Russia – La nuova Costituzione di Putin: no ai matrimoni omosessuali e centralità della fede

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Putin – Il presidente russo Putin ha appena presentato al parlamento nazionale gli emendamenti da lui ideati per riformare la Costituzione nazionale.

Nella commissione della Duma sulla legislazione e architettura dello Stato sono stati introdotti gli emendamenti presidenziali alla seconda lettura del disegno di legge per la modifica della Costituzione, ha affermato il presidente della camera bassa del Parlamento russo Vyacheslav Volodin.

A comunicare l’invio all’organo legislativo delle modifiche costituzionali messe a punto dal capo del Cremlino in persona è stato ieri Pyotr Tolstoi, vicepresidente della Duma, la Camera bassa del Paese. La bozza della nuova legge fondamentale dovrà a breve venire approvata in seconda lettura dalla medesima assemblea, per essere rivotata in seguito una terza volta. Dopo la terza lettura, il testo verrà vagliato dalla Camera alta, ossia il Consiglio della federazione, e infine promulgato dallo stesso Putin.

Gli emendamenti presentati ultimamente dal capo dello Stato alla Duma, riferisce Radio Free Europe, puntano a ribadire la sacralità del matrimonio naturale, l’importanza della fede per il gigante slavo e il predominio dell’etnia russa nella storia nazionale.

In particolare, con la prima revisione promossa dal presidente, nella Costituzione verrà inserito un esplicito divieto al matrimonio tra persone dello stesso sesso. Se entrerà in vigore tale riforma, la legge fondamentale preciserà appunto, spiega l’emittente, che le uniche nozze ammesse in territorio federale saranno quelle tra un uomo e una donna, dando attuazione a quanto dichiarato da Putin il mese scorso.

Il capo del Cremlino, ricorda il network, aveva allora assicurato che, durante tutta la sua permanenza al potere nel gigante slavo, non verrà legalizzata alcuna unione omosessuale.

Quanto all’emendamento sull’importanza della fede, la bozza ideata dal capo del governo, fa sapere l’organo di informazione citando il presidente della Duma Vyacheslav Volodin, punta a introdurre nel testo costituzionale dei riferimenti alla centralità della “fede in Dio”.

Andando nello specifico: il presidente Putin ha assicurato che finché sarà lui presidente non verranno utilizzati i concetti “genitore 1” e “genitore 2”, ribadendo la sua posizione sulla famiglia tradizionale e sul matrimonio fondato da un uomo e una donna. Mamma e papà ora troveranno spazio nella Costituzione della Federazione Russa.

Il presidente russo Vladimir Putin ha incontrato giovedì 13 febbraio il gruppo di lavoro per preparare gli emendamenti alla Costituzione della Federazione Russa. Si tratta di riforme introdotte in vista della scadenza del suo mandato al Cremlino in programma per il 2024.

“Avete detto che la parola “mamma” è insostituibile. Invece è possibile: in alcuni Paesi l’hanno cambiata. “Genitore numero uno”, “genitore numero due”. Spero che questo da noi non succeda mai”, ha detto nella riunione.

“Il presidente Putin ha ribadito una cosa ovvia, che anche noi ripetiamo da sempre. Chi vuole sostituire le parole ‘madre’ e ‘padre’ con ‘genitore 1’ e ‘genitore 2’ punta a distruggere la famiglia e a snaturare la nostra identità. Fa parte di un disegno del pensiero unico dominante che combattiamo. E, al netto delle differenze che ovviamente ci sono, fa piacere notare che Russia e Stati Uniti abbiano oggi due presidenti che difendono la famiglia naturale e contrastano il relativismo etico. È quello che vogliamo fare anche noi in Italia quando andremo al governo della Nazione”.

Famiglia
© FOTOLIA / PHOTOCREO BEDNAREK

L’emendamento governativo sull’etnia russa farà quindi in modo che nella Costituzione venga messo in evidenza il ruolo cruciale di questo popolo nel “forgiare” il Paese guidato oggi da Putin. Lo stesso emendamento, inoltre, definirà la lingua russa quale idioma ufficiale della federazione.

Volodin ha poi rivelato che, tra le proposte di modifica presentate dal Cremlino al parlamento, vi è anche una diretta ad aggiungere nel testo della legge fondamentale un articolo che proibisca con nettezza sia la “vendita di parti del territorio della federazione russa” sia l’incitamento alla medesima alienazione vietata.

L’attuale Costituzione della Federazione Russa è in vigore dal 25 dicembre del 1993, dopo il responso favorevole del referendum popolare del 13 dicembre dello stesso anno e comprende due sezioni, comprendenti rispettivamente nove e un capitolo.

A detta del network, l’entrata in vigore degli emendamenti costituzionali redatti dal leader di Mosca è pressoché scontata, data la schiacciante maggioranza parlamentare costituita da deputati fedeli a Putin.

 

Vladimir Putin giungendo al potere trovò una Russia in disfacimento ed una popolazione povera e sfiduciata. Su quel Paese erano puntati gli occhi di tante multinazionali e di alcuni Stati che già pregustavano il suo dissolvimento e la conquista a buon mercato delle sue immense risorse. In quegli anni a livello internazionale solo i più lungimiranti intravedevano la travolgente crescita della Cina e gli USA rimanevano l’unica potenza dominante che dettasse le regole della convivenza mondiale. A distanza di vent’anni la Russia ha ritrovato un proprio ruolo internazionale al di fuori dei propri confini e i cittadini russi hanno recuperato orgoglio nazionale e fiducia in se stessi.
Il merito di questa evoluzione nella terra dell’”Orso” va indubbiamente ascritto a Putin che, sia nei suoi quattro mandati da presidente sia nei quattro anni da primo ministro, è stato determinante per consentire a Mosca di non essere più una preda di voraci ambizioni altrui e tornare invece a essere uno dei protagonisti della politica internazionale.

Nel suo annuale messaggio alla nazione del 15 gennaio scorso, Putin ha lanciato la proposta di una modifica costituzionale che cambierà tutte le carte in tavola, trasformando lo Stato da Repubblica presidenziale, in una Repubblica parlamentare. Nei suoi intendimenti il primo ministro e tutto il governo saranno eletti dal Parlamento e al presidente rimarrà solo il potere di rifiutare la nomina.
Ne consegue che i poteri del nuovo presidente (cui resterebbero comunque le competenze sulla politica estera e la difesa) saranno sensibilmente ridotti ed è inimmaginabile che Putin stia pensando di riservare per sé un ruolo di primo ministro che resti in balia del Parlamento e nemmeno sia determinante nella scelta dei suoi compagni di governo. Ci si interroga allora su quale possa essere il ruolo che intenderà ricoprire nel futuro.

Uno dei cambiamenti costituzionali annunciati riguarda un’estensione dei poteri dei governatori delle regioni che compongono la Federazione Russa e questo spinge molti esperti ad ipotizzare che il prossimo presidente possa emergere proprio da uno di loro. Una delle condizioni per essere eleggibile è di aver vissuto in Russia continuamente per almeno gli ultimi 25 anni e di avere soltanto la nazionalità russa. Ciò escluderebbe personaggi che sono stati per lunghi anni all’estero e magari sono in possesso di doppio passaporto.

Un’altra modifica costituzionale potrebbe riguardare il Consiglio di Stato, attualmente ente puramente consultivo ma i cui poteri sarebbero ampliati.

La novità più importante riguarda piuttosto il Consiglio di sicurezza del Cremlino, cui sarà affidato il compito di arbitro tra tutte le altre Istituzioni e quello di elaborare ogni decisione di carattere strategico. Dalle parole usate dall’attuale leader sembra che questo organo possa diventare un po’ ciò che nell’Unione Sovietica fu il Politbureau, cioè l’organo politico più importante che dettava la linea allo Stato.

Se questa interpretazione si dimostrerà corretta non è un caso che Medvedev, dimessosi da primo ministro, sia stato immediatamente nominato vice presidente proprio di questo Consiglio. Attualmente, il posto di Presidente del Consiglio di Sicurezza spetta al Presidente della Repubblica ma, con la modifica costituzionale, le due posizioni potrebbero non più coincidere consentendo così ad un Putin non più Capo dello Stato di rimanerlo di fatto, continuando a dettare la linea pur da un’altra posizione si tratta di dare al Paese Russia  la sicurezza nella continuità!

La soluzione che la nuova Costituzione sembra lasciare intravvedere è, in qualche modo, rassicurante. Prima o poi ci sarà un dopo-Putin, ma la sua presenza in una posizione più defilata, ma sempre molto forte, per un altro certo numero di anni è garanzia che la successione avrà tutto il tempo di essere preparata con calma e senza traumi.

Lo stesso Putin ha dichiarato: ” La riforma della Costituzione russa, annunciata nel corso dell’Assemblea Federale, non è stata proposta per “prolungare il mio mandato” al potere, ma è frutto della “natura delle cose. È solo che nel corso del mio mandato nella carica di presidente e primo ministro, mi è diventato evidente che certe cose non funzionano come dovrebbero”, ha aggiunto, riporta Interfax.

“In sostanza, la nostra Costituzione afferma che i Comuni non sono direttamente collegati allo Stato. Ma dovrebbe esserci un sistema unito, in modo che i livelli superiori dell’amministrazione possano essere responsabili di ciò che sta accadendo ai livelli inferiori e in modo che coloro che lavorano nelle municipalità gli organismi siano collegati al Paese e ai suoi interessi. Lo stesso dovrebbe avvenire in molte altre aree, ed è per questo che ho proposto la riforma e non per estendere il mio mandato”.

Il leader del Cremlino ha aggiunto: “Vorremmo evitare di impantanarci negli emendamenti o altro, questo è certo. Ma il fatto che la discussione si stia svolgendo in un arco così ampio, questo mi dà gioia, perché più persone sono coinvolte in questo processo, più popolare diventerà la Costituzione e i nostri cambiamenti”.




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