USA – IL FENOMENO QANON

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QANON – Partiamo dalla sua definizione:  Fenomeno nato nel 2017 e rimasto confinato all’interno degli Stati Uniti fino a tempi recenti, durante il 2020 è improvvisamente dilagato su scala globale.
La reale definizione del fenomeno complesso chiamato QAnon è tutt’altro che facile – sono presenti dal Sud Africa al Giappone, dalla Nuova Zelanda all’Argentina ma principalmente in Europa. Nel nostro continente ha preso piede con particolare forza nel Regno Unito, in Germania ed Olanda.

A partire da quando nel 2017 un utente anonimo che si firma semplicemente “Q” ha iniziato a lasciare messaggi più o meno criptici su forum anonimi, QAnon – il gruppo di persone che seguono Q – è divenuto un centro di gravità per una lunga serie di teorie del complotto, alcune preesistenti, altre formatisi come sua conseguenza e altre ancora attratte nella sua orbita pur nascendo altrove. Di fatto è divenuto una sorta di super-teoria a carattere complottista.

QAnon è una “teoria” che nasce e cresce in rete  (ora capite perchè i social sono così agguerriti contro tutto ciò che è di destra o comunque extrasistema), erché senza il meccanismo del web 2.0 quel mondo non avrebbe potuto esistere. Partiamo dal nome. QAnon sta per “utente anonimo” (Anon) con un livello di autorizzazione Q (nella classificazione degli Stati Uniti, la più alta possibile, quella che permette di aver accesso alla documentazione più segreta nel Dipartimento dell’Energia USA). Con questo nickname, il 28 ottobre 2017, è apparso su 4chan (e poi su 8chan) il Patriota Q: un utente che, in una serie di messaggi, faceva le prime scottanti rivelazioni sulla pedofilia satanica dilagante e il ruolo di Donald Trump in tutta la faccenda.

Entriamo, allora, nel merito. QAnon è un’area cospirazionista basata su varie ipotesi, ma la minaccia centrale che preoccupa i suoi aderenti è quella  rivolta ai bambini. In sostanza, queste paure mettono insieme e miscelano alcuni elementi:

1) l’orrore per la pedofilia;

2) la convinzione fondamentalista che in giro, nel segreto, esista un gran numero di satanisti perversi, crudeli, dotati di mezzi messi al loro servizio da una medicina corrotta e agli ordini dei dominatori del mondo (il Deep State, una sorta di governo parallelo a quello legittimo ma che agisce nell’ombra);

3) la più profonda disistima per vertici e i militanti del partito democratico americano e per le opinioni liberal;

4) l’antica attrazione/repulsione per i vip del cinema hollywoodiano

Questi pedofili-satanisti-democratici, guidati da Hilary Clinton, rapiscono bambini americani e di altri Paesi rinchiudendoli in prigioni segrete (spesso sotterranee), dove i satanisti li torturano per ottenere adrenocromo. Questa sostanza, di cui i membri delle élites sarebbero avidissimi, è un prodotto dell’ossidazione dell’adrenalina. Sotto stress, in effetti, le ghiandole surrenali producono minuscole quantità di adrenocromo. Ora, i satanisti denunciati da QAnon cosa farebbero? Sarebbero in grado di mettere in atto torture talmente sofisticate da far sì che, prima di morire, i poveri bimbi producano tantissimo adrenocromo. E cosa ci farebbero i vip con queste vagonate e vagonate di adrenocromo? Ovvio, se lo inietterebbero stile botox allo scopo di ritardare l’invecchiamento, oppure (versione alternativa) lo userebbero come droga, per spassarsela alle spalle degli innocenti.

La cosa interessante è che le credenze dei QAnons sull’adrenocromo hanno un’origine sostanzialmente letteraria. Sebbene sia vero che ai primi degli anni ‘50 del secolo scorso alcuni medici avevano ipotizzato l’esistenza di un rapporto genetico fra adrenocromo e schizofrenia, non vi è alcuna prova che, in qualche forma, l’adrenocromo possa essere utilizzato come sostanza psicoattiva. Men che meno a rimanere giovani per sempre.

Al di là della storia dell’adrenocromo, però, rimane il fatto che il mondo QAnon ha scelto bersagli “semplici”, che potessero essere individuati da un gran numero di persone. L’obiettivo principale è la pedofilia: e chi può dire di non essere contro la pedofilia? Poi c’è la lotta al satanismo, uno spauracchio estremamente diffuso nel mondo cristiano fondamentalista tra cui QAnon fa proseliti. Infine, il sospetto nei confronti dei democratici e dei vip di Hollywood: idee già diffuse ben prima del 2017 nella destra repubblicana e nel popolo del tea party. Insomma, QAnon funziona perché si fonda su valori già estremamente diffusi e condivisi, almeno nel suo target di riferimento.

Le radici di QAnon

Oltre che su valori ideologici condivisi, QAnon si basa anche su narrative già viste e sentite. L’antecedente più palese è quello del Pizzagate: nel 2016, nel pieno scontro per le elezioni presidenziali americane, si diffuse l’idea secondo la quale una pizzeria di Washington (la Comet Ping Pong) fosse in realtà un covo di satanisti pedofili gestito dal partito democratico. L’idea nasceva dalla pubblicazione su Wikileaks delle e-mail private di John Podesta, che all’epoca gestiva la campagna elettorale di Hillary Clinton. In queste missive si parlava genericamente di una cena di raccolta fondi, ma alcune abbreviazioni vennero interpretate come parole in codice per il traffico di bambini (ad esempio CP, per cheese pizza, fu letta come child pornography).

In altri termini, QAnon funziona anche perché sfrutta narrazioni che hanno già dimostrato nei secoli di funzionare, risvegliando le nostre paure più profonde e il nostro senso di protezione per i più piccoli e coagulando la rabbia contro un nemico visibile, concreto, facilmente identificabile.

L’ottimismo è il profumo di QAnon

Esiste, poi, un’altra caratteristica di QAnon che la rende in qualche modo diversa dalle teorie del complotto più tradizionali: si tratta di una teoria ottimista.

Se in genere le cospirazioni hanno come antagonista il potere – sia esso il governo, la lobby dai mille tentacoli o la grande azienda – la lotta ai pedosatanisti di QAnon ha invece un alleato (anzi, un commander in chief) potentissimo: il presidente degli Stati Uniti d’America. Perché sì, il mondo sarà un posto spaventoso e pieno di abusatori di bambini, ma esistono anche un sacco di persone coraggiose che gli si oppongono, conducono una lotta segreta, e sono destinate ad uno scontro finale dove il bene prevarrà. Non c’è spazio per il pessimismo in questa visione. Non praevalebuntCome il Vangelo di Matteo fa dire a Gesù, le porte degli inferi non prevarranno sui credenti.

QAnon presenta, nelle sue diverse incarnazioni, temi chiaramente apocalittici: qualcosa che, tutto sommato, risuona bene con la mentalità religiosa a cui molti QAnons fanno riferimento. C’è qualcosa da aspettare, siamo entrati nel Great Awakening, il Grande Risveglio tipico della storia del Protestantesimo americano che annuncia i tempi ultimi, il grande scontro finale in cui tutti i nodi verranno al pettine e i satanisti (Obama, i Clinton, i vip di Hollywood, artisti come Marina Abramović, ecc) faranno la fine che meritano insieme al loro principe. Nessuno, tra i seguaci del movimento, dubita anche solo per un secondo che saranno gli altri a perdere. Come dice uno dei motti del movimento: Trust the plan, fidati del piano.

Allo stesso modo, tra i QAnons è molto frequente l’uso dello slogan WWG1WGA, aggiunto in coda ai propri messaggi o ostentato in altri modi. L’acronimo sta per Where we go one, we go all, che è un po’ come dire: dove va uno, andiamo tutti (o anche: tutti per uno, uno per tutti). La citazione è, già di per sé, una piccola fake news: pur essendo attribuita dai QAnons a John Kennedy, proviene invece da un film del 1996 di Ridley Scott (White Squall). Ma rende benissimo l’idea di uno dei capisaldi di questo movimento: QAnon è un qualcosa che più collettivo non si può. I suoi sostenitori usano acronimi e simboli per riconoscersi tra loro, impiegano un gergo che si è sviluppato in brevissimo tempo (i post del Patriota Q sono breadcrumbs, le briciole di pane; chi cerca di interpretarle è un baker, un panettiere; white hat black hat sono i sostenitori o gli oppositori del movimento; la congrega dei pedosatanisti è Cabal, la Cabala; i riferimenti al “coniglio bianco” di Matrix si sprecano, ecc). QAnon ha successo anche per questo: permette ai suoi membri di non sentirsi soli, di far parte di un gruppo. Se in molti casi il complottista classico tendeva a sentirsi “solo contro il sistema”, quello di QAnon si trova invece a far parte di una famiglia, di un movimento che condivide valori, obiettivi, perfino un linguaggio speciale, iniziatico, ma che tutti, volendo, possono usare.

Ma che cosa fa in concreto un seguace di QAnon? Si informa. Legge le notizie o le pseudo-notizie, le interpreta, cerca di inquadrarle nel grande scontro occulto a cui tutto fa capo. È questo, probabilmente, uno dei punti di forza del movimento, quello più innovativo.

QAnon non è una teoria del complotto, è un contenitore.

Si tratta di un’operazione, a ben guardarla, estremamente moderna, che ricorda il fenomeno degli ARG (Alternative Reality Games) e le indagini collettive condotte su Reddit. Qualcosa che non si sarebbe potuta fare fino a pochi anni fa: l’estrema proliferazione dei siti di notizie, social, video di informazione l’ha resa possibile.

QAnon funziona perché è un mutaforma, una “teoria” in movimento costante, che si evolve includendo un numero sempre maggiore di elementi. Ma è anche, in un certo senso, un esempio di democratizzazione del complottismo, qualcosa che mette tutti sullo stesso piano.

È proprio questa la caratteristica che, per molti, può essere quella più appagante: fornisce il senso della possibilità della conquista del potere. Un attivista può giungere a dedicare parecchie ore della giornata a un lavoro di analisi online e continua di voci, di segnali impercettibili delle attività dei malvagi, di messaggi crittografati, stringendo legami con altri QAnons – anche loro impegnati nella lotta del bene sul male e nella difesa dei bambini dai satanisti. Se volete fare un viaggio nella vertigine, provate a consultare le mappe di QAnon in rete create da un artista ed esperto di grafica, l’americano Dylan L. Monroe. Non stupisce, quindi, che alcuni familiari di attivisti considerino il movimento una setta e si lamentino di aver perso i loro cari in QAnon.

Queste sono, in sintesi, le azioni che QAnon stimola tra i suoi sostenitori: segnalazioni alle autorità di traffici “sospetti”, richieste di messa al bando di giocattoli pericolosi, messaggi sui social per mettere sotto i riflettori un possibile “covo” dei trafficanti… In questo, utilizzano strumenti già collaudati come la raccolta firme, il boicottaggio o le condivisioni sui social per dar forza alle loro campagne, l’uso massiccio di hashtag come #SaveTheChildren per rendere più visibile il tema. E hanno dimostrato di poter raggiungere una massa critica di persone in grado di far aprire un’indagine ufficiale o di cambiare i piani di una grande azienda. Per chi si trova ingiustamente accusato di pedofilia, tutto questo può trasformarsi in un incubo.

Ed i social in tutto questo hanno preso posizione univoca. Dopo aver appoggiato Biden nelle lezioni USA stanno  censurando tutto ciò che non è DEM anche in Europa tutto questo partendo dal caso QAnon.

Il 5 maggio, ad esempio, Facebook ha messo in atto una limitata rimozione di gruppi e pagine legate al complotto. Il 21 luglio Twitter ha rimosso invece oltre 7000 account limitandone altri 150.000, e in seguito ha ulteriormente inasprito la sua azione. Il 7 agosto, anche Facebook ha preso un’iniziativa radicale, chiudendo il gruppo Official Q/Qanon, che contava quasi duecentomila iscritti. La motivazione è netta ed esplicita: il linguaggio altamente violento che questi gruppi veicolano potrebbe provocare danni, e non solo nel contesto digitale.

In conclusione arriviamo al nostro paese.  QAnon è riuscito a fare breccia anche in Italia? Per quanto ne sappiamo, per ora non esistono analisi sistematiche. Quel che si può dire è che, sia pur numericamente circoscritti, i gruppi e i singoli account di QAnons sono ormai ben radicati sui maggiori social.

La presenza telematica più utilizzata è su Youtube, dove il canale Qlobal-Change Italia, nato nel novembre 2019, conta ora 25.000 utenti, mentre il sito più importante che veicola di frequente contenuti QAnon è ormai Databaseitalia.it, (che secondo un rapporto di Newsguard pubblicato il 21 luglio figura, in termini di engagement rate, al 410° posto in Italia).

In conclusione: Q è, agli occhi di chi lo segue, una sorta di agente sotto copertura che ha accesso a informazioni riservate e che chiama alla lotta contro una rete di potenti chiamata Cabal, una congrega di satanisti che soggioga il mondo tramite varie emanazioni del “deep state”, ovvero Stati ombra che gestiscono il potere reale all’interno delle principali nazioni. Sebbene vi siano alcuni indizi si narra che Q sia in realtà John Fitzgerald Kennedy Jr., figlio dell’omonimo presidente e morto nel 1999, che ha usato lo stratagemma dell’incidente aereo per entrare in clandestinità, combattere Cabal e infine vendicare il padre.
Q è di fatto un vero e proprio oracolo che dissemina continuamente “gocce” o “briciole” di conoscenza da interpretare, come se fosse un gioco — per quanto ci siano fondati motivi di ritenere che spesso non siano altro che insiemi di lettere casuali — così da rendere partecipi i propri seguaci di un’epica battaglia che porterà al risveglio dell’umanità e alla vittoria.

Cabal è composta dai maggiori politici del Partito Democratico statunitense, vari personaggi molto in vista della stampa, dell’economia e dello spettacolo  tra i quali giganteggiano Hillary Clinton, Bill Gates, George Soros, Marina Abramovic.

Le radici della narrazione di QAnon siano quelle della cosiddetta “accusa del sangue“, persistente per secoli e dei gruppi satanici sparsi per il mondo.

Si tratta di un fenomeno ampio negli Stati Uniti ma ancora ritenuto marginale in Europa ma le cose stanno cambiando a partire dalla Gran Bretagna.

Infatti un n inglese su quattro crede che “i culti satanici segreti esistano e che siano composti da persone appartenenti a influenti élite” e questa percentuale sale fra i più giovani: il 33% nella fascia di età 25-34 anni, arrivando al 35% nella fascia 18-24 anni. Sebbene tale credenza sia diffusa da ben prima dell’apparizione di QAnon e che quindi possa non essergli collegata direttamente, questi dati fotografano un ambiente favorevole al diffondersi delle teorie più estreme.

Quando invece interpellati direttamente sul fenomeno QAnon solo il 18% degli intervistati ha piena contezza del fenomeno e l’8% lo sostiene esplicitamente, con metà di queste persone che si qualificano come sostenitori “soft” e l’altra metà come forti sostenitori.
La situazione è dunque in parte diversa da quella degli Stati Uniti, dove troviamo un 6% di persone che si autodefiniscono forti sostenitori e un 12% di sostenitori parziali.

QANON è evidentemente materiale destinato ad incontrare le attese di chi trova accettabile o necessario uno scontro violento con le istanze progressiste — se non meramente democratiche — della società.

In poche parole, al di là degli estremisti che sono ovunque ed in tutte le fazioni, QAnon non è un movimento contro la violenza sui minori, ma un impegno contro l’instaurazione di un regime totalitario che vorrebbe lo sterminio dei nemici.

 




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