India: spiragli di luce contro l’intolleranza religiosa

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India – Spesso, troppo spesso, vi abbiamo dovuto raccontare di violenze ed intimidazioni contro i cristiani dalle più disparate parti del mondo. Ebbene per una volta oggi ci dedichiamo ad una notizia bella e buona proveniente dall’India. Infatti, in queste ore è stata diramata da fonti governative indiane una parola di ringraziamento verso la Chiesa cattolica ed i suoi sacerdoti.

Così siamo venuti a conoscenza del fatto che il governo dell’India ha lodato il servizio reso dalla Chiesa cattolica ai poveri, agli emarginati e ai bisognosi in India.

Prendendo la parola durante la festa di Natale organizzata dalla Conferenza episcopale indiana a New Delhi, il vicepresidente indiano Venkiah Naidu, ospite d’onore tra molti leder politici e religiosi, ha espresso la sua stima ed il ringraziamento anche a nome del governo con queste parole: “La comunità cattolica è amante della pace e contribuisce immensamente alla costruzione della nazione. Il messaggio di Gesù, fatto di amore e pace, è valido per tutti i tempi, le culture e nazionalità. Le persone di tutto il mondo, indipendentemente da casta, credo o nazionalità, celebrano il Natale con grande gioia. In particolare i cattolici lavorano per il benessere delle persone, hanno aperto migliaia di dispensari e ospedali, gestiscono le migliori istituzioni educative nel paese e creano consapevolezza sulla necessità di educazione e istruzione per i bisognosi. L’istruzione è lo strumento più importante per la trasformazione sociale. Aiuta a far crescere valori di compassione, moralità ed etica” e ha esortato i cristiani a continuare il loro servizio con un’attenzione particolare ai settori marginali della società: “Il Natale, festa dell’amore, della cura verso l’altro e della condivisione della gioia, è un tempo per rinnovare l’impegno a servire la società, lavorando per l’inclusione sociale ed economica di tutti”.

Il messaggio natalizio di pace è rilevante in questi giorni anche per le persone che abusano della religione, specificando che “la religione non ha niente a che fare con il terrore. Il terrorismo è il nemico dell’umanità”.
Il Cardinale Baselios Cleemis, presidente della Conferenza episcopale Indiana (CBCI), ha ringraziato e ribadito l’impegno della comunità cattolica per il benessere del paese, assicurando “il sostegno della preghiera e il profondo impegno per portare alla nazione sviluppo e gloria”

“La Chiesa in India è al servizio della nazione. Le persone nelle periferie esistenziali hanno bisogno dell’annuncio dell’amore di Dio Signore”, ha aggiunto, sollecitando il governo ad adottare le misure necessarie per portare pace e progresso ad ogni cittadino, ricordando che la diversità e il pluralismo nella società indiana “esprimono la bellezza della vita divina”.

La dichiarazione di Naidu dovrebbe essere rassicurante per le minoranze cristiane in India, poiché Naidu appartiene al Barathiya Janata Party, il partito nazionalista indiano al potere nella Federazione, che è fiancheggiato da gruppi violenti induisti e nazionalisti, come “Rashtriya Swayamsewak Sangh” (RSS) che promuove l’ideologia esclusiva (l’India agli indù) e cerca di eliminare le manifestazioni delle minoranze cristiane e musulmane.
Secondo padre Suresh Mathew, direttore del settimanale di Delhi “Indian Currents”, non si può dimenticare che “l’India viene trascinata verso un baratro da un piccolo gruppo di forze antinazionali composte da fondamentalisti, fascisti, fanatici”, che il governo dovrebbe controllare.

Secondo il Censimento del 2011, in India ci sono 24 milioni di cristiani, tra i quali 19,9 milioni sono cattolici e ricorderete quanto spesso sono stati messi alla prova nella loro Fede.

Tanto per non essere smentiti, nuove problematiche sono sorte anche negli ultimi giorni. La polizia del Madhya Pradesh ha arrestato quattro cristiani pentecostali, tra cui un pastore facendo irruzione nella Bethel Church, nel villaggio di Kalibai, distretto di Dewas. Lì erano radunate circa 30 persone, raccolte in preghiera nella seconda domenica di Avvento. I poliziotti hanno fermato il pastore Karan e i fedeli Kiram, Bhikha e Bagwan Singh. Poi li hanno trasportati alla stazione di Khategaon, dove sono tutt’ora detenuti. Ad AsiaNews Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians (Gcic), denuncia l’illegalità dell’arresto e lamenta: “È solo l’ultimo episodio di intolleranza contro i cristiani”.

Secondo il presidente del Gcic, “i cristiani sono sempre più intimiditi e molestati. Tra di loro c’è una palpabile paura, soprattutto durante questo periodo di Avvento, dove nelle piccole chiese avvengono servizi di preghiera e funzioni in preparazione alla nascita del Nostro Signore Gesù Cristo”. Sajan K George cita anche la legge anticonversione, “strumento di molestie da parte dei gruppi radicali di destra, con cui essi accusano i cristiani di conversioni estorte con la forza e spingono la polizia ad intervenire in maniera tempestiva per arrestarli”.
In Madhya Pradesh è in vigore la famosa legge anticonversione, nel 2013 emendata in senso ancora più restrittivo, che punisce chi tenta di convertire gli indù al cristianesimo. Il Madhya Pradesh Freedom of Religion Act è entrato in vigore nel 1968 e dovrebbe vietare le conversioni ottenute con forza o con soldi. Tuttavia, tale provvedimento viene sfruttato in larga parte per perseguitare i cristiani, producendo false accuse di conversioni forzate, e chi decide di abbracciare religioni diverse dall’induismo.

L’attivista cristiano ha sottolineato: “Nelle piccole aree remote dove Gesù è l’unico rifugio per le persone, dove la gente viene e sperimenta il profondo senso di pace e appartenenza alla comunità di fedeli, i gruppi estremisti interrompono i momenti di adorazione. Essi usano la violenza malmenando anche donne e bambini”.
Ora abbiamo parole di speranza, elementi di apertura e vogliamo ed abbiamo l’obbligo di essere ottimisti ma attenzione ad abbassare la guardia perché alle parole è necessario che seguano i fatti e perché ‘il politichese’ è ormai la lingua più conosciuta nel mondo.




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