COLLEZIONE ADLER – Dal 21 gennaio fino al 20 marzo la Biblioteca Braidense di Brera, a Milano, presenta “Tempi Terribili – Libri belli”, una nuova mostra che celebra i libri d’artista e l’importanza dell’infanzia testimoniata dai libri sovietici per bambini della collezione Adler appena acquisita tramite donazione.
A cura di Federica Rossi, la rassegna mette in mostra 140 opere: 123 della collezione Adler su 257 acquisite oltre a 17 volumi per l’infanzia provenienti da collezioni private, nonché terrecotte e altri manufatti utili a contestualizzare il periodo storico.
L’esposizione ha come fulcro l’infanzia, i bambini, gli artisti e i libri, ossia i protagonisti chiave per la creazione di un futuro migliore. “Allora, negli anni turbolenti che seguirono la rivoluzione russa e la conseguente guerra civile, come oggi, dobbiamo guardare agli artisti e ai bambini per guidarci attraverso le incertezze che affrontiamo ogni giorno”, osserva James Bradburne, direttore della Pinacoteca di Brera e della Biblioteca Braidense, che di recente, nelle sue sale, ha inaugurato il Centro Internazionale per infanzia.
LA STORIA DELLA COLLEZIONE
Una storia straordinaria, quella della collezione Adler, che inizia con una valigia malconcia di pelle marrone. Gli architetti Hans Edward e Hedwig Adler erano fuggiti in Inghilterra dalla Germania nazista nel 1939, lasciando la maggior parte dei loro averi alla madre di Hedwig a Colonia. La storia si conclude solo alla morte di Hedwig nel 1986 quando sua figlia Susan, sgombrando l’appartamento, trova una valigia in soffitta, una valigia che contiene un tesoro: 257 libri sovietici per bambini, di cui 169 in russo, 85 in ucraino e 3 in yiddish, per la maggior parte pubblicati fra la fine degli anni Venti e il 1933.
I volumi della collezione Adler sono testimonianze di un periodo unico della storia del Novecento. Nella terra dei Soviet i primi anni dopo la Rivoluzione d’Ottobre furono infatti un momento di intensa creatività e di particolare attenzione all’infanzia. Questa temperie culturale attenta ai bambini era in parte ispirata dal libro “L’Arte dei bambini” di Corrado Ricci, scritto nel 1887 e tradotto in russo alle soglie della Prima guerra mondiale. Approfondire questa vicenda significa quindi anche riallacciarsi idealmente alla lezione di Corrado Ricci, lo scrittore e storico dell’arte che fu alla guida di Brera dal 1898.
Nell’Unione Sovietica, che usciva da momenti drammatici come la Prima guerra mondiale e la rivoluzione bolscevica, la cultura dei bambini era importantissima. Per creare un nuovo paradiso socialista, bisognava innanzitutto creare i nuovi cittadini sovietici. I principali artisti, scrittori, poeti, attori e registi dell’Avanguardia si dedicarono a plasmare il brillante futuro socialista. I libri sovietici per l’infanzia erano colorati, dinamici e interattivi e dipingevano il quadro di una nuova era per l’umanità dopo secoli di guerra, povertà e servitù. Questi libri partono dalla convinzione che, cambiando ciò che i nostri bambini sperimentano nella loro infanzia, si può cambiare il corso della storia e forse creare un mondo migliore.
LA MOSTRA
Libri per bambini; Unione Sovietica; Avanguardia; Hans Edward Adler e Hedwig Feldmann, architetti; Collezione Adler. Sono questi i concetti chiave attraverso cui si sviluppa la rassegna “Tempi terribili – Libri belli” che, oltre a 123 libri della collezione Adler e 17 volumi per bambini provenienti da collezioni private, vedrà esposte 24 preziose spille sovietiche della collezione Sandretti degli Anni Venti-Trenta e alcuni manufatti, come le terrecotte di Vjatsk dai colori vivaci, tra i giocattoli popolari russi che ispirarono grandi maestri dell’Avanguardia russa.
I libri per bambini videro una straordinaria stagione creativa in Unione Sovietica tra gli anni Venti e la prima metà degli anni Trenta del Novecento, testimoniata dalle opere esposte in mostra. Questi volumi furono creati da artisti che avevano assimilato la lezione dell’arte dell’Avanguardia, una tendenza artistica che si distaccava radicalmente dalla tradizione accademica ottocentesca, e si erano applicati alla creazione del libro per l’infanzia. Grandi artisti innovarono completamente il genere, dando un’importanza chiave alla qualità artistica del manufatto librario. Nonostante in quegli anni le copertine fossero perlopiù di carta relativamente leggera e le edizioni risultassero poco costose, la vivacità dei colori, le scelte compositive, le studiate geometrie e la fantasia nell’uso dei caratteri calligrafici riuscivano a creare opere vivaci, capaci di infondere grande allegria, dare fiducia nel futuro e stimolare la fantasia dei bambini. Molti libri invitavano il bambino a creare, tagliare, colorare, lo coinvolgevano nel processo creativo.
Negli anni Venti artisti-architetti di grande levatura si cimentarono nel genere della letteratura infantile, basti pensare al racconto suprematista di El’ Lisickij (Lazar’/ Eliezer Lisickij) “Sui due quadrati”, pubblicato a Berlino nel 1922. E figure come Walter Benjamin, in Unione Sovietica tra il 1926 e 1927, si appassionarono al mondo dell’infanzia, comprando giocattoli. Non stupisce quindi che due giovani architetti, Hans Edward Adler e Hedwig Feldmann, arrivati in Unione Sovietica dalla Germania nel 1930, avessero acquistato una notevole quantità di libri per bambini. Questi volumi erano significativi dal punto di vista estetico e formale, e potevano diventare fonte di ispirazione nel loro lavoro di designer e progettisti.
L’importanza della collezione Adler di libri per bambini sta nel fatto che, oltre a essere una delle poche, forse l’unica, di questo genere in Italia, perlopiù raccoglie volumi pubblicati in un ristretto arco cronologico (1922-1933), dando un interessante spaccato del panorama editoriale del momento. Sono anni cruciali, di grande vitalità artistica, anni di mostre di libri per bambini creati in Unione Sovietica, ma non solo: ad esempio, nel 1928 ebbe luogo a Mosca un’esposizione sul libro per l’infanzia giapponese. Non era un caso: proprio l’estetica giapponese, per esempio attraverso l’opera di Hokusai e Utamaro, aveva ispirato molti artisti che lavorarono nel periodo, come emerge da diversi volumi della collezione Adler. L’interesse del periodo per i libri per l’infanzia è testimoniato anche dal fatto che un anno dopo la partenza dei coniugi Adler dall’URSS, nel 1934, venne fondato a Mosca il Museo del Libro per Bambini (Muzej Detskoj Knigi).
GLI ARTISTI
All’interno della collezione Adler vi sono anche edizioni rare e di maestri come Vladimir Lebedev (1891-1967), definito dai contemporanei il “re del libro per babini”. Si possono ammirare le opere di Vera Ermolaeva (1893-1937), colei che era succeduta a Marc Chagall nella direzione della scuola popolare d’Arte di Vitebsk, il grande centro di elaborazione dell’Avanguardia. Tre libri sono di Aleksandr Dejneka (1899-1969), uno dei maggiori artisti sovietici. Egli seppe lavorare su scala diversa: dai libri per l’infanzia all’arte monumentale dei famosi mosaici che decorano il soffitto della stazione Majakovskaja, forse la più suggestiva del metro di Mosca. Sono parte importante della collezione le opere di maestri attivi nella Repubblica Socialista Sovietica Ucraina, dove una fervente stagione culturale vide attivi i boičukisti, ossia gli artisti della scuola di Michailo Boičuk, tra cui Maria Kotljarevskaja e Oleksandr Dovgal. Nella raccolta degli Adler sono inoltre presenti volumi dei grandi classici per ragazzi, come Kipling e Tolstoj, in edizioni sovietiche ad opera dei principali illustratori del periodo come Vladimir Favorskij (1886-1964) e David Šterenberg (1881-1948).
Accanto ai libri della collezione Adler vengono esposte edizioni preziose da collezioni private utili a contestualizzare il periodo. Fra queste opere pubblicate fra fine Ottocento e inizio Novecento vi sono volumi di Ivan Bylibyn (1876-1942), che nel suo lavoro di illustratore si rifece all’arte popolare russa, nonché l’edizione del volume di uno degli scrittori di libri per l’infanzia del periodo Samuil Maršak, “Indovinelli” (Zagadki) del 1925. Questa è illustrata da Kuz’ma Petrov Vodkin (1878-1939), uno dei più importanti e originali pittori sovietici della prima metà del Novecento. Petrov Vodkin seppe creare un linguaggio molto personale capace di attingere ispirazione da tradizioni molto diverse, tra cui l’arte di Piero della Francesca, così ben rappresentata nella collezione di Brera. I volti geometricamente costruiti di Piero attrassero il maestro russo.
A esemplificazione della frattura fra l’illustrazione di stampo avanguardista della collezione Adler e il successivo affermarsi del realismo socialista si espongono due edizioni di “Che cosa è bene, che cosa è male?” del famoso poeta Vladimir Majakovskij. Le edizioni pubblicate nel 1930 e nel 1943 presentano significative differenze. Nell’edizione del ‘43 illustrata dal noto Aleksej Pomochov sono spariti i colori squillanti delle avanguardie, la tipica asimmetria che conferisce espressività. Il dinamismo della composizione avanguardista lascia il posto ad una impostazione assiale, centrale, sia per i caratteri calligrafici che per il disegno.
BRERAPLUS + E LIBRO
Dal 21 gennaio la mostra è visibile anche agli abbonati sulla piattaforma BreraPlus+. Un reportage interattivo inedito e contenuti extra permetteranno di esplorare una selezione di trenta libri della collezione Adler e di approfondire il contesto politico e culturale con strumenti di digital storytelling.
Inoltre, in occasione della rassegna “Tempi terribili; libri belli” verrà pubblicato un volume che racconta la storia della collezione Adler, con una serie di immagini rappresentative dei libri in mostra e i testi di James Bradburne e Federica Rossi (Corraini Edizioni, 32 pagine, 8 euro). Il libro sarà disponibile da fine gennaio nelle librerie e sul sito Corraini.com