In Italia la burocrazia limita la fruibilità delle cure

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C’è più chiarezza, ma ancora non abbastanza perché l’Italia possa dirsi trasparente. E’ questa, in breve, la fotografia delle Aziende Sanitarie Locali scattata da Illuminiamo la Salute nel suo Primo rapporto sullo stato di attuazione delle azioni adottate dalla sanità pubblica in materia di trasparenza ed integrità presentato ieri mattina a Roma. A redigerlo, Agenas e Libera, che si sono avvalse del lavoro dei ricercatori del Gruppo Abele. I numeri contenuti nel dossier dicono molto. Per esempio che sebbene 129 Asl su 142 mostrino, sul proprio sito web, l’elenco delle strutture accreditate, solo sono 6 su 10 quelle pubblicano anche i contratti di fornitura stipulati. Con due regioni, Marche e Molise, addirittura totalmente assenti. Va meglio nella trasparenza dei bilanci, voce alla quale solo il 17% delle aziende non ha pubblicato il preventivo 2014 e l’8% il consuntivo 2013, ma i risultati peggiorano se si guarda alla pubblicazione dei dati in forma sintetica e semplificata (58%) e in formato aperto (60%), sintomo che ‘la trasparenza è ancora vista ‘come un adempimento burocratico che consiste nel mettere online dei documenti’, ma non nel renderli ‘comprensibili’. Il dossier apre una riflessione anche su burocrazia e accesso alle cure, con la prima che costituisce il ‘tallone d’Achille’ di molti sistemi sanitari regionali, con l’evidenza che spesso proprio le liste d’attesa celano ‘abusi ed inefficienze nell’accesso ai servizi’. Per questo, la legge prevede che le aziende sanitarie pubblichino nel proprio sito web una pagina appositamente dedicata, cosa che fanno il 93% delle aziende nel 2015, con ‘un soddisfacente e crescente livello di adempimento’. L’88% fornisce anche ‘una discreta disponibilità di informazioni su specifiche tipologie di prestazioni’. Tuttavia solo in 10 regioni tutte le aziende sono adempienti. In coda le Marche, dove lo fa solo il 25% delle aziende, seguite a buona distanza da Calabria e Campania. Tra le migliori, con il 100% delle aziende in regola, Molise, Puglia e Basilicata figurano acanto a Umbria, Trentino Alto Adige, Val d’Aosta e Friuli Venezia Giulia.

Rassegna stampa da www.gruppoabele.org




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