Cina ed i bambini abbandonati: la storia del bimbo di ghiaccio

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Un sondaggio del governo mostra che vi sono almeno 61 milioni di bambini (e ragazzi) che nelle campagne della Cina vivono senza i genitori.

Questi bambini semi-abbandonati vedono solo raramente i loro genitori che per la maggior parte dell’anno sono migrati per lavoro nelle ricche città costiere dell’est del Paese.

I dati del sondaggio 2016 sulla popolazione migrante sono stati pubblicati ieri dalla Commissione nazionale per la salute e il family planning e mostrano una delle più preoccupanti piaghe della Cina. I ragazzi lasciati soli sono vittime di incidenti o sono avviati alla delinquenza.

L’abbandono avviene perché molte città cinesi, sebbene invitino dalle campagne adulti migranti per lavoro, sfruttandoli come manodopera a basso costo, non concedono ai loro figli né scolarità, né cure per la salute. I magri salari dei migranti, oltre alle povere condizioni in cui vivono (containers, bicocche, ecc..) non permette loro di tenere i figli con sé.

Si chiama Wang Fuman e ha otto anni, ma è ormai noto a tutti come “il bambino di ghiaccio”. Una sua foto lo ritrae con tutti i capelli e le sopracciglia ghiacciati e con le mani gonfie per il freddo e con indosso una giacchetta leggera. Il piccolo Wang quel giorno ha percorso a piedi 4,5 km da casa sua fino a scuola, con una temperatura di -9° C. La scuola si trova a Zhuangshanbao, nella campagna di Zhaotong (Yunnan) e non ha riscaldamento.

La foto è stata scattata l’8 gennaio scorso dall’insegnante di Wang e portata al preside.

Da allora è apparsa in molti social e persino sui siti di giornali come il Quotidiano del popolo, l’organo ufficiale del Partito comunista cinese.

Decine di migliaia i commenti. Alcuni sottolineano la “forza” del bambino, che sfida il freddo pur di studiare; altri esprimono commozione per le sue mani gonfie o per la giacca troppo leggera. Altri ancora si domandano “cosa faccia il governo dello Yunnan” per il povero bambino infreddolito fino al congelamento. Molti chiedono di conoscere il modo in cui aiutarlo inviando soldi o vestiti.

La Pear Video, un sito web cinese, ha inviato i suoi giornalisti a incontrare il “bambino di ghiaccio”. Essi hanno scoperto che il piccolo Wang è uno dei cosiddetti “bambini lasciati indietro”, i cui genitori sono andati nelle grandi città a lavorare per sfuggire alla povertà. Si calcola che in Cina vi siano oltre 60 milioni di questi “bambini abbandonati”.

Il piccolo Wang vive insieme alla sorellina e alla nonna in una casa fatta di fango e mattoni e senza riscaldamento e non vede suo padre da diversi mesi.

Grazie all’interesse suscitato dalla foto, la Fondazione per lo sviluppo dei giovani nello Yunnan ha raccolto 1,9 milioni di yuan in donazioni per aiutare I bambini della scuola e provvedere al riscaldamento dell’edificio. Una ditta ha provveduto a trovare un lavoro per il padre di Wang, così che non si allontani dal suo piccolo.




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