CEI -. La Conferenza episcopale italiana ha appena ufficialmente preso posizione: la legge Zan-Scalfarotto “rischierebbe di aprire derive liberticide”. Chi diceva che il Popolo della Famiglia fosse isolato nella sua battaglia contro la legge sull’omofobia ha ricevuto ora la sua risposta. Caro Conte (e caro Pd e caro Renzi), contro milioni di cattolici non si legifera sono le parole di Mario Adinolfi de Il Popolo della Famiglia sull’intervento deciso della CEI contro un governo intento a fare gli interessi delle ricche lobby invece che degli italiani.
In una nota intitolata “I vescovi contro ogni discriminazione”, la presidenza della Cei interviene sul dibattito parlamentare che dovrebbe sfociare a luglio in un nuovo testo di legge, con il possibile inasprimento delle sanzioni.
“Sottoporre a procedimento penale chi ritiene che la famiglia esiga per essere tale un papa’ e una mamma – e non la duplicazione della stessa figura – significherebbe introdurre un reato di opinione. Ciò limita di fatto la libertà personale, le scelte educative, il modo di pensare e di essere, l’esercizio di critica e di dissenso”, avvertono i vescovi che si dicono fermamente convinti che, “oltre ad applicare in maniera oculata le disposizioni gia’ in vigore, si debba innanzitutto promuovere l’impegno educativo nella direzione di una seria prevenzione, che contribuisca a scongiurare e contrastare ogni offesa alla persona. Su questo non servono polemiche o scomuniche reciproche, ma disponibilità a un confronto autentico e intellettualmente onesto. Nella misura in cui tale dialogo avviene nella libertà, ne trarranno beneficio tanto il rispetto della persona quanto la democraticità del Paese”.
Mario Adinolfi, presidente nazionale del Popolo della Famiglia (PdF), commenta positivamente la nota della presidenza della Conferenza episcopale italiana contraria al ddl Zan-Scalfarotto: “Le parole della presidenza della Cei sono nette e inequivocabili, bene davvero il no alle derive liberticide che sono insite nell’idea stessa della normativa proposta. Scalfarotto di Italia Viva e Zan del Partito Democratico hanno ricevuto una risposta chiara al loro tentativo di imbavagliare milioni di cattolici. La dichiarazione della Cei e’ segno che abbiamo combattuto bene la battaglia, anche tatticamente, quando ci dicevano che come Popolo della Famiglia eravamo isolati nello scegliere questo come territorio di difesa della liberta’ e dei diritti di tutti, in particolare della mamme e dei papa’. Oggi e’ una giornata di festa e di vittoria per tutto il PdF. Da oggi (credo sia chiaro a Giuseppe Conte e Matteo Renzi, da tempo dante causa del tentativo di azione liberticida di Ivan Scalfarotto contro i cattolici) la legge Zan-Scalfarotto sull’omofobia politicamente non esiste più”.
“Non serve nessuna legge” dice il leghista Simone Pillon. “Il Governo e il Parlamento tengano conto della preoccupazione dei vescovi sulla deriva liberticida in corso. Già oggi il codice penale punisce atti di violenza e discriminazione. È molto pericoloso e discriminatorio limitare la libertà di tutti per privilegiare le ideologie di pochi”.
Naturalmente il PD non ci sta e cerca di aggirare l’ostacolo volgendo a proprio favore le parole del presidente Mattarella (cattolico): ““Non si tratta spiega Alessandro Zan- di una legge contro la liberta’ di opinione, ma di una legge che protegge la dignita’ delle persone. La mancanza di una legge contro l’omotransfobia in Italia ci colloca agli ultimi posti in Europa per accettazione sociale delle persone Lgbt+. Questo stato delle cose non e’ piu’ accettabile per un Paese civile. Il faro delle nostre riflessioni sono le parole del presidente Mattarella, secondo cui ogni discriminazione motivata dall’orientamento sessuale oltre a ledere i diritti umani, viola il principio di uguaglianza sancito dalla nostra Costituzione. Non c’e’ piu’ tempo”.
L’unica cosa per cui non c’è più tempo è aiutare gli italiani ad uscire dalla crisi causata dalla pandemia!
Naturalmente, neanche dirlo, la maggior parte dei media è tutta pro lobby. Vergogna assoluta!