Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown, di Gabriele Salvadores, presentato alla Festa del Cinema di Roma sta riscuotendo un notevole successo di pubblico e critica.
Fuori era primavera è un intimo racconto degli italiani in lockdown: dalle meravigliose piazze italiane vuote, agli eroi in prima linea nelle corsie degli ospedali, ai balconi in festa, alle riprese domestiche. Una testimonianza collettiva filtrata attraverso la regia e la visione di un grande artista che, con un vero e proprio film documentario, restituisce alla nostra futura memoria una fotografia autentica e completa dell’Italia di oggi.
Perché la memoria costruisce il futuro, Indiana Production e Rai Cinema hanno deciso di presentare Fuori era primavera – Viaggio nell’Italia del lockdown, un film collettivo, la cui regia è stata curata dal premio Oscar Gabriele
Salvatores, che vuole essere testimonianza e memoria di quel drammatico momento storico che ha attraversato il nostro Paese e il mondo intero. Nei giorni del lockdown attraverso i canali social e i tradizionali mezzi di comunicazione è stato lanciato un appello a chiunque volesse inviare materiali inediti – girati restando rigorosamente in casa – che raccontassero le azioni ed emozioni di quei giorni: come si trascorreva il tempo, cosa si
vedeva dalle proprie finestre, quali paure, riflessioni e pensieri hanno accompagnato ognuno di noi, chi era al lavoro e chi a riposo forzato. Gabriele Salvatores, come tutti gli italiani, era chiuso tra le pareti domestiche. Non potendosi muovere ha chiesto di prendere i telefonini e utilizzarli come se fossero i suoi occhi, per permettergli di viaggiare
all’interno delle case, di mondi diversi, di storie, emozioni e immagini che si aprivano dinanzi alle finestre. Una redazione composta da una rete di operatori e collaboratori su tutto il territorio nazionale si è occupata della ricerca e dell’archiviazione del materiale in due operazioni parallele: da un lato la ricerca e selezione di quello già esistente online, dall’altro l’archiviazione e la selezione di quello inedito ricevuto attraverso i nostri canali dagli utenti che hanno risposto all’appello. La ricerca dei materiali ha seguito un ordine cronologico, cominciando a raccontare l’inizio dell’epidemia, fino alla chiusura dell’Italia e l’arrivo il 4 maggio di un graduale allentamento dei divieti. Il film è stato realizzato con la partecipazione e la collaborazione di istituzioni, associazioni di volontariato, scuole di
cinematografia e comunicazione ed enti distribuiti in tutta Italia. La redazione si è occupata di formare un network capillare in tutto il Paese con l’intento di coinvolgere anche figure di spicco della cultura e della comunicazione italiana. L’idea è sempre stata quella di restituire un ritratto a molte voci dell’esperienza che abbiamo vissuto, attraverso il linguaggio del cinema che ci appartiene. Il documentario è stato interamente realizzato in smart working, dalla fase di lancio a quella di montaggio e finalizzazione. I montatori, Massimo Fiocchi e Chiara Griziotti, accedendo direttamente al server da cui poter scaricare i video precedentemente visionati, valutati, e selezionati da una redazione, hanno avuto la possibilità di lavorare e montare l’intero documentario da casa. La redazione nei due mesi di lavoro ha ricevuto oltre 16mila contributi video.
Il regista sintetizzando il suo lavoro ha scritto: “Seguiamo l’ordine cronologico ed emotivo degli eventi, a partire da quando l’Italia guardava alla Cina e al virus come un problema lontano, passando per la graduale consapevolezza dell’emergenza, per arrivare all’inizio della fase due. Al di là degli aspetti tecnici, quello che vorrei emergesse è la sincerità di questi racconti, che siano veri, fatti col cuore. C’è poi un altro tema che ho particolarmente a cuore che emergerà dal racconto: la rinascita della natura.