso molto lungo
e lento, che si costruisce giorno dopo giorno, in cui l’umiltà deve sempre essere presente, perchè arrivati non si è mai. E’ un lavoro che ti insegna la pazienza, il lavoro di squadra e che affina, in particolare per quel che concerne il regista, le capacità
di leadership. Si ha sempre qualcosa da imparare, si ha sempre la possibilità di migliorarsi, se si lavora insieme con il proprio team.
Il tuo successo più bello?
La realizzazione del mio primo corto, “5 MINUTI” sicuramente… e a seguire tutti gli altri!
I tuoi hobby?
Sono una persona iper dinamica, sempre in movimento, attiva, solare, sportiva, passionale ma allo stesso tempo molto introspettiva e bisognosa dei suoi spazi. Adoro leggere, scrivere, ascoltare musica di qualsiasi tipo, fare sport, andare a cavallo, cantare,
ballare, mangiare, cucinare, viaggiare.
Il tuo piatto preferito?
Domanda difficilissima. Adoro mangiare, non ho “un” piatto preferito. Se andiamo sul dolce sicuramente il profitterolles, sono cioccolata dipendente. Se andiamo invece sul salato, forse forse la pasta al chianti con la pancetta, che tra le altre cose so cucinare
benissimo!
Viaggi e vacanze fatte o che vorresti fare?
Adoro viaggiare, e tutti i viaggi che ho fatto, a modo loro, sono stati speciali, come ad esempio Lagos e l’algarve in portogallo, l’isola di Milos in grecia, la scozia. Vorrei visitare gli Stati Uniti, la nuova Zelanda e l’Islanda.
Sport seguiti o praticati?
Di sport ne ho sempre fatti tanti, ma il “mio” sport è l’equitazione, facevo anche agonismo quando ero più piccola.
Film preferito?
“Suspance” di Clayton con Deborah Kerr, “Gli Ultimi Fuochi” di Elia Kazan, “The Others” di Amenabar e “Nodo alla gola” di Hitchcock.
Un dono che vorresti?
Più tempo.
Cosa vorresti dalla tua vita?
Voglio realizzarmi, facendo quello che amo, conciliando la sfera sentimentale con quella lavorativa.
Quanto conta il successo?
Non credo che il successo “conti”. Per chi fa questo mestiere, se lo fa bene, essendo un lavoro che si fa per essere poi successivamente fruito, guardato, vissuto dal pubblico, sia la semplice conseguenza di un lavoro fatto bene. Un lavoro che indichiamo come
tale per una mera convenzione, in quanto il termine esatto è “passione”, che poi sia un lavoro, questa è una conseguenza.
Quanto conta il denaro?
Chi fa questo mestiere lo fa per passione, come ho già accennato poco fa, non lo si fa per soldi. Nel cinema ad alti livelli ne girano tanti e lo ammetto, la cosa non mi dispiace, mi piace vivere “coccolata” ma non ho scelto questo mestiere per quello, assolutamente.
E’ una vocazione, non la si sceglie, è un modo di essere.
Quanto contano gli affetti?
Tantissimo, sono la cosa che conta di più nella vita. I soldi, il lavoro, sono tutte cose che possiamo perdere o conquistare così, da un giorno all’altro. A che serve avere tanto se non si ha qualcuno con cui condividerlo la sera quando si torna a casa? Credo
davvero che gli affetti siano l’unica cosa in grado di resistere allo scorrere del tempo, e quello di cui dovremmo curarci di più. Vanno al primo posto, sempre.
Cosa pensi della società in cui viviamo?
Che ci spinge a correre troppo, e che a volte dobbiamo essere noi ad “imporre” i nostri ritmi.
Sogni da realizzare?
Tanti, troppi. Una vita sola non basta. Già la realizzazione della mia opera prima sarebbe un gran bel traguardo.
Libri preferiti?
“La donna in bianco” di Collins, “Giro di vite” di H. James, “Il ritratto di Dorian Gray” di Wilde… ce ne sono moltissimi!
Pensi mai a quando sarai “grande”? (famiglia, marito, figli)
Si certo, come tutto. Quando sarà il momento avrò voglia di realizzarmi anche in questo ambito, riprendendo quello che ho detto poco fa riguardo agli affetti infatti, a lungo andare solo il lavoro no basta. Una cosa non esclude l’altra ma anzi, si completano a vicenda.
Quanto ha significato la tua famiglia nell’inizio della tua carriera ed in generale nella tua vita?
Ha significato molto, mi hanno sempre appoggiata, e quando si sceglie una strada di questo tipo, non è sempre facile o scontato. Sono fortunata.