Riconoscere i sintomi del disagio scolastico nella scuola primaria e secondaria

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Riconoscere i sintomi del disagio scolastico nella scuola primaria e secondaria della psicoterapeuta Ludovica Bedeschi

Oggi ci occuperemo di un tema di estrema attualità e importanza, riguardante i nostri figli in età
scolare.
Le difficoltà scolastiche sono una parte integrante del percorso che ognuno di noi si é trovato, o si
trova oggi ad affrontare. Sembra che oggi però, in qualche esse si siano accentuate grazie anche
al cambiamento dei mezzi di comunicazione e di interazione sociale.
Ci sono bambini che apprendono con grande facilità, sono adattabili e ben inseriti a livello sociale,
e ciò facilità di gran lunga la loro esperienza in ambito scolastico.
Per altri, al contrario, i lunghi anni di formazione possono trasformarsi in un pesante fardello, al
punto (nei casi più severi) da causare l’abbandono degli studi.
Uno dei temi di cui attualmente si sente parlare più spesso, é il fenomeno del bullismo. Una chiara
manifestazione di prepotenza, vessazioni, e a volta maltrattamenti fisici che i ragazzi meno
“strutturati” possono vedersi infliggere da parte dei più spavaldi e bulli, per l’appunto.
Nell’era del “cellulare selvaggio”, i rischi connessi alla diffusione immediata di immagini, video, chat
rendono tutto estremamente pubblico e per questo giudicabile.
Non é infrequente purtroppo, aver appreso notizie di ragazzi anche giovanissimi, che si sono tolti
la vita per vergogna profonda legata a gesti di bullismo Messi in atto nei loro confronti per mani di
loro coetanei.
le difficoltà che possono generare un altrettanto pesante disagio scolastico, però, possono legarsi
anche a degli aspetti psicologici squisitamente personali dei bambini, o dei ragazzi.
Aspetti da considerare sono, ad esempio, i tratti di perfezionismo di alcune personalità, che
possono generare nel bambino forti crisi di ansia spesso somatizzate sotto forma di cefalee, male
di pancia, vomito e insonnia.
Quando i bambini, o ancora in prima adolescenza, cominciano a mostrare inspiegabili reazioni
fisiche, e resistenza verso la frequenza scolastica, una volta esclusa la possibilità di essere stati
angherizzati, é bene porsi alcune domande. Purtroppo il ritmo frenetico della maggior parte delle
vite di tutti di noi, ci distoglie dal l’importante compito di non delegare tutta la vita scolastica alla
scuola e ai docenti. Spesso si tende a ingaggiare una lotta al colpevole, una volta manifestate
delle difficoltà, tra genitori e insegnanti, mentre chi ne fa le spese spesso sono i ragazzi.
La fobia scolare, che può essere la diretta conseguenza come dicevamo, ad esempio, di ansia da
prestazione oppure bullismo, o ancora difficoltà legate a un disturbo dell’apprendimento, é un
sintomo importante da isolare al più presto.
Sia i bambini che gli adolescenti, spesso hanno difficoltà a verbalizzare i disagi. Un po’ per
vergogna, e a volte per non allarmare i genitori o perché magari ne temono le reazioni negative.
La prima cosa da considerare, é monitorare il comportamento del ragazzo o del bambino. Spesso,
a causa della stanchezza da studio, può accadere che vi sia una resistenza verso la scuola. Ma i
sintomi di un reale problema, non sono facilmente equivocabili. E non andrebbero trascurati. Le
esperienze fatte durante gli anni scolastici, che ricordiamo durano mediamente 13 anni, hanno un
forte peso specifico all’interno della vita di una persona. L’immagine di sé, la propria autostima è il
senso di valore personale, dipendono molto dalla qualità dell’esperienza avuta durante la scuola.
Pensiamo quindi a quanto sia importante adoperarsi al fine di sostenere i nostri ragazzi durante
tutto questo arco temporale. A noi genitori spetta il fondamentale compito di interagire quanto più
possibile con loro e la scuola per predisporre una rete di supporto che non potrà che migliorare o
addirittura prevenire queste sgradite avversità. Esistono diversi sportelli di ascolto gratuiti a
sostegno di tali difficoltà, e spesso gli istituti (perlopiu privati, ahimè) offrono agli scolari uno
sportello di ascolto psicologico per incoraggiare i ragazzi a non tacere le loro difficoltà. Mi sembra
già questo un importante passo avanti.




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