UNESCO – Un reticolo di 62 chilometri, di cui 42 solo nel centro storico, che caratterizzano il centro di Bologna e ne fanno un segno distintivo della città che nei portici che costeggiano le sue vie e le sue piazze trova – da sempre – tracce della sua identità più intima e vera. Troneggiano i portici dei Servi e di San Luca.
I portici di Bologna sono stati nominati patrimonio dell’umanità dell’Unesco. Lo annuncia la stessa organizzazione. “Con il riconoscimento di oggi, l’Italia ottiene il terzo sito in questa sessione Unesco”, commenta la sottosegretaria alla Cultura Lucia Borgonzoni, durante la seduta del 44/o Comitato del Patrimonio Mondiale riunito a Fuzhou, in Cina, che ha confermato l’iscrizione per la città di Bologna e dei suoi portici tra i siti patrimonio dell’Umanità.
“Grazie all’impegno e lavoro degli uffici del MiC, della diplomazia, dell’assessore Orioli con gli uffici del comune – spiega Borgonzoni -, Bologna e i suoi portici trovano il posto che spetta loro. Sono doppiamente entusiasta, sia per il riconoscimento ottenuto dopo l’impegnativo lavoro che seguo ormai da anni, sia perché Bologna è la mia città”
Elemento che caratterizza la città felsinea, i portici sono lunghi nella zona centrale oltre una quarantina di chilometri e rappresentano, con le loro particolari prospettive architettoniche, il salotto del capoluogo emiliano.
Un reticolo di 62 chilometri, di cui 42 solo nel centro storico, che caratterizzano il centro di Bologna e ne fanno da sempre un segno distintivo della città che nei portici che costeggiano le sue vie e le sue piazze trova – da sempre – tracce della sua identità più intima e vera. Bologna lavorava da anni alla candidatura, avendo presentato i portici come il simbolo di “uno stile di vita urbano sostenibile, in cui gli spazi religiosi e civili e le abitazioni di tutte le classi sociali sono perfettamente integrate”.
I portici, a Bologna, sono infatti allo stesso tempo un modello architettonico e sociale, portato avanti con coerenza nel corso dei secoli. Una specie di congiunzione tra lo spazio pubblico e lo spazio privato.
I fiori all’occhiello della candidatura, in particolare, erano il portico dei Servi e quello di San Luca, il più lungo del mondo, che collega la città con il Colle della Guardia dove si trova il santuario mariano. Ma anche le sue declinazioni più moderne, come quelle del quartiere periferico della Barca.
i portici di Bologna, lunghi quasi 62 km di cui 40 km solo nel centro storico, rendono la città felsinea unica al mondo. Fin dal 1100, quando la crescita dell’Università spinse a inventarsi un nuovo spazio urbano, i portici sono diventati un luogo, a un tempo pubblico e privato, di socialità e commercio, salotto all’aperto simbolo stesso dell’ospitalità bolognese.
Passeggiando per la città, si possono percorrere varie tipologie di portici. Da quelli in legno, come la duecentesca casa Isolani in strada Maggiore e i portici di via Marsala, fino ai trecenteschi “beccadelli”, semi-portici senza colonna come quello presente nella facciata posteriore di Palazzo d’Accursio e nel Palazzo Ghisilardi-Fava. Molto noto è l’altissimo portico “dei Bastardini” in via D’Azeglio, così chiamato perché sotto le sue volte, fino al 1797, aveva sede l’orfanotrofio, e il portico dell’Archiginnasio, noto come “Pavaglione”.
Il portico più largo della città è il quadriportico della basilica di S.Maria dei Servi in strada Maggiore, progettato a fine Trecento, il più alto è in via Altabella dove il palazzo arcivescovile ha un loggiato che sfiora i 10 metri, e il più stretto, con i suoi 95 cm, si trova in via Sanzanome.
Passati i viali inizia il lungo percorso porticato di via Saragozza, principio del portico più famoso della città e più lungo del mondo, che conduce al Santuario della Madonna di San Luca.
Dal primo arco di porta Saragozza (Bonaccorsi), si arriva a metà strada all’Arco del Meloncello, per poi salire fino al Monte della Guardia. Il portico è formato da 664 archi e misura quasi 4 km.
L’ingresso dei portici di Bologna nel novero dei siti patrimonio dell’Umanità dell’Unesco è “un’immensa soddisfazione e un grande riconoscimento che ci rende felici”. Questo il commento del sindaco della città Virginio Merola, celebra la decisione dell’agenzia culturale della Nazioni Unite.
L’iscrizione, argomenta, “è il raggiungimento di un obiettivo da tempo perseguito ed e’ il riconoscimento del grande lavoro di questi anni portato avanti dalla vicesindaca Valentina Orioli e da tutta la struttura che ha dedicato a questa causa passione, competenza e capacita’ di relazione”.
Inoltre, sottolinea il primo cittadino bolognese, “un grande ringraziamento al Ministero della Cultura, al ministro Dario Franceschini e alla sottosegretaria Lucia Borgonzoni, al Ministero degli Esteri col consigliere Paolo Bartorelli e all’Ambasciatore d’Italia presso l’Unesco Massimo Riccardo. Questo titolo – conclude Merola – rappresenta un grande onore e una grande responsabilità per Bologna, saremo all’altezza di questo riconoscimento”.
“Una notizia bellissima: i Portici di Bologna sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità Unesco! Un straordinario riconoscimento per la città di Bologna e per l’Emilia-Romagna”. Sulla sua pagina Facebook il presidente dell’Emilia-Romagna anche Stefano Bonaccini celebra l’ingresso dei portici bolognesi nel novero dei siti dichiarati patrimonio dell’Umanità dall’agenzia culturale delle Nazioni Unite.