Covid – La Cina non solo non paga i danni ma accusa l’Italia

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Covid – In seguito allo studio di un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano, secondo cui tracce di coronavirus sarebbero state trovate sul tampone fatto a un bambino milanese ammalatosi il 21 novembre, i media di regime cinesi stanno dando ampio risalto alla notizia con il chiro intento di accusare l’Italia e “girare la frittata”.

MEDIA DI REGIME

È stata ripresa dal telegiornale della tv di Stato, la Cctv, da media di regime come il Global Times, nell’edizione in mandarino, o il National Business Daily, ed ormai circola ampiamente sui social. Il motivo è chiaro: rivelando un positivo all’estero precedente al primo caso ufficialmente riconosciuto dal Dragone, fissato sul calendario l’8 dicembre, lo studio si adatta perfettamente alla narrativa del regime sull’origine del virus, secondo cui l’epidemia potrebbe essere iniziata fuori dalla Cina. Non solo. Il Global Times, media nazionalista in prima linea in questa campagna, fa un passo in più, chiedendo che l’area in cui è stato rivelato il caso italiano, quindi la Lombardia, venga inserita nell’indagine dell’Organizzazione mondiale della sanità sulle origini del patogeno, al pari di Wuhan e dello Hubei.

OBIETTIVO NARRATIVA CINESE

L’obiettivo della contro-narrativa cinese, che sfrutta le normali incertezze scientifiche sugli inizi delle pandemie per accreditare l’ipotesi del virus “importato dall’estero”. Una possibilità priva di prove per sviare l’attenzione internazionale dal proprio territorio e da eventuali attribuzioni di responsabilità nella gestione iniziale della pandemia. In questa campagna di propaganda media e scienziati cinesi usano in maniera selettiva evidenze e studi provenienti dall’estero. Già quello dell’Istituto Tumori di Milano, che aveva individuato anticorpi in alcuni campioni di sangue risalenti a settembre, aveva avuto grande risalto, fino ad essere integrato nella narrativa ufficiale. E così è accaduto anche per quello pubblicato dall’equipe dell’Università Statale. I media cinesi riportano i risultati come dati definitivi, omettendo ogni elemento di cautela, come per esempio la possibilità che i campioni analizzati fossero contaminati.

Posizione ufficiale del governo cinese

Raggelante è anche la posizione ufficiale del governo cinese, «la ricerca dell’origine del virus è questione scientifica complessa (…) che potrebbe coinvolgere diversi Paesi», una posizione utile per distogliere il focus da Wuhan, finora ha evitato ogni riferimento diretto ad altre nazioni.



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