Politica estera – Il mondo che prova a cambiare – Il Brasile ha scelto Jair Bolsonaro

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Il Brasile ha scelto Jair Bolsonaro come nuovo presidente della Repubblica. Si prono le porte per l’estradizione di Cesare Battisti.

La vittoria di Bolsonaro rappresenta infatti una frattura storica per il Brasile, dopo una fase di quattro governi consecutivi del Partito dei Lavoratori, chiusasi nell’agosto del 2016 con l’impeachment di Dilma Rousseff, e il breve intermezzo dell’amministrazione di Michel Temer, che è arrivato alla fine del suo mandato battendo tutti i record storici di impopolarità.

Bolsonaro ha affidato a Facebook il suo primo messaggio dopo la vittoria. Un breve video, trasmesso sui social dal suo appartamento di Barra de Tijuca, quartiere residenziale dell’ovest di Rio de Janeiro. “Sono molto grato a tutti voi, per la vostra considerazione, le vostre preghiere e la vostra fiducia – ha detto l’ex militare – adesso, tutti insieme, cambieremo il destino del Brasile: sapevamo dove stavamo andando e ora sappiamo cosa dobbiamo fare”. Il Brasile, ha sottolineato Bolsonaro, “non poteva continuare a flirtare con il socialismo, il comunismo, il populismo e l’estremismo della sinistra” e ora “la verità comincerà a regnare in ogni casa del paese, cominciando dal suo punto più alto, che è la presidenza della Repubblica”, perché “il Brasile ha tutto quello che serve per essere una grande nazione”.
La crisi economica che era iniziata nel secondo governo di Dilma Rousseff, la corruzione politica, la violenza generalizzata nelle città e il bisogno di sicurezza, sono tutti aspetti che hanno alimentato un’esasperazione diffusa e che hanno spinto i brasiliani ad affidarsi a un cosiddetto uomo forte”. Un uomo che in passato aveva sostenuto la dittatura militare e che ha infarcito la sua campagna elettorale di slogan aggressivi e violenti, ma che si è saputo presentare come un outsider contro l’establishment politico.

A Bolsonaro sono poi arrivate anche le congratulazioni del leader della Lega Matteo Salvini “Anche in Brasile i cittadini hanno mandato a casa la sinistra!”, è stato il suo commento, poi in un secondo tweet Salvini ha ribadito che chiederà l’estradizione di Cesare Battisti, condannato all’ergastolo per terrorismo. Con un tweet scritto in italiano, Eduardo Bolsonaro -figlio del neo eletto presidente – ha replicato: “Il regalo è in arrivo! Grazie per il supporto, la destra diventa più forte”, aggiungendo le emoticon con le bandiere dell’Italia e del Brasile, insieme a quelle delle mani in segno di ringraziamento. “

Chi è Jair Bolsonaro, il nuovo presidente del Brasile?

Nato il 21 marzo 1955 a Glicerio, nello stato brasiliano di San Paolo, Jair Bolsonaro è figlio di genitori di origine italiana. Il suo secondo nome è “Messias” e una importante fetta dell’elettorato lo considera un salvatore della patria, mentre l’altra parte del Paese lo detesta. Giunto al terzo matrimonio, è padre di cinque figli. Ex capitano dell’esercito, è in Parlamento dal 1991, dove ha cambiato nove partiti. La sua militanza in piccole formazioni fuori dalle grandi alleanze di potere che hanno governato il Paese gli ha consentito di costruirsi un’immagine come personaggio di politico ‘pulito’ lontano dalle élite corrotte.
Figura fortemente divisiva, molto attivo sui social, ha legato la propria fama alla retorica aggressiva di estrema destra, con dichiarazioni choc di stampo omofobo, razzista e misogino.
Nel 2008 non ha esitato a dire che “l’errore della dittatura militare è stato quello di torturare e non uccidere” gli oppositori, mentre un’altra volta ha liquidato una deputata di sinistra dicendo che era così “brutta” da “non meritare di essere violentata”. Quando ha approvato la destituzione della presidente Dilma Rousseff, ha dichiarato in aula di dedicare il suo voto al soldato che la torturò quando era una giovane guerrigliera. Nell’aprile 2017 ha detto che gli afro-brasiliani “non servono neanche a procreare”. Sostenitore del libero mercato, presenta come sua principale proposta la liberalizzazione del possesso di armi per permettere ai cittadini di difendersi dalla criminalità.
L’attentato di cui è rimasto vittima lo scorso 6 settembre, che lo ha lasciato gravemente ferito, non ha fatto altro che rafforzare la sua popolarità. Bolsonaro ha trasformato la propria convalescenza dopo l’aggressione in un teatro mediatico a colpi di tweet, immagini della sua degenza sui social, dirette su Facebook e Youtube.
Efficace nei comizi e sui social, dove non c’è contraddittorio, Bolsonaro è più in difficoltà nei dibattiti. Ma la sua convalescenza gli ha permesso di evitare il tradizionale dibattito televisivo con Haddad.
Bolsonaro ha il sostegno degli imprenditori e dei latifondisti, che apprezzano il suo orientamento liberista e la promessa di abolire il ministero dell’Ambiente, uscire dagli accordi sul clima di Parigi e lasciar mano libera allo sfruttamento economico delle zone protette dell’Amazzonia.
Il neo presidente piace anche al ceto medio-basso impoverito dalla crisi economica e preoccupato dagli alti tassi di criminalità, in un elettorato religioso e conservatore che rifiuta il matrimonio omosessuale e l’aborto, anche sull’onda della crescente influenza delle chiese evangeliche. Hanno giocato a suo favore poi le paure del ‘comunismo’ di fronte al disastro della crisi venezuelana. Bolsonaro è riuscito a conquistare anche gran parte dell’elettorato conservatore moderato che guardava alla destra tradizionale, screditata dalle inchieste di corruzione che hanno colpito i principali partiti.




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