Pensioni: Sono oltre 10,6 milioni le pensioni con un importo inferiore a 750 euro al mese. L’età media dei pensionati è di 74,1 anni

340

Pensioni – Nuovi allarmanti dati giungono sulle pensioni degli italiani. Nel Bel Paese infatti quasi 6 pensioni su 10 non arrivano a 750 euro mensili. Sono oltre 10,6 milioni le pensioni con un importo inferiore a 750 euro al mese: il 59% del totale delle 17,8 milioni di pensioni vigenti. La percentuale delle pensioni basse sale al 72,6% per le donne ma questo dato costituisce solo una misura indicativa della “povertà”, per il fatto che molti pensionati sono titolari di più prestazioni pensionistiche o comunque di altri redditi.
Sono 275.611 i gli assegni superiori a 3.500 euro al mese. L’età media dei pensionati è di 74,1 anni. Sono i dati forniti dall’Osservatorio sulle pensioni dell’Inps.

Pensioni, la distribuzione per età

L’età media dei pensionati è di 74,1 anni con una differenza tra i due generi di 4,7 anni (71,5 anni per gli uomini e 76,2 anni per le donne).
Riguardo le pensioni della categoria vecchiaia, il 25,1% delle pensioni è erogato a persone di età inferiore a 70 anni; lapercentuale si alza fino al 27,8% per i pensionati di vecchiaia di sesso maschile. Ciò è giustificato dall’elevato numero di pensioni di anzianità liquidate negli anni passati.
Il 68,7% dei titolari di pensioni di invalidità previdenziale di sesso maschile ha età inferiore a 70 anni, mentre le pensionate titolari della stessa categoria di pensione hanno per il 47,0% età superiore o uguale a 80 anni. Ciò dipende dal fatto che gran parte delle pensioni di invalidità liquidate prima della legge 222/1984 è di sesso femminile (fatto dovuto anche alla maggiore longevità delle donne), mentre l’invalidità previdenziale liquidata con la normativa vigente è una prestazione a carattere maggiormente maschile (per le liquidate nel 2020 il tasso di mascolinità delle pensioni di invalidità previdenziale è stato del 62,4%).

Pensioni, la distribuzione per importi

Delle 10.608.976 pensioni con importo inferiore a 750 euro, solo il 43,0%, cioè 4.009.862, beneficia di prestazioni legate a requisiti reddituali bassi, quali integrazione al minimo, maggiorazioni sociali, pensioni e assegni sociali e pensioni di invalidità civile. In questo contesto, il divario tra i due sessi è accentuato; infatti per gli uomini la percentuale di prestazioni con importo inferiore a 750 euro scende al 36,8% e se si analizza la situazione della categoria vecchiaia, si osserva che questa percentuale scende al 21,2% e di queste solo il 19,9% è costituito da pensioni in possesso dei requisiti a sostegno del reddito. Sempre per gli uomini, oltre un terzo delle pensioni di vecchiaia è di importo compreso fra 1.500 e 3.000 euro.

Pensioni previdenziali e assistenziali

Le pensioni vigenti al 1 gennaio 2021 sono 17.799.649, di cui 13.816.971 (il 77,6%) di natura previdenziale e 3.982.678 (il 22,4%) di natura assistenziale. L’importo complessivo annuo è pari a 212,9 miliardi di euro di cui 190 miliardi sostenuti dalle gestioni previdenziali e 22,9 miliardi da quelle assistenziali. L’Osservatorio Inps ricorda come nel 2020 siano state liquidate 1.182.971 pensioni delle quali il 40,7% di natura assistenziale. Un numero questo, si legge ancora, che registra “una linea di tendenza crescente che passa da 465mila nel 2003 a 587mila nel 2019, per poi scendere a 481mila nel 2020; anche le percentuali sul totale hanno una linea crescente arrivando a valori intorno al 50% dal 2012 al 2019, per poi diminuire nel 2020 al 41%; l’età media alla decorrenza ha un andamento sinusoidale tra i valori estremi di 68 e 70 anni“.

Pensioni e distribuzione territoriale

L’area geografica che registra la percentuale più alta di prestazioni pensionistiche è l’Italia settentrionale con il 47,73%; al centro viene erogato il 19,34% delle pensioni mentre in Italia meridionale e nelle isole il 30,8%; il restante 2,13% (378.479 pensioni) viene erogato a soggetti residenti all’estero. Il Nord continua ad essere l’area con il maggior numero di pensioni per mille residenti (307,6 per mille), seguita dal Centro con il 291,0 per mille e dal Mezzogiorno con il 271,5 per mille.
La regione con minor numero di pensioni previdenziali per residente risulta essere la Sicilia (173 pensioni x 1.000 residenti), seguita dalla Campania con 181 pensioni e dal Lazio (185).
La Liguria ha la più alta concentrazione di ultrasessantacinquenni in Italia; mentre in Campania la concentrazione di ultrasessantacinquenni è la più bassa d’Italia.

Pensioni, da chi sono erogate

Il 48,9% delle pensioni è in carico alle gestioni dei dipendenti privati delle quali quella di maggior rilievo (94,7%) è il Fondo Pensioni Lavoratori Dipendenti che gestisce il 46,3% del complesso delle pensioni erogate e il 59,1% degli importi in pagamento. Le gestioni dei lavoratori autonomi erogano il 28,0% delle pensioni per un importo in pagamento pari al 24,2% del totale, mentre le gestioni assistenziali erogano il 22,4% delle prestazioni con un importo in pagamento pari al 10,8% del totale.

Pensioni, la distribuzione per categoria

Analizzando i dati per categoria di pensione l’Inps osserva che le prestazioni di tipo previdenziale sono costituite per il 67,6% da pensioni della categoria vecchiaia di cui poco più della metà (57,2%) erogate a soggetti di sesso maschile, per il 6% da pensioni della categoria invalidità previdenziale di cui il 54,7% erogato a maschi e per il 26,4% da pensioni della categoria Superstiti che presentano un tasso di mascolinità pari al 12,3%. Le prestazioni assistenziali invece sono costituite per il 20,2% da pensioni e assegni sociali di cui il 37,1% erogate a soggetti di sesso maschile, il restante 79,8% delle prestazioni è erogato ad invalidi civili sotto forma di pensione e/o indennità, con un indice di mascolinità del 41,2%

Da segnalare che lee pensioni di aprile vengono anticipate dal 26 marzo al 1° aprile 2021 grazie all’ampliamento della rete e degli orari degli uffici postali attivi su tutto il territorio nazionale. Poste Italiane adotta anche stavolta una programmazione per l’accesso agli sportelli consentendo il ritiro anche nell’arco dei giorni lavorativi precedenti al mese di competenza delle prestazioni. Anche nel mese di aprile i pensionati dovranno fare i conti con conguagli e trattenute da parte dell’Inps. Per le pensioni di importo elevato, si prosegue col piano di recupero in caso di conguaglio negativo sul 2020. A marzo è stata recuperata la seconda rata, da qui alla fine dell’anno ne mancano altre due.




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *