Bambini e famiglie in lotta contro la povertà

Bambini e famiglie in lotta contro la povertà

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Interessante convegno alla Camera dei Deputati dell’associazione Onlus L’Albero della Vita intitolata “ Io non mi arrendobambini e famiglie in lotta contro la povertà. L’intento è quello di portare al centro dell’agenda politica il tema della povertà delle famiglie con figli minorenni.  I dati emergono dalla ricerca sociale condotta in sette città italiane con famiglie che hanno raccontato le loro difficoltà e spiegato cosa li aiuta maggiormente  e come fanno ad andare avanti.

Molti gli intervenuti:

Tiziano Vecchiato, direttore  fondazione Emanuele Zancan Onlus ha messo l’accento sulle difficoltà che caratterizzano le famiglie colpite dalla povertà: “E’ come se uno avesse una malattia che poi diventa cronica. Il problema non e’ avere una malattia ma non avere la speranza di uscirne.  Noi destiniamo denaro a chi e’ in difficoltà ma risultiamo incapaci nel risolvere le problematiche di chi e’ in condizione di povertà. Allora abbiamo pensato di chiedere suggerimenti proprio a chi necessità di tali aiuti. Da qui l’idea della ricerca. I bambini non si sentono poveri loro sono felici purché si sentano amati dai genitori e da chi gli sta intorno. A loro fanno male la miseria che spesso porta alla violenza.  Ivano Abruzzi, fondatore l’albero della vita Onlus. L’obiettivo e’ di capire quali sono i bisogni e gli aiuti che le famiglie hanno ricevuto o attendono. Come la famiglie pensano di poter concorrere a migliorare la proprio e l’altrui condizione delle famiglie.

 

“Secondo la ricerca de ‘L’albero della vita’ i problemi principali delle famiglie risultano essere: lavoro 89%, abitazione 56%, salute 54%, famiglia 38%, giustizia 21%, istruzione 16%.  Gli aiuti ricevuti ritenuti più utili riguardano per il 33% i beni di prima necessità, e servizi quali assistenza abitativa e domiciliari. Il 32% ritiene necessario il sostegno socio educativo e per il 13.9% fondamentale l’abbattimento di tariffe e rette. Naturalmente un 53.4% vorrebbe maggiori contributi economici. Cosa invece le famiglie povere non hanno ricevuto e vorrebbero? La maggioranza 55.6% chiede servizi di tipo domiciliare soprattutto economici. Il 42.7%  richiede servizi per il lavoro.  Le famiglie che si impegnano con più vigoria a riemergere sino quelle con i figli piccoli. Problematiche forti di sottoccupazione ed irregolarità contrattuale. In molti si sentono abbandonati e non trovano la forza di reagire. Non si tratta solo di una povertà materiale ma soprattutto esistenziale. Molto interessante il risultato del test pilota sul livello di felicità complessiva, in percentuale crea bambini e ragazzi interpellati: il 75.9% risulta felice, il 22.2% mediamente felice, 1.9% infelice. Questo dato balza all’occhio. Ma come mai questa differenza? Perché i bimbi si ‘accontentano’. Non chiedono denaro ma “Amore” da parte dei loro genitori suffragata dalla loro unità familiare” ha concluso Tiziano Vecchiato.

Bambini e famiglie in lotta contro la povertàMichela Vittoria Brambilla, presidente commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza ha aggiunto:” Di povertà minorile se ne parla ma ancora troppo poco. Il fenomeno era stato dimenticato da media e politica. La commissione sa che in Italia vi sono un milione e 400 minori in povertà assoluta in un paese civile come il nostro tale situazione e’ assolutamente intollerabile. E’ necessario l’intervento di tutti, non si può accettare si parli  di povertà’ come dato strutturale della società. Mi dispiace che i media prendano sottogamba l’argomento. Ci sono bimbi che una sera si ed una no non consumano un piatto decente. Il lavoro gratuito svolto dalle associazioni e’ preziosissimo per la nostra società. Le 277 famiglie residenti hanno contribuito a sfatare il mito che la povertà si combatta soltanto trasferendo denaro. Gli interventi più utili sono sevizi di accoglienza e sostegno. Per aiutare chi e’ rimasto indietro bisogna guardare avanti con interventi più complessi ed ambiziosi predisponendo diversamente il futuro delle famiglie e dei giovani”.

Carlo Borgomeo, presidente fondazione con il Sud, ha puntualizzato che il nuovo welfare non permette di gestire in offerta pubblica i programmi da attuare. La sostenibilità e’ indispensabile ma e’ diversa dalla sostenibilità diversa necessaria per i privati. Tecnicismi creano errori e difficoltà. Alcuni esempi di problemi: in un centro per adolescenti a Palermo sono finiti i fondi per 400 ragazzi. Come sostenuto dal responsabile del centro,  appena è stato chiuso ci sono stati 18 arresti con spese sociali rilevanti.  Non sarebbe stato meno costoso tenere la struttura aperta ed evitare che quei giovani prendessero una brutta strada?

Luca Jahier, presidente del Gruppo III attività diverse Comitato Economico e Sociale Europeo ha parlato dell’importanza di studiare le famiglie povere stando vicini a chi vive queste situazioni. Non serve solo distribuire  il denaro ma portando ad essere protagonisti i bisognosi. Non si tratta di mancanza di risorse per le politiche sociali in Italia ed Europa. I 520 milioni di europei avrebbero fondi ma vengono male utilizzati. L’Europa usa il 50% del welfare mondiale. Stiamo scaricando ipoteche insostenibili su tutti i bambini. Stiamo preparando dei lavoratori poveri che dovranno sostenere pensionati poverissimi. I giovani di oggi nel 2040 rischiano un fardello impossibile se non si interviene rapidamente. Il continente Europa ha solidarietà costitutiva, vedi articolo 3 trattato europeo. Spesso si fissano obiettivi ambiziosi poi non portati a termine.

…..Francesca Danese assessore alle politiche sociali, casa, salute ed emergenza abitativa di Roma capitale. L’assessore ha parlato soprattutto di emergenza abitativa. A Roma si sono cercate risposte immediate per proteggere pensioni sfrattare o bisognose. Se però le sistemazioni divengono decennali e si abita in certe aree i bimbi vanno in difficoltà perché i compagni di classe li schivano. Allora si interviene per chiudere queste strutture abitative e fornire abitazioni “normali” a tutti. Bisogna offrire la possibilità di rimettersi in gioco ma alloggi diffusi in città non e’ semplice. Il comune prepara “il buono casa per tutti” per permettere a questi bambini di abitare anche a Corso Trieste. L’assessore, proveniente da Centocelle, ha raccontato che non si lasciava mai la periferia ed anche oggi ci si chiude in certi quartieri e quando si decide di spostarsi di dice andiamo a Roma, come se fosse una gita. Questo avviene in tutte le città! E’ necessario investire anche scolasticamente su questi ragazzi. Serve informazione anche per la classe dirigente nel centro della città. Servirebbe un nuovo modello di interscambio tra tecnica e politica. Roma tirerà fuori dalle carceri 40 bambini grazie ad un duro lavoro tecnico e burocratico. Per aiutare le famiglie e’ anche necessario rivedere l’Isee: rispetto a dare sussidi o morosità servono interventi mirati. Ad esempio se una famiglia ha un genitore con un lavoro occasionale può superare i parametri per alcuni mesi e perdere tutte le agevolazioni. I tempi per aiutare più sino troppo lunghi: spesso gli aiuti si poveri arrivano dopo ed in alcuni casi in ritardo. Servono azioni coraggiose! Servirebbe anche un’alleanza maggiore tra ente scientifico ed amministrazioni locali.

Raffaele Dicembrino




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