Movienerd – “Due” donne che vogliono amarsi

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Movienerd – In “Due” Nina (Barbara Sukova) e Madeleine (Martine Chevallier) sono due donne mature che si amano. Ormai libere dal lavoro sognano di trasferirsi a Roma dalla Francia, dove vivono in due appartamenti posizionati uno di fronte all’altro, sullo stesso pianerottolo.

Esce oggi al cinema il film “DUE” di Filippo Meneghetti distribuito in 42 copie. La pellicola narra di argomenti che il mondo del cinema continu a trattare con una certa insistenza. La pellicola del giovane regista italiano, già candidato al Golden Globe e scelto dalla Francia per la corsa all’Oscar, affronta il infatti tema dell’amore tra due donne mature.
Le protagoniste, Nina e Madeleine (interpretate da due attrici leggendarie come Barbara Sukowa e Martine Chevallier), si amano infatti in segreto da decenni e tutti, compresi i parenti di Madeleine, pensano che siano solo vicine di casa, vivendo entrambe all’ultimo piano dello stesso palazzo. Quando la routine di ogni giorno viene sconvolta da un evento imprevisto, la famiglia di Madeleine finisce per scoprire la verità e la storia tra le due donne è messo a dura prova…

FILIPPO MENEGHETTI
Per il regista e sceneggiatore Filippo Meneghetti: “l film racconta la storia di una sfida e di una passione insieme dolce e caparbia. Ma questa sfida è anche un modo di esplorare alcuni temi che mi affascinano: quanto influisce sulle nostre azioni lo sguardo degli altri? Quale conflitto interiore si accende nel confronto con questo tipo di censura? Gli ostacoli che incontrano sul loro cammino spingono spesso Nina e Madeleine a comportamenti estremi, ma non dobbiamo dispiacerci per loro: sono eroine che combattono per il loro amore.
L’ispirazione per il soggetto e per le due protagoniste proviene da varie persone che ho conosciuto, le cui storie mi hanno lasciato una profonda impressione .
Per tanto tempo ho voluto scriverne , ma non ero sicuro dell’angolazione migliore per farlo. Poi un giorno, mentre stavo per suonare alla porta di un amico, ho sentito delle voci arrivare dall’ultimo piano del palazzo: sono andato di sopra a dare un’occhiata e ho scoperto che le porte dei due appartamenti confinanti erano aperte e le voci erano quelle di due donne che si parlavano dalle rispettive abitazioni. Più tardi, il mio amico mi ha spiegato che si trattava di due vedove, che scacciavano la solitudine tenendo costantemente aperte le loro porte e vivendo di fatto in una specie di grande casa comune che si estendeva per tutto l’ultimo piano. Questa immagine ha innescato qualcosa nella mia testa, al punto che questo spazio che lega i due appartamenti è diventato un aspetto centrale del film, anche per la sua capacità metaforica. Mi ha permesso peraltro di giocare con i codici del cinema di suspense, girando questa storia d’amore come se fosse un thriller: un occhio che guarda dallo spioncino, un intruso nella notte…

Sul film i media internazionali non hanno che parole di elogio.
Per l’Express Due è quasi un thriller intimista, su cui aleggia l’ombra di Polanski, ma è anche un grande film d‘amore. Raramente l’omosessualità tra due persone avanti con gli anni è stata tratta ta così bene al cinema. Il regista evita scrupolosamente ogni sensazionalismo per concentrarsi sulla passione che anima queste due donne, due eroine forti e vulnerabili al tempo stesso. Un film di straordinaria bellezza” scrive Antoine Le Fur.
Mark Keizer scrive su Variety: “Questo film, spesso commovente, è un’affermazione del desiderio universale di intimità emotiva e di come la giusta connessione possa superare ogni limite fisico e sociale. Il fatto che la relazione in questione sia tra due donne in là con gli anni, rende il film ancora più silenziosamente rivoluzionario. La sceneggiatura di Meneghetti, però, scritta con Malysone Bovorasmy e Florence Vignon, aggiunge abilmente strati di complessità tematica che vanno oltre la facile, anche se toccante, nozione che l’amore vince su tutto.
Basti pensare al tema della menzogna, che, specialmente quando si aggrava con il passare del tempo, può richiedere un prezzo alto, sia mentale che fisico. Se si considera poi con quanta facilità questa storia di segreti e bugie avrebbe potuto trasformarsi in un melodramma, Meneghetti, al suo esordio, stupisce per il modo in cui riesce a evitare i cliché, firmando un film unico nel suo genere.




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