Vibo Valentia proclamata Capitale Italiana del Libro

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Vibo Valentia – Commossa ed euforica la reazione della prima cittadina di Vibo, Maria Limardo. “Vibo Valentia è una città ricca, bella, piena di patrimonio e piena di straordinarie bellezze e patria di tanta bella gente. Siamo certi che con questa incoronazione Vibo sarà portata agli onori della cronaca bella”.

Vibo Valentia è la Capitale italiana del Libro 2021. Lo ha annunciato il ministro della Cultura Dario Franceschini nel corso di una conferenza stampa online,
La città vincitrice riceverà ora dal Ministero della Cultura, tramite il Centro per il Libro e la Lettura, un contributo pari a 500 mila euro per la realizzazione del progetto. La città è stata selezionata dalla giuria, presieduta da Romano Montroni, scegliendo tra i sei comuni che erano rimasti in lizza fino alla fine: Caltanissetta, Ariano Irpino, Campobasso, Cesena, Pontremoli e Vibo Valentia.
La Capitale italiana del libro è stata istituita dal ministro Franceschini nel 2020, ai sensi della legge 13 febbraio 2020, n. 15 per la promozione e il sostegno della lettura. Il titolo della prima edizione è stato conferito dal Cdm, su proposta del Ministro della cultura, al comune di Chiari in provincia di Brescia, uno dei paesi più colpiti dall’epidemia da Covid-19, che nei mesi più duri del lockdown ha trovato proprio nella lettura, compiuta attraverso i canali social dell’amministrazione, uno degli strumenti per sostenere la comunità.
“È la prima volta che facciamo la proclamazione della Capitale italiana del libro”, ha spiegato Dario Franceschini, aprendo la conferenza stampa di proclamazione. “Questa idea nasce dall’esperienza della Capitale italiana della Cultura, che a sua volte nasce dall’esperienza della Capitale europea della Cultura. Abbiamo visto che questo tipo di procedure mettono in moto un meccanismo virtuoso: l’identificazione della comunità locale nella competizione, la progettazione di un disegno complessivo legato al tema, l’incrocio tra pubblico e privato. La competizione è un momento importante non solo per la città vincitrice ma anche per le altre partecipanti, perché il meccanismo virtuoso produce dei risultati che restano nel tempo e negli anni. Anche il solo fatto di essere stata candidata diventa un titolo”.
Commossa ed euforica la reazione della prima cittadina di Vibo, Maria Limardo. “Vibo Valentia è una città ricca, bella, piena di patrimonio e piena di straordinarie bellezze e patria di tanta bella gente”, ha detto. “Siamo certi che con questa incoronazione Vibo sarà finalmente portata agli onori della cronaca bella. È un primo momento di riscatto per la comunità”.
“Si sono attivate attraverso la risposta al bando tutta una serie di energie nelle singole città che porteranno dei benefici. Avere attivato tutta una serie di collaborazioni nei territori ha fatto bene a quel territorio e sono convinto che lascerà delle tracce. Le Capitali italiane del Libro servono anche a difendere lo spazio dei libri e della lettura”, ha detto Romano Montroni, presidente della giuria ed ex presidente del Centro per il libro e la lettura, nel corso della conferenza stampa che ha proclamato la città calabrese Capitale italiana del Libro 2021. “La giuria ha deciso all’unanimità, le città hanno formulato un’offerta ricca ma sostenibile dal punto di vista delle risorse economiche, strutturali e umane. I progetti che abbiamo visto sono veramente fantastici. Senza libri e senza la cultura non può esserci rinascita sociale ed economica”.
Secondo la motivazione della giuria, la scelta è ricaduta su Vibo Valentia, perché la città “si è distinta per la qualità delle iniziative presentate esposte con chiarezza in cui si fondono rigore ed entusiasmo. L’idea di base nell’introduzione al progetto che ha vinto è di far entrare prepotentemente il libro nella vita delle persone. Un concetto che siamo certi verrà tradotto in comportamenti virtuosi destinati a lasciare un’impronta duratura”
Incastonata nel cuore meridionale della Calabria, Vibo Valentia conserva un patrimonio straordinario di bellezze uniche, naturali, storiche, culturali e architettoniche. La città calabrese, capoluogo dell’omonima provincia, oggi piange lacrime di commozione perché ha ottenuto un riscatto che aspettava da tempo.
È la più piccola tra le province calabresi, eppure può essere descritta come la custode di un passato antico e di una bellezza selvaggia, naturale e bellissima.
Le sue radici si perdono nella notte dei tempi e ne fanno uno scrigno di storia e cultura, dove alla bellezza selvaggia dei luoghi si contrappone la profonda consapevolezza culturale del passato più antico.
La provincia, formata da 50 comuni, comprende la costa tirrenica, la catena appenninica delle Serre e il vasto comprensorio agricolo dell’altopiano del Poro.
La città si chiama così dal 192 a.C., mentre il suo nome di antica colonia greca era Hipponion. La provincia è stata istituita nel 1992 e deve il suo fascino alle suggestioni di un mare color cobalto e ai verdeggianti altopiani su cui svettano i monti delle Serre.
Il Golfo di Sant’Eufemia a Nord e quello di Gioia Tauro a Sud sono incorniciati dalle colline e dai rilievi montuosi dell’entroterra. La natura qui è praticamente incontaminata e toccata soltanto dalle mani degli agricoltori. Il Vibonese offre al visitatore scorci di straordinaria intensità emotiva. Alcuni dei paesaggi che compongono la sua magia sono gli uliveti ordinati e ombrosi, i campi di grano odorosi, gli aranceti e i limoneti prodighi di frutti aromatici tutto l’anno, i vigneti arroccati sui fianchi delle colline, i canneti ondeggianti scossi dalla brezza marina, il profumo inebriante delle zagare in fiore nelle caldi notti estive.
Una città tutta da vivere ed una possibile meta di vacanze, covid, politica e scienza permettendo.




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