Cinema – PARIGI A PIEDI NUDI (PARIS PIEDS NUS), scritto e diretto da Dominique Abel e Fiona Gordon

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PARIGI A PIEDI NUDI – Una nuova deliziosa commedia francese e’ quella che ti propongo oggi appassionato lettore della nostra pagina di cinema e cultura.

PARIGI A PIEDI NUDI (PARIS PIEDS NUS), scritto e diretto da Dominique Abel e Fiona Gordon con Dominique Abel Fiona Gordon Emmanuelle Riva Pierre Richard narra (per 84 godibili minuti), (l’iniziale) monotona vita di Fiona (Fiona Gordon), eccentrica bibliotecaria in un paesino sperduto fra i ghiacci canadesi, viene improvvisamente turbata dall’arrivo di una lettera allarmante inviatale da zia Martha (ultima splendida interpretazione della candidata Premio Oscar Emmanuelle Riva), stravagante novantenne che vive a Parigi. Fiona salta sul primo aereo per correre in soccorso della zia, ma una volta arrivata nella capitale francese scopre che l’anziana è misteriosamente (e volontariamente) scomparsa. Sulle tracce della fuggitiva, fra tuffi inaspettati nella Senna e rovinose scalate della Tour Eiffel, Fiona incappa in Dom (Dominique Abel), galante clochard parigino, vanitoso e a suo modo affascinante, che si innamora di lei e non vuole più lasciarla sola. Diretto con il tocco originalissimo che contraddistingue tutte le commedie del duo Gordon & Abel, “Parigi a piedi nudi” il racconto spassoso e bizzarro su come, nella città più romantica del mondo, si possa trovare l’amore perdendosi.
I registi nelle loro note ci raccontano come anche nei film precedenti anche “Parigi a piedi nudi” ci troviamo in una commedia burlesque, ricca di trovate comiche coreografate, eredità del cinema muto e di Jacques Tati, riproposte in una veste contemporanea. La trama è semplice ed è incentrata sulle interpretazioni. In Parigi a piedi nudi però la storia è costruita tutta intorno ad una ricerca, una sorda di indagine investigativa amatoriale, che caratterizza il film in modo differente rispetto ai precedenti. Abbiamo collocato le performance al centro della nostra storia, i personaggi reagiscono fisicamente contro le avversità, cercano di preservare la propria dignità e di migliorarsi. Tutti gli eventi si svolgono nell’arco di due giorni e due notti. Tutta la tensione umoristica del film ruota attorno a una comicità di situazione: Fiona, nonostante sia tanto vicina a Martha, non riesce ad incontrarla. Dom insegue Fiona ed è in contatto con Martha ma non capisce che le due donne si stanno cercando. I personaggi sono in un continuo stato di allerta, corrono a vuoto e si scontrano continuamente. Soli, senza amici, familiari e comfort, i tre personaggi sperduti lottano l’un contro altro o accorrono in reciproco aiuto.
Grande protagonista del film è ‘La ville Lumiere”. Parigi oltre a essere una città mitica, simbolo di sogni e magia è anche un personaggio attivo del film. Prima la scopriamo attraverso gli occhi naïf di Fiona, durante il suo caotico arrivo. Dopo incontriamo Dom nel suo ambiente quotidiano: l’Isola dei cigni, dove il centro storico incontra la città moderna. Da un lato ci sono i ponti di pietra e la Torre Eiffel, sull’altro lato i binari dei treni veloci, mura di cemento e una serie di grattacieli. Dom è un senzatetto che vive in una tenda ai piedi della Statua della libertà (la replica in miniatura). I nostri personaggi si muovono in una geografia reale. Anche se il film ogni tanto usa i monumenti più famosi della città, non lo fa per usarli come soggetto da cartolina o da fotografia ma per il loro potere simbolico.

Fiona e Dominique hanno scritto, diretto ed interpretato il film….
I personaggi che interpretate hanno spesso i vostri stessi nomi, è presente un riferimento autobiografico?
FIONA: Si, nel senso che il pubblico capisce che proviene da noi, che il nostro humour è frutto della nostra vulnerabilità ma anche della nostra forza.
DOMINIQUE: E’ il modo in cui noi tentiamo di tirare fuori i nostri colori, la nostra materia, la nostra visione, cosa ci affascina della vita. Il tono del vostro film è brillante e ottimista, come siete riusciti a non farvi travolgere dal pessimismo dei nostri tempi. È divertente che mi facciate questa domanda, ce lo siamo chiesti anche noi mentre mettevamo insieme i materiali del presskit e scrivevamo “lo spirito dei nostri tempi è pessimista, violento, cinico, buio”. In qualche modo, anche se non deliberatamente, noi resistiamo allo spirito dei nostri tempi. Non siamo più ottimisti di qualsiasi altra persona, ma esiste un altro modo, altrettanto valido, di guardare all’umanità con le sue contraddizioni e con tutta la sua mostruosità. Una prospettiva più spensierata. Leggerezza per noi non è sinonimo di banalità e superficialità, ma di allegria, libertà e vitalità. Questo vogliamo sostenere e difendere.
C’è anche una coscienza sociale nei vostri film – i vostri personaggi vivono spesso ai margini della società.
DOMINIQUE: Ci interessa la bellezza anticonformista. La bellezza del diverso, anche della vecchiaia. Noi ci confrontiamo con ogni cosa che ci colpisce nella vita reale. Pensiamo che una storia che avesse raccontato la vita di persone ricche e felici non sarebbe stata interessante.
FIONA: Non sarebbe stata divertente. Noi ci divertiamo delle nostre debolezze e imperfezioni. Attraverso i vostri personaggi voi stabilite anche una sorta di relazione con un luogo, Parigi in questo caso.
FIONA: si, Parigi, sopra e sotto il ponte. Ed è meravigliosa sotto il ponte, una bellezza danneggiata, ferita, ma proprio per questo ancora più affascinante.
DOM: Proprio accanto alla Torre Eiffel abbiamo scoperto questo piccolo angolo, non molto frequentato. Ed è un posto dove vivono tantissime persone, dove i senza tetto dormono, persone con le quali puoi costruire una relazione, piene di poesia e bellezza e di sofferenza allo stesso tempo. Avete collaborato con due grandi icone del cinema francese, Emmanuelle Riva e Pierre Richard. Come sono andate le cose? All’inizio avevamo pensato ad un’altra attrice, ma non parlava francese e inglese e sarebbe stato complicato per lei far parte del cast. Poi Regine Vial ci ha consigliato di parlare con Emmanuelle Riva. “Ci ha mostrato un video che lei ha fatto per il New York Times, dove danzava, imitando Chaplin, in modo spontaneo, divertendosi. E noi abbiamo pensato che non era la Emmanuelle Riva che conoscevamo ma che aveva finalmente tirato fuori il suo lato comico. Quando l’abbiamo incontrata, siamo rimasti stupiti, non avevamo mai lavorato con una attrice di quel calibro. Era molto curiosa della vita, osservava tutto con attenzione e aveva una meravigliosa risata infantile. Ci raccontò che “anche se il suo corpo aveva 88 anni, lei scopriva la vita tutti i giorni come una ragazza di 14”. Il film parla proprio di questo, di chi non vuole rinunciare ai propri desideri. Il suo personaggio non può rinunciare alla libertà. E la libertà è anche il valore a cui si ispirava lei come attrice. Abbiamo dovuto trovare i fondi per fare il film e nel frattempo, Emmanuelle recitando a teatro, si era rotta sette vertebre. Ma continuava a recitare nonostante le vertebre rotte! Questa era Emmanuelle Riva, la sua vita era il teatro e il cinema. Per l’altro ruolo, i nostri amici ci hanno parlato di Pierre Richard. Pierre ha letto sei battute della sceneggiatura e ha accettato. Per me è stato un momento di grande emozione, perché era un mio idolo quando ero bambino.
Avete qualche aneddoto da condividere con noi?
DOM: Quando Pierre e Emmanuelle improvvisarono la danza dei piedi sulla panchina, si divertirono molto a farla. Un giorno, improvvisamente davanti a tutti, Pierre si è rivolto a lei e le ha detto “mi dicevano tutti che eri una grande rompiscatole e invece non lo sei per niente”. Emmanuelle lo ha ascoltato e poi è esplosa in una delle sue irresistibile risate da quattordicenne.




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