USA – Clinton-Trump primo round

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USA – Clinton-Trump primo round

Il giorno del primo confronto ‘vis a vis’ è dunque giunto e non sono mancati gli spunti. I due contendenti si sono preparati all’evento con molta attenzione senza tralasciare il minimo dettaglio. Sanno entrambi che, essendo così vicini nei sondaggi, le loro parole, i loro gesti, i loro look, la loro dizione, tutto ciò che li valorizza può essere decisivo per l’obiettivo finale.
Inutile sottolineare che la Clinton ha il vantaggio, sottolineamo poco corretto, di avere i media non solo statunitensi, ma di mezzo mondo dalla sua parte, mentre Trump ha dalla sua quella parte di insofferenti, quelli che vorrebbero svolte importanti, quelli che vorrebbero un riavvicinamento alla Russia ed una chiusura delle frontiere che sono tanti ma tutt’altro che benvisti ed agevolati nel evidenziare i loro come. Ancora una volta si sono cercati i ‘perché’, i ‘’ma’, i ‘quando’ ma mai i ‘COME’.

Dopo tale importantissima premessa eccoci al momento di sviscerare l’evento.. Il primo dibattito televisivo delle presidenziali 2016 si è svolto nella notte, alla Hofstra University di New York.

Possiamo dividere il dibattito per alcuni punti fondamentali.

La questione del carattere, della salute e degli impegni.

Trump: “Hillary non ha la tempra per fare il presidente. Io ho più giudizio di lei, su questo non c’è dubbio. Ho anche il miglior carattere”.

Clinton: “Va bene”.

Quanto sia determinante l’esperienza in un ruolo così delicato come quello di essere il presidente del primo stato del mondo.
Trump: “Lasciatemelo dire, Hillary ha esperienza. Ma è cattiva, cattiva esperienza”.

Clinton: “Credo che Donald mi abbia appena criticata per essermi preparata a questo dibatitto. E’ vero, mi sono preparata. E sapete per cos’altro mi sono preparata? Per essere presidente. Credo sia una buona cosa”.

Attacchi sulla vita segreta di entrambi, sui loro denari, sulle loro famiglie, sulle conoscenze scomode. L’attacco è venuto sulla dichiarazione dei redditi dell’uno e sulle e mail ‘sporche’ dell’altra. Poi l’accusa di raccontare frottole e non compiere fatti

Clinton: “No, ho motivi per credere che a un certo punto Donald pubblicherà la sua dichiarazione dei redditi. Sta nascondendo qualcosa”.

Trump: “Pubblicherò la mia dichiarazione dei redditi, malgrado il mio avvocato sia contrario, quando lei pubblicherà le sue 33mila e-mail, che sono state cancellate”.

Clinton: “Il piano che propone Donald favorirebbe di nuovo i più ricchi. In realtà, sarebbe una versione ancora più estrema del solito: un taglio delle tasse senza precedenti per chi guadagna di più, in questo Paese. Una ricaduta favorevole inventata”.

Trump: “Il classico politico: tante chiacchiere, niente di concreto. Suona bene, ma non funziona”.

Quindi un nodo cruciale: come sconfiggere il terrorismo e l’Isis? La diretta accusa di Trump alla Clinton di aiutare i terroristi e le cronache di questi giorni lo aiutano in questo punto delicatissimo per gli elettori USA.

Trump: “In Medio Oriente è il caos totale e in buona parte è accaduto sotto la vostra direzione. Parli di Isis, ma eri segretario di Stato quando l’Isis era un neonato. Adesso è in 30 Paesi e pensi di fermarli? Non mi convinci”.

Clinton: “Beh, almeno io ho un piano per lottare contro l’Isis”.

Trump: “No, perché dici al nemico tutto quello che intendi fare”.

Clinton: “Non è vero”.

Trump: “Sì, riveli al nemico tutto quello che intendi fare. Non mi stupisce che tu combatta l’Isis da tutto questo tempo”.

Poi l’importanza egli alleati e le distanze nel rapporto con la Russia. Per l’uno un alleato fondamentale, per l’altra il solito nemico da ‘guerra fredda’.

Clinton: “Non c’è dubbio che la Russia sia ricorsa a cyber-attacchi contro organizzazioni del nostro Paese. So che Donald loda molto Putin, ma il Cremlino sta giocando duro. Sono rimasta scioccata quando ha invitato pubblicamente Putin a commettere azioni hacker contro gli americani, è semplicemente inaccettabile”.

Trump: “Potrebbe essere stata la Russia, ma potrebbe anche essere stata la Cina. Potrebbe essere molta della loro gente. Potrebbe anche essere un tizio di 180 chili seduto sul suo letto”.

Altre segnalazioni importanti del dibattito: Clinton ha fatto notare che secondo Trump il cambiamento climatico è una bufala inventata dai cinesi, e che questo dimostra la sua inadeguatezza ad affrontare certi temi. Trump ha negato di averlo detto.

Durante uno scambio sui problemi delle minoranze etniche, Trump ha sostenuto che le comunità afroamericane e ispaniche sono in pericolo a causa delle gang criminali, e che la soluzione è estendere la pratica dello “stop and frisk” (una controversa pratica che prevede controlli casuali da parte della polizia, che a New York non ha funzionato e che è stata giudicata incostituzionale).
Differenti anche le posizioni sull’economia: Donald Trump ha criticato la fuga delle fabbriche dei posti di lavoro statunitensi verso l’estero. Secondo il candidato repubblicano bisogna ulteriormente liberalizzare le imprese per dar loro più margine di manovra e ridurre ancora le loro tasse per evitare che siano tentate di andare a produrre altrove. Trump vorrebbe accentuare la liberalizzazione economica cominciata negli anni ottanta e responsabile di aver prodotto, ha risposto Hillary Clinton, la crisi di Wall street del 2008. Per la candidata democratica le priorità economiche sono altre. Clinton vorrebbe aumentare le tasse per i più ricchi (imprese e privati) per far calare quelle dei più poveri e delle piccole e medie imprese, restituendo slancio all’iniziativa individuale e all’investimento collettivo, fonti di nuova ricchezza.
Tante polemiche, attacchi, divergenze ma un obiettivo comune divenire il presidente degli Stati Uniti e ….. scusate se è poco!




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