Guardia Costiera – Il nucleo sommozzatori: bonifica ambientale all’Isola del Giglio

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Guardia Costiera Continua senza sosta il pattugliamento dei nostri mari da parte degli uomini e le donne della Guardia Costiera.

L’ultimo intervento di queste ore riguarda il personale dell’Ufficio Locale Marittimo dell’Isola del Giglio, con il determinante supporto degli operatori subacquei del 5° Nucleo Sommozzatori della Guardia Costiera di Genova, ha provveduto alla rimozione di corpi morti abusivamente depositati sui fondali nel mare di fronte alla Torre di Campese, e utilizzati per realizzare ormeggi di unità da diporto.

L’abusiva occupazione era stata rilevata nel mese di marzo dai militari, nel corso di un sopralluogo svolto con il coordinamento dell’Ufficio Circondariale Marittimo di Porto Santo Stefano.

L’intero specchio acqueo, di 6 mila metri quadrati, è stato nuovamente restituito alla pubblica fruibilità, grazie all’operazione di bonifica ambientale che ha portato al sequestro di tonnellate abusivamente abbandonate nel fondale. Tutti i relativi atti sono stati trasmessi alla Procura della Repubblica di Grosseto per le eventuali ulteriori indagini del caso.

Ma andiamo a vedere come operano i nuclei subacquei della Guardia Costiera…….

Inizialmente concepito presso la Capitaneria di porto di San Benedetto del Tronto il primo gennaio 1995 quale Reparto sperimentale (che avrebbe dovuto preparare l’inserimento della nuova specialità dal punto di vista tecnico e normativo), il Nucleo venne preliminarmente formato attingendo una piccola aliquota di personale direttamente dai Reparti Subacquei della Marina Militare, nell’intento di facilitare, ottimizzare e velocizzare (attraverso professionisti con una pluriennale esperienza alle spalle) la delicata fase formativa di una realtà sicuramente “atipica” per il panorama operativo del Corpo di allora.

Dopo i primi mesi di “rodaggio” e dopo essere stato rifornito di mezzi e personale (prelevato, questa volta, dai ranghi dei Nocchieri di Porto), il 1° Nucleo ottiene la piena operatività (ovvero il riconoscimento formale della sua idoneità allo svolgimento dei compiti assegnatigli) in data 18.11.1996 iniziando un’attività densa di avvenimenti che consentì di verificare, sulla base di risultati concreti, l’utilità, per il Corpo, di disporre di autonome capacità subacquee.

Visti i positivi risultati raggiunti nei primi anni di servizio viene disposto un allargamento della Componente stabilendo la nascita (in data 01.12.98) del 2° Nucleo Subacquei presso la Capitaneria di Porto di Napoli.

Grazie alla posizione geografica “baricentrica” ed alle esperienze maturate precedentemente con il 1° Nucleo, il nuovo Reparto non solo arrivò presto alla piena operatività ma fu impegnato fin da subito in un’intensa attività operativa culminata con le 70 operazioni (con uno sforzo quantificabile in 191 giorni di impiego “fuori area”) svolte nel corso dell’ anno 2005.

I Nuclei successivi sono stati costituiti presso il Reparto Supporto Navale di Messina (3° Gruppo) e  le Direzioni Marittime di Cagliari (4° Gruppo) e Genova (5° Gruppo).

AI Nuclei Sommozzatori sono affidati i seguenti compiti di Istituto:

  • Vigilanza sulle aree marine di interesse storico, artistico o archeologico costituito da relitti di antiche navi e dal loro carico, da strutture murarie portuali sommerse ai fini della prevenzione e della repressione di danneggiamenti e furti;
  • Vigilanza e controllo delle riserve marine protette;
  • Ricerca e soccorso della vita umana;
  • Vigilanza e controllo sull’esercizio della pesca marittima con particolare riferimento alla miticoltura e della pesca subacquea professionale sportiva;
  • Rilevamento e monitoraggio del grado di inquinamento delle acque marine;
  • Prelevamento di campioni biologici e concorso nelle ricerche subacquee di interesse scientifico connesse con lo studio dei fondali, della fauna e della flora marina;
  • Controlli ed ispezioni di navi, piattaforme, cavi e condotte sottomarine;
  • Lavori e piccoli interventi alle carene delle Unità Navali del Corpo;
  • Sistemazioni nonché rimozione di corpi morti, catenarie, boe e gavitelli in ambito portuale;
  • Concorso in campagne di ricerca, localizzazione, recupero di materiale sommerso di interesse archeologico;
  • Azioni di Polizia Giudiziaria e Marittima autonoma o in concorso con altri Corpi di Polizia intese alla prevenzione e repressione di attività illecite svolte nel mare territoriale;
  • Ispezioni e rilevamenti fotografici di infrastrutture subacquee;
  • Assistenza a gare e campionati sportivi;
  • Ispezioni subacquee di banchine, fondali, relitti con riprese video digitali eseguite: a mezzo di operatore subacqueo fino al limite della quota di 40 metri, con l’ausilio del R.O.V. fino alla profondità (in condizioni meteo marine ottimali) di 300 metri;
  • Ispezioni in incognito, con Apparecchiatura ad Ossigeno, per compiti di polizia fino a 12 metri;
  • Ricerca di relitti e naufraghi dispersi sul fondo, con l’ausilio di tecniche standard (tracciati o​ utilizzo di scandaglio in dotazione sui battelli). Sarebbe auspicabile l’acquisizione di uno “Scan Sonar Tridimensionale”;
  • Interventi di demolizione di strutture metalliche subacquee attuate con sistema di taglio “broco” o con lancia termica. Sono in acquisizione attrezzature oleopneumatiche subacquee per compiti più precisi;
  • Interventi su siti archeologici con scavi eseguiti con surbona ad acqua e prospezioni di campi di lavoro subacqueo, eseguiti nei limiti delle conoscenze tecniche;
  • Interventi in zone fluviali o alluvionate con attrezzatura da “Rafting” in dotazione e motopompe (in dotazione) di media portata.

         Numerosi gli interventi di rilievo effettuati dai Nuclei Operatori Subacquei della Guardia Costiera e, non da ultime​, tutte le operazioni effettuate all’Isola del Giglio nell’ambito dell’incidente accaduto alla M/N Costa Concordia.




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