LA TRAGICA NOTTE DI PARIGI E DEL BATACLAN

410

Bataclan –  Gli attentati di Parigi del 13 novembre 2015 sono stati una serie di attacchi terroristici di matrice islamica sferrati da un commando armato collegato all’autoproclamato Stato Islamico, comunemente noto come ISIS, che li ha successivamente rivendicati; gli attacchi armati si sono concentrati nel I, X e XI arrondissement di Parigi e allo Stade de France, a Saint-Denis, nella regione dell’Île-de-France.
A seguito di oltre 4 anni di indagini sugli attentati di Parigi del 13 novembre 2015, la Procura Nazionale Antiterrorismo (Pnat) francese ha annunciato che i processi di 20 persone sono stati inviati alla corte d’assise e 14 nuove persone sono indagate.
La notizia è stata resa nota il 16 marzo dalle autorità francesi. Tra le persone che andranno a processo c’è il franco-belga Salah Abdeslam, l’unico membro noto ed ancora vivo del gruppo di militanti che ha effettuato gli assalti del 13 novembre 2015. Unde delle notizie principali annunciate dalla Procura francese è che altri 14 sospetti sono stati incriminati. Inoltre, 1.765 persone fisiche e giuridiche si sono costituite parti civili, secondo l’accusa. “Al termine di questa procedura, con un volume di 472 tomi consultati, 14 persone sono sotto indagine, di cui 11 si trovano in stato di detenzione preventiva e 3 sotto controllo giudiziario. Inoltre, 6 persone sono soggette a mandato di arresto”, ha specificato ulteriormente la Procura Nazionale Antiterrorismo.
Nel diritto francese, similmente a quello italiano, la Corte d’assise giudica i reati più gravi, per i quali è prevista una condanna compresa tra 10 anni di reclusione e l’ergastolo. Non è una giurisdizione permanente, ma si riunisce ogni 3 mesi per circa 15 giorni. Questa è formata da 3 giudici togati. Uno di questi è il presidente, noto anche come consigliere alla Corte d’appello. Poi ci sono 2 consiglieri alla Corte d’appello e una giuria, formata da 9 cittadini nominati a sorte. I delitti in materia di terrorismo o quelli relativi alle leggi militari o al traffico di droga sono giudicati da una corte d’assise composta esclusivamente da giudici togati.
Quello del Bataclan fu l’attentato più mortale della serie di attacchi terroristici avvenuti a Parigi la sera del 13 novembre 2015. Intorno alle 21,40, al teatro Bataclan, presso boulevard Voltaire, la band americana Eagles of Death Metal si stava esibendo di fronte a circa 1,500 persone. Tre uomini vestiti di nero armati di fucili da assalto fecero irruzione nella sala, sparando contro la folla e gridando “Allahu Akbar”. Inizialmente, gli spettatori pensarono che i colpi facessero parte di uno spettacolo pirotecnico, ma non appena si resero conto che era in corso un attacco, iniziarono a tentare di scappare dal teatro. Gli spari durarono complessivamente 20 minuti, durante i quali i terroristi arrivarono anche a lanciare granate contro le persone. Le forze speciali fecero poi irruzione nell’edificio, dove gli assalitori si fecero esplodere. Le vittime complessive furono 89, mentre i feriti 99.
Solo 8 dei 9 attentatori furono identificati. Allo Stade de France erano presenti Bilal Hafdi, classe 1995, e Ahmad al-Mohammad, classe 1990. Il terzo kamikaze non venne mai identificato. Nei blitz contro i ristoranti presso il decimo e l’undicesimo arrondissement di Parigi, agirono i fratelli Brahim e Salah Abdeslam, il primo, 31enne, morì, mentre il secondo, 27enne, riuscì a fuggire per poi essere catturato dalla polizia il 18 marzo 2016 a Moleenbeck, Bruxelles. Il terzo attentatore, classe 1987, era Abdelgamid Abaaoud, ritenuto essere la mente degli attacchi e l’indottrinatore dei fratelli Abdeslam. Dopo essere riuscito a fuggire, fu ucciso dalla polizia il 18 novembre, a Saint-Denis. Al Bataclan, i terroristi erano il 29enne Omar Ismail Mostefai, il 28enne Samy Animour e il 23enne Foured Mohamed-Aggad, tutti deceduti. Il 14 novembre 2015, l’ISIS rivendicò gli attentati attraverso un comunicato in cui definì Parigi “una città di crociati”, piena di “prostituzione e vizi”, e in cui minacciò di colpirla nuovamente. Ma ancdamo a ricostruire gli avvenimenti di quella infausta giornata.
21:20: 1ª esplosione davanti al ristorante Events nei pressi dell’ingresso D dello Stade de France, in zona Saint-Denis, venti minuti dopo l’inizio della partita amichevole fra le nazionali di calcio di Francia e Germania seguita, allo stadio, da 80.000 tifosi, tra i quali il presidente della Repubblica francese François Hollande, il presidente dell’Assemblea Nazionale Claude Bartolone e il ministro degli affari esteri tedesco Frank-Walter Steinmeier. Per non aggravare la tensione, la partita prosegue; a causa dell’esplosione vi fu un morto, di nome Manuel Dias, più l’attentatore, identificato col nome di battaglia di Ukashah Al-Iraqi;
21:25: 1ª sparatoria nei pressi dei due ristoranti Le Carillon, su Rue Alibert e Le Petit Cambodge, su Rue Bichat. Quattro terroristi (Abdelhamid Abaaoud, Chakib Akrouh, Brahim e probabilmente suo fratello minore Salah Abdeslam), a bordo di una SEAT León nera, hanno cominciato a sparare all’incrocio con i loro AK-47 consumando circa 100 proiettili, inneggiando alla Siria e all’Iraq e urlando in lingua araba: “Allahu Akbar!”[6] (13 morti e 10 feriti gravemente);
21:30: 2ª esplosione davanti a un fast food Quick nei pressi dell’ingresso H dello Stade de France, in zona Saint-Denis (nessun morto a parte l’attentatore, identificato col nome di battaglia di Ali al-Iraqi);
21:32: 2ª sparatoria nei pressi del Café Bonne Bière e della pizzeria Casa Nostra, in Rue de la Fontaine au Roi. Durante l’assalto alla pizzeria, uno degli attentatori, probabilmente Salah Abdeslam, punta il proprio fucile d’assalto contro la studentessa Barbara Serpentini e la sua amica Sophia Bejali per ucciderle a bruciapelo, ma l’arma – a causa del termine dei proiettili o di un’inceppatura – non riesce a fare fuoco,[9] così le due fuggono e l’attentatore si allontana dal luogo della sparatoria a bordo della SEAT León nera (5 morti e 8 feriti);
21:36: 3ª sparatoria davanti al ristorante La Belle Équipe, nei pressi di rue de Charonne, nell’XI arrondissement (21 morti e 9 feriti);
Particolare di un biglietto di ingresso del Bataclan per il concerto degli Eagles of Death Metal del 13 novembre 2015
Dalle 21:40 alle 21:48: durante un concerto del gruppo rock statunitense Eagles of Death Metal, iniziato alle 20:45 e con circa 1.500 spettatori, 3 terroristi vestiti di nero (Ismaël Omar Mostefaï, Samy Amimour e Foued Mohamed-Aggad), equipaggiati di zaini porta-caricatori, AK-47, di un fucile a pompa, alcune bombe a mano e cinture esplosive, parcheggiano la loro Volkswagen Polo nera accanto al teatro Bataclan, su Boulevard Voltaire, e due minuti dopo uno dei tre manda un SMS a Mohamed Belkaid, il coordinatore principale degli attacchi rifugiato in Belgio, in cui si legge: “Siamo partiti, cominciamo”. La linea di ricezione viene immediatamente disattivata e gli assalitori gettano il cellulare in un cestino della spazzatura situato nei paraggi. Dopodiché, i terroristi irrompono nel teatro sparando contro la folla, urlando “Allahu Akbar!” e inneggiando alla Siria e all’Iraq. La prima raffica, sparata mentre la band suona il brano Kiss the Devil, provoca una decina di vittime (tra cui un addetto alla sicurezza e tre ragazzi, oltre all’addetto al merchandising del gruppo Nick Alexander) davanti all’ingresso, ma viene in un primo istante scambiata per degli amplificatori o degli effetti pirotecnici. La seconda si dirige verso il bar e mette in fuga il leader Jesse Hughes, il chitarrista Eden Galindo, il bassista Matt McJunkins e il batterista Julian Dorio (che si era riparato dietro le strumentazioni), mentre il chitarrista Dave Catching continua ancora per qualche istante a tenere il centro del palco. Subito dopo i tre uomini si posizionano sulla platea e sparano altre diverse raffiche sugli spettatori nel giro di 20 minuti. I presenti, terrorizzati dalle esplosioni delle granate, tentano, con l’aiuto dei buttafuori, di evacuare il locale attraverso porte di sicurezza e finestre laterali, mentre il resto dei membri della band riesce a sopravvivere all’irruzione degli attentatori scappando da un’uscita dietro le quinte, per poi rifugiarsi in una stazione di polizia. Altre 50 persone scappano sul tetto, altre ancora si rifugiano nei bagni pubblici e nei camerini. Daniel Psenny, un giornalista di Le Monde che abita al lato del teatro a Saint-Pierre Amelot, si affaccia alla finestra del suo appartamento e riprende con uno smartphone gli spettatori che fuggono attraverso le uscite di sicurezza del Bataclan. Dopo aver registrato, Psenny scende in marciapiede e soccorre un trentaseienne statunitense di nome Matthew rimasto ferito al polpaccio sinistro, mentre il reporter viene lievemente colpito da un proiettile vagante al braccio sinistro da uno dei terroristi. Durante la carneficina, gli attentatori, mentre cominciano a sequestrare le persone presenti, iniziano anche a fucilare e uccidere numerosi ostaggi riversi per terra, intenti a fingersi morti;
21:43: 3ª esplosione, 1 terrorista, identificato come Brahim (fratello maggiore di Salah), esce dalla SEAT León nera e si fa esplodere nella caffetteria Comptoir Voltaire nei pressi del teatro Bataclan, su Boulevard Voltaire[10] (nessun morto oltre all’attentatore, 15 feriti);
21:53: 4ª esplosione presso un McDonald’s situato a circa 400 metri dallo Stade de France, in zona Saint-Denis (nessun morto oltre all’attentatore Bilal Hadfi, 11 feriti gravi);
22:00: allertato degli attacchi, un sovrintendente capo della B.A.C. 75, armato solamente di una pistola SP 2022 e scortato da un suo collega brigadiere, irrompe per primo al piano terra del teatro e scopre diversi cadaveri riversi sul pavimento della sala. Sette minuti dopo, scavalcando i corpi, si ritrova faccia a faccia con uno dei terroristi posizionato a sinistra del palco, identificato come Amimour, mentre tiene sotto tiro uno degli ostaggi. L’uomo apre il fuoco, ma l’ufficiale e il sottufficiale si riparano dietro a un pilastro e uccidono rapidamente l’attentatore sparando sei colpi; il giubbotto esplosivo che indossa è fatto detonare. Lo scoppio dilania il corpo di Amimour, eccetto una sua gamba e la testa, che sono poi ritrovate sul palco. Lo spettatore sopravvissuto fugge immediatamente dal teatro mentre Aggad e Mostefaï rispondono al fuoco contro i due agenti dal bordo della platea, ma questi ultimi, rimasti illesi, contattano via ricetrasmittente il resto dei rinforzi. Contemporaneamente, viene organizzata un’unità di crisi con il presidente Hollande, il Primo Ministro Manuel Valls e il ministro dell’Interno Bernard Cazeneuve, mentre le forze dell’ordine impostano il coprifuoco in tutta la città, invitando i cittadini a non uscire di casa;
22:09: giungono all’esterno del Bataclan le prime squadre della Brigade de Recherche et d’Intervention, un corpo speciale della polizia francese, equipaggiate con elmetti dotati di visiera antiproiettile, passamontagna, giubbotti antiproiettile e fucili d’assalto H&K G36C. Un gruppo di 5 poliziotti della B.A.C. 94, appostati in un angolo accanto al teatro tra Voltaire Boulevard e Saint-Pierre Amelot, viene accolto da una raffica di fucile Kalashnikov da uno dei terroristi; i poliziotti riescono però a sfuggire dalle pallottole. La sparatoria viene immortalata da Patrick Zachmann, un fotoreporter francese membro della Magnum Photos, e da un abitante di un appartamento situato nei pressi del Bataclan al Boulevard Richard-Lenoir;
22:15: intervengono altri 60 poliziotti della B.R.I. e gli ufficiali tentano di organizzare un’irruzione all’interno del teatro sotto il fuoco dei terroristi per soccorrere i superstiti. Nel frattempo, un totale di 430 pompieri della Brigade de sapeurs-pompiers de Paris, al comando del generale Philippe Boutinaud, viene mobilitato in tutta la città con 21 squadre di paramedici a bordo di 125 camion per prestare i primi soccorsi alle vittime;
22:30: il presidente Hollande lascia sotto scorta lo Stade de France, per motivi di sicurezza;
22:45: intorno a quest’ora, intervengono sul luogo anche 10 agenti della Recherche, assistance, intervention, dissuasion, un altro corpo speciale della polizia di frontiera comandato dal controllore generale Jean-Michel Fauvergue, che si appostano all’esterno del piano terra del Bataclan allo scopo di proteggere i poliziotti della B.R.I. in caso di necessità;
23:00: una trentina di poliziotti della B.R.I., a gruppi di due, raggiunge la platea attraverso due scale posizionate sulla balconata del teatro, mentre gli spettatori sopravvissuti escono dai loro nascondigli lasciando silenziosamente il luogo dell’attentato;
23:15: gli agenti, continuando la bonifica del piano superiore, trovano due terroristi e un gruppo di 60-100 ostaggi rifugiati in una stanza situata nell’ala ovest del teatro;
23:27: i terroristi, attraverso il cellulare di uno degli ostaggi di nome Sebastien Besatti (uno degli spettatori che ha contribuito a soccorrere una donna incinta rifugiatasi su un davanzale di una finestra del secondo piano del Bataclan), minacciano i poliziotti e il negoziatore Pascal (già noto per aver diretto le trattative con Amedy Coulibaly durante il sequestro del supermercato ebraico Hypercacher del precedente 9 gennaio) di decapitare gli spettatori se il resto degli agenti non abbandonerà il teatro. Nei successivi 50 minuti e nelle altre quattro chiamate, i terroristi rifiutano di negoziare, ma le chiamate fanno guadagnare il tempo necessario alla polizia per organizzare un’operazione atta a soccorrere gli ostaggi;
23:37: viene attivato il piano “Rosso Alfa”, previsto per portare soccorso in modo coordinato a un numero elevato di vittime in caso di attentati multipli;
23:53: il presidente Hollande, abbandonato definitivamente lo Stade de France, appare in diretta TV e dichiara ufficialmente in un discorso lo stato di emergenza in tutto il paese e la temporanea chiusura delle frontiere;
23:55: il governo francese si riunisce in un consiglio dei ministri straordinario;
14 novembre
00:00: intorno a quest’ora i tifosi abbandonano completamente lo Stade de France cantando l’inno nazionale francese La Marseillaise in segno di solidarietà;
Dalle 00:18 alle 00:23: dopo circa un’ora di negoziazioni e il successivo rilascio di 5 ostaggi, il commissario Christophe Molmy, comandante supremo della B.R.I., e il suo vice George Salinas ordinano via radio di iniziare un raid al teatro Bataclan. Nel corso dell’irruzione nel corridoio, Mostefaï e Aggad usano gli ostaggi come scudi umani e aprono il fuoco contro gli agenti armati di scudi balistici, ferendo uno di loro alla mano sinistra mentre il resto dei poliziotti, sotto il comando di un capitano identificato con lo pseudonimo di “Jeremy”, lanciano granate flash bang e fumogene. Durante i cinque minuti di combattimento, gli agenti raggiungono la fine del corridoio e un poliziotto armato di G36C spara ferendo a morte Aggad, provocando l’innesco della cintura esplosiva e l’uccisione di lui stesso. Poco dopo, Mostefaï, stordito dall’esplosione, viene infine freddato da un agente della seconda colonna nel vano tentativo di afferrare il detonatore per farsi saltare in aria. Dopodiché il resto degli ostaggi sopravvissuti vengono immediatamente allontanati dal luogo della carneficina e soccorsi dalle ambulanze;
00:58: termina ufficialmente il raid nel locale e i poliziotti della B.R.I. e della R.A.I.D. fanno ritorno nelle loro caserme. Minuti dopo, intervengono nella capitale anche diversi reggimenti dell’esercito francese (che comprendono il 3e Régiment de Parachutistes d’Infanterie de Marine, il 12e Régiment de Cuirassiers, il 40e Régiment d’Artillerie e il 3e Régiment d’Infanterie de Marine), incaricati di pattugliare e mettere in sicurezza le strade. 90 persone in totale hanno perso la vita nel Bataclan;
01:00: l’ISIS rivendica ufficialmente, tramite Twitter, gli attacchi alla capitale francese ed esulta, minacciando di colpire anche Washington D.C., Londra e Roma. Contemporaneamente, le luci della Torre Eiffel vengono spente come è regolare in questo orario, dopodiché saranno costantemente spente per tutto il giorno seguente in segno di lutto;
01:20: Hollande e il premier Valls si recano al Bataclan a portare la loro solidarietà. Dopodiché tornano al Ministero dell’Interno per continuare a seguire gli sviluppi;
02:55: la squadra di calcio francese evacua definitivamente dallo Stade de France;
08:30: continuano gli sforzi dei paramedici e dei pompieri per rimuovere i corpi dal Bataclan;
10:53: il presidente Hollande, in diretta dal Palazzo dell’Eliseo, fa un discorso ufficiale alla nazione e al mondo intero, dichiarando che la Francia sarà spietata nei confronti dello Stato Islamico e condanna gli attacchi definendoli un “atto di barbarie assoluta”.
Negli attacchi sono rimaste uccise 130 persone e ferite tra 352 e 368 (tra cui un poliziotto della B.R.I. ferito da una pallottola vagante alla mano sinistra durante il raid nel Bataclan), di cui 80 portati all’ospedale in gravi condizioni. 90 persone sono morte al teatro Bataclan, 13 al Le Carillon e al Le Petit Cambodge, 5 al Café Bonne Bière e a La Casa Nostra, 21 a La Belle Équipe e 1 allo Stade de France. Le vittime erano di 26 diverse nazionalità. Uno dei feriti è poi deceduto, portando così il numero totale di morti a 130..




Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *