La memoria difensiva di Salvini: ‘Su Gregoretti pure due scafisti’

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Gregoretti -“Avrò anche un processo per Open Arms? Difendere confini e leggi non era mio diritto, ma mio dovere, non da ministro ma da cittadino”. Così Matteo Salvini, a Radio 24, ribadisce la linea che terrà anche a Catania, il prossimo 3 ottobre a Catania, per il caso Gregoretti. “Se avrò uno o due processi – spiega – la linea sarà la stessa”. “Sono disposto a accettare una eventuale condanna? Ho piena fiducia nei magistrati”. Poi sottolinea: “Avevo fatto una promessa agli italiani” per la difesa dei confini “ho agito con l’accordo del governo, sono assolutamente tranquillo”.

Nel documento di 51 pagine l’ex ministro respinge le accuse a suo carico che riguardano l’abuso di ufficio e il sequestro di persona. Il processo prenderà il via il prossimo 3 ottobre a Catania.

È stata depositata nelle scorse ore la memoria difensiva dell’ex ministro dell’Interno Matteo Salvini, il quale il prossimo 3 ottobre comparirà a Catania in tribunale nell’ambito del processo sul caso Gregoretti per il quale il leader della Lega è indagato per abuso di ufficio e sequestro di persona.

Il documento è composto da 51 pagine nelle quali Salvini ha ripercorso tutte le vicende occorse tra il 27 e il 31 luglio 2019, i giorni cioè dove si è consumata la vicenda che ha poi portato al processo.

Tutto è partito proprio il 27 luglio 2019, quando alle ore 18:10 il porto di Augusta è stato indicato come scalo in cui ospitare la nave Gregoretti della Guardia Costiera. A bordo vi erano 135 migranti salvati il giorno prima dopo diverse segnalazioni lanciate anche via sociale soprattutto dopo che, da La Valletta, è stato chiesto all’Italia di procedere con l’operazione di recupero di alcuni barconi in difficoltà.

Viminale, guidato all’epoca da Matteo Salvini, ha negato lo sbarco dei migranti. Una situazione simile a quella dell’agosto 2018, quando più di un centinaio di migranti erano a bordo della nave Diciotti della Guardia Costiera all’interno del porto di Catania. Il diniego allo sbarco ha determinato un’indagine da parte della procura di Siracusa, secondo cui Salvini si sarebbe reso protagonista di abuso di ufficio e sequestro di persona.

Circostanze che il leader della Lega nelle sue memorie ha smentito: “Sin dalla notte del 28 luglio la nave resta ormeggiata (con assistenza e costante flusso di viveri e farmaci) – si legge nelle memorie – e il giorno dopo sbarcano i minori così come richiesto anche dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i minorenni di Catania. A bordo non risultano episodi di insofferenza, e anzi vengono garantiti tre pasti completi al giorno con cucine in ottime condizioni igienico-sanitarie”.

La difesa di Salvini verte dunque sul fatto che in alcun momento si è verificata tensione a bordo, semplicemente la sua sarebbe stata solo una scelta politica volta ad aspettare un segnale dall’Europa per la redistribuzione dei migranti in altri Paesi del vecchio continente. Per questo l’ex ministro, oltre alle 51 pagine del suo documento, ha inviato al tribunale di Catania altri allegati in cui si fa riferimento alle mail scambiate con la presidenza del consiglio, il ministero degli Esteri, la Commissione Europea e alcuni Paesi dell’Ue.

L’attesa dei migranti a bordo della Gregoretti secondo Salvini non avrebbe comportato danni per i diretti interessati. Il 31 luglio, dopo lo sbarco dei minori e di un soggetto con sospetta tubercolosi, a bordo erano rimasti in 115, fatti approdare poi alle 16:53 di quello stesso giorno dopo gli accordi conclusi per i ricollocamenti. Un risultato che, come ricostruito dall’ex ministro dell’Interno, si è raggiunto dopo l’interessamento dello stesso governo. Per questo Salvini tra le sue memorie cita anche una dichiarazione del presidente del consiglio Giuseppe Conte del 29 luglio: “Per quanto riguarda le ricollocazioni abbiamo sempre a livello di Presidenza, anche con l’ausilio del Ministero degli esteri, lavorato noi per ricollocare e quindi consentire poi lo sbarco”.




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