Siria – Ecco la lettera-testamento di Lorenzo Orsetti

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Lorenzo Orsetti, il combattente tra le file dei curdi ucciso dall’isis in Siria: «Non avrei potuto chiedere di meglio».

Le forze curdo-siriane con cui combatteva in Siria Lorenzo Orsetti, ucciso dall’Isis, hanno diffuso la lettera-testamento dell’italiano. La lettera – una consuetudine per tutti i miliziani – si apre con la frase: «Ciao, se state leggendo questo messaggio significa che non sono più in questo mondo. Beh, non rattristatevi più di tanto, mi sta bene così; non ho rimpianti, sono morto facendo quello che ritenevo più giusto difendendo, i più deboli e rimanendo fedele ai miei ideali di giustizia, eguaglianza e libertà».

«Quindi Nonostante questa prematura dipartita, la mia vita resta comunque un successo e sono quasi certo che me ne sono andato con il sorriso sulle labbra. Non avrei potuto chiedere di meglio».

Vi auguro tutto il bene possibile, e spero che anche voi un giorno (se non l’avete già fatto) decidiate di dare la vita per il prossimo, perché solo così si cambia il mondo.

Solo sconfiggendo l’individualismo e l’egoismo in ciascuno di noi si può fare la differenza. Sono tempi difficili lo so, ma non cedete alla rassegnazione, non abbandonate la speranza, mai! Neppure per un attimo.

Anche quando tutto sembra perduto, e i mali che affliggono l’uomo e la terra sembrano insormontabili, cercate di trovare la forza, e di infonderla nei vostri compagni. È proprio nei momenti più bui che la vostra luce serve. È ricordate sempre che “ogni tempesta comincia con una singola goccia”. Cercate di essere voi quella goccia.

Vi amo tutti, spero farete tesoro di queste parole.

Orsetti era davvero «fiero» della sua «battaglia di civiltà» contro lo Stato islamico. L’11 marzo scorso, una settimana prima dell’annuncio della sua morte da parte dall’organo di propaganda dell’Isis, che con disprezzo lo ha definito un «crociato italiano». aveva affermato che «a livello bellico lo Stato islamico è stato sconfitto» e pertanto, ora «sarebbe orribile vedere un’altra volta il mondo girarsi dall’altra parte, mentre civili e bambini muoiono nel peggiore dei modi. Perché io li ho visti, i cadaveri carbonizzati della gente, sotto gli air strike».

Parlando con le Iene aveva raccontato di essere ormai «abituato a vedere un certo tipo di distruzione». Ma ad Ajin, dove era stato raggiunto al telefono aveva detto che sembrava «di stare dentro ‘Guernica’».  Ai giornalisti diceva di essersi unito alla causa curda perché lo convincevano «gli ideali che la ispirano». E aveva anche confidato che per lui l’emancipazione della donna, la cooperazione sociale, l’ecologia sociale e la democrazia erano valori fondamentali. «Per questi ideali», aveva proclamato, «sarei stato pronto a combattere anche altrove, in altri contesti».

Mi ha telefonato il suo comandante curdo e mi ha detto che Lorenzo è morto insieme a tutti gli altri stamattina”, ha dichiarato il padre del combattente: “Sembra che il suo gruppo sia stato accerchiato, era con una unità araba, ma non so cosa significhi esattamente da un punto di vista militare. Li hanno uccisi tutti”.

“Spero adesso che questa sua morte voglia poter dire qualcosa per la causa dei curdi. Lorenzo cercava una causa in cui coinvolgersi, non sopportava di stare, come diceva lui, nel menefreghismo. Desiderava dare una svolta alla sua vita e già tre-quattro anni fa si interessava dei curdi e della loro condizione”. “Così è andato via per una causa, noi siamo contenti per lui, perché in fondo ha fatto una scelta importante.




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